3 aprile 2016

Come pomodori nella macedonia - Alain Voudì

C'è un aforisma famoso, seppur di incerta attribuzione, secondo il quale "conoscenza" è sapere che il pomodoro è un frutto, "saggezza" è non metterlo nella macedonia. Avete sorriso? Provate per un attimo a mettervi nei panni del pomodoro, perché ci sono giorni in cui è proprio così che mi sento: come un pomodoro nella macedonia, straniera tra i miei stessi simili, incolpevole ma elemento di disturbo. Messa così non sembra più tanto divertente, vero? Infatti non lo è.

Recensione

Immaginate di sentirvi da sempre dissimili dalla moltitudine che vi circonda. Non servono situazioni eclatanti, basta rimanere al livello delle sensazioni: ritrovarsi proiettati in mezzo alla società e avere la netta percezione di essere, in quanto se stessi, differenti. Da questo presupposto parte la consapevolezza della giovane protagonista di questa storia, che gioca con la metafora delle verdure e dei frutti, e tra insalate e portate varie si descrive e si percepisce proprio come un pomodoro nella macedonia, anche se nemmeno lei è ancora in grado di comprenderne le motivazioni.
Ma le basterà incontrare Clara per fare luce su se stessa e le sue pulsioni e accettarsi in modo naturale, così com’è, andando incontro a tutte le conseguenze possibili della sua omosessualità.

Per quanto la metafora proposta sia forte e possa dare adito anche all’accentuazione del senso di diversità, la nostra eroina comunque riesce invece a stemperare la forza dell’idea proprio con il racconto della sua avventura di vita, della convivenza con Clara e del modo in cui, barcamenandosi nelle consapevolezze, lei cresce e si fortifica in una società italiana che ancora oggi mostra le contraddizioni primigenie quando si imbatte nelle relazioni sentimentali pubblicamente ammissibili.
Alla luce di questo percorso, infatti, la prima caratteristica di questo romanzo è il saper percorrere trasversalmente l’emotività del sentimento, non limitandosi a descrivere una storia d’amore ma accompagnandoci durante la lettura nella profondità della voce narrante. Infatti potrebbe benissimo posizionarsi non solo nel genere romantico moderno, ma sull’introspettivo, caratteristica imprescindibile per potersi inquadrare nella letteratura a tematica LGBT dei tempi moderni.

I contenuti del libro, partendo dalla descrizione degli stadi d’animo della protagonista, ci svelano pian piano le difficoltà del vivere moderno, dove il lato economico e la precarietà lavorativa hanno un’incidenza peculiare sullo stile di vita, soprattutto quando ci si ritrova, pur non volendo, soli nel dover affrontare le difficoltà di sopravvivenza. La giovane donna che dà voce alla storia, infatti, non appena i suoi genitori scoprono il suo orientamento sessuale, è obbligata ad andare via di casa appena diciassettenne, per iniziare la convivenza con la donna che in qualche modo l’ha obbligata a rivelarsi la sua affettività.
Per Clara lei prova un amore viscerale, senza tregue, a tratti morboso e indelicato, ma che comunque fa acquisire una dimensione elevata alle scene e alla loro strana (eppure così usuale) vita di coppia. Addentrandoci nell’ambito prettamente omosessuale degli argomenti, Alain Voudì ci racconta cosa vuol dire essere omosessuale ancora oggi: una famiglia che potrebbe tradirti e disconoscerti, incapace di affrontare l’anima delle persone, in un modo quasi agghiacciante, non perché sia una situazione limite ma proprio per il fatto che la crisi delle famiglie di oggi mette in evidenza tutte le fragilità della società moderna: due genitori incapaci di capire cosa provi e di farsene una ragione, in fondo, dimostrano soltanto la loro inadeguatezza, anche se poi a farne le spese sono proprio i figli.
Altro tema che potrebbe indurre al cliché, per quanto sia attuale, diventa poi il tradimento, il desiderio di innovazione nella propria quotidianità di coppia, per quanto comunque i lettori attenti siano in grado di discernerne l’universalità. E ancora, senza mettere in ballo le polemiche attuali che purtroppo oggi caratterizzano la politica nostrana, scopriamo la semplicità dell’omogenitorialità, laddove la stessa giovane ci dimostra il desiderio di essere madre, senza far ricorso all’egoismo personale di cui tanto si dice (e poco davvero si conosce) quando trattiamo l’argomento per le coppie dello stesso sesso. Diventa quasi una vocazione, che dovrebbe stare alla base di qualsiasi famiglia reale e di fatto.

E in sintesi credo che sia proprio questo il merito maggiore di Alain Voudì e della sua storia: la voce della protagonista e la sua storia consentono al lettore di intravedere dentro la diversità e comprendere che in realtà non cambia proprio nulla. Che lei potrebbe essere un lui e amare Clara, o che al posto di Clara ci possa essere magari Rocco, e i sentimenti, le difficoltà e l’esistenza permarrebbero comunque le stesse, con la sola aggiunta di quella peculiare paura che ci portiamo addosso nel rivelarci e nel temere le altrui reazioni, nel momento stesso in cui osiamo pensarci in “quelli come noi” e “gli altri”.
La scrittura è fluida e nel contempo fervida, trascende nell’ironia che mantiene alto il livello di attenzione su una protagonista che essa stessa sa di poter non essere simpatica, per il suo modo rabbioso di interagire come difesa contro il prossimo.
L’immedesimazione di scrittura è piuttosto buona, non ci sono sbavature tali da rovinare il percorso descritto.
La lettura scorre veloce, non si inceppa, lasciando dentro una continua curiosità su cosa succederà poi. Come i pomodori nella macedonia pertanto è sicuramente un’esperienza da leggere, che può essere soddisfacente anche per i palati più esigenti.
E, lasciatemelo dire, in casi del genere anche un pomodoro ci starebbe benissimo in mezzo a una bella coppetta di frutta fresca e succosa.
Provare per credere.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Come pomodori nella macedonia
  • Autore: Alain Voudì
  • Editore: Mondoscrittura
  • Data di Pubblicazione: 2015
  • ISBN-13: 9788897960164
  • Pagine: 168
  • Formato - Prezzo: € 10,00

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