24 gennaio 2016

Scarponi chiodati sulle rotaie - Iosetta Mazzari

Abicis torna ad affiancare il Capitano Olmi in una indagine che lo porta a Padova, nella casa della sua madrina di guerra. Per il giovane soldato è l’occasione di conoscere meglio Annamaria, apprezzare la sua sensibilità e la sua gioia di vivere, lasciarsi coinvolgere nella quotidianità di una famiglia che lo accoglie con calore e semplicità. L’indagine è complessa, richiede lo sforzo comune di molte persone per arrivare alla soluzione del caso. Perché nella tratta ferroviaria tra Padova e Camposampiero gli incendi nei vagoni sono tanto frequenti? E come si porta avanti una indagine se l’ordine è di non far sapere che si indaga sugli incendi? 

Recensione

Iosetta Mazzari si è specializzata nello scrivere gialli con la prima guerra mondiale come cornice temporale. A una presentazione dei suoi libri, l'autrice ha spiegato che il motivo di questa sua scelta è che rimasta avvinta dai racconti che le sono stati riportati da coloro che hanno vissuto la guerra direttamente o indirettamente. In ogni caso questa ambientazione rende le sue storie piuttosto originali, l’unico scrittore di gialli che io ricordi che abbia situato le sue storie pressappoco nella stessa epoca è Corrado Augias con il suo commissario Sperelli.

Scarponi chiodati sulle rotaie è l’ultimo di una serie di otto romanzi. Per quanto l’autrice asserisca che ogni romanzo può essere letto prescindendo dagli altri, tuttavia, non avendo letto i precedenti, rimane qualche perplessità circa i personaggi. Come mai, ad esempio, il soldato Abicis, che è il maggiore protagonista della storia, ha come madrina di guerra la cugina del capitano Olmi? Le madrine di guerra, che erano un’istituzione della prima guerra mondiale, erano signorine della buona società che confortavano con lettere e pacchi i militari al fronte. Tuttavia la corrispondenza avveniva soprattutto con gli ufficiali, piuttosto che soldati semplici, e non c’è da stupirsene dato l’altro grado di analfabetismo che ancora esisteva all’epoca in Italia.

La storia raccontata dalla Mazzari ha un buon ritmo e si legge con facilità. L’intreccio è tutt’altro che banale e l’autrice riesce a creare la giusta aspettativa, dosando gli indizi che vengono individuati a seguito dei ragionamenti logici degli investigatori e adatti a rendere la trama assolutamente verosimile.

La descrizione psicologica dei personaggi è molto ben fatta, avendo l’autrice lasciato che la loro personalità venisse rivelata dalle azioni e dai dialoghi. Quella che risulta carente è una descrizione fisica dei luoghi e dei personaggi stessi. Sorge il dubbio che possa trovarsi nei romanzi precedenti o che la Mazzari, per quanto riguarda i luoghi, faccia troppo conto sul fatto che i lettori siano tutti veneti e ne abbiano quindi conoscenza diretta.
Il maggiore protagonista è il soldato Abacis che, in quanto tale, ha una vita tutt’altro che facile, essendo spesso angariato dai superiori, perché si sa, al tempo, i soldati semplici erano bistrattati, specie al fronte, e dovevano preoccuparsi non solo del nemico ma, soprattutto, dei comandanti che li mandavano allo sbaraglio, incuranti della loro incolumità, contando sul loro numero più che su una adeguata strategia per sopraffare l’esercito avversario.
Il protagonista si dimostra coraggioso senza essere imprudente, rispettoso con i superiori senza essere leccapiedi, modesto e gentile con tutti senza lasciarsi strumentalizzare, pieno di buoni sentimenti e di fede senza essere bigotto. Inoltre usa sempre un linguaggio e modi encomiabili, nonostante abbia vissuto la propria gioventù in un orfanotrofio che, da quanto risulta, non è il luogo più adatto ad imparare le buone maniere. In pratica una persona che tutti vorrebbero conoscere. Queste qualità del maggiore protagonista del romanzo costituiscono anche i suoi limiti. Esiste veramente un individuo simile? Esiste un soldato che in caserma non si trattenga dall'usare il proverbiale linguaggio “da caserma”? In ogni caso non bisogna pensare che la disponibilità ad aiutare il prossimo che Abacis dimostra sia stucchevole, tutt’altro, perché si sente che è frutto di considerazioni intelligenti senza per questo risultare pedanti. Ecco quindi un eroe che non ha bisogno di superpoteri e che sa servirsi dell’intuito e dell’intelligenza, doti che possono ritrovare in se stessi tutti quelli che si abituino ad usare il proprio raziocinio.

Il romanzo è in definitiva molto piacevole e, per quanto sia destinato ad un ventaglio di lettori ampio, che spazia da i più giovani ai più vecchi, a mio avviso, quelle della Mazzari sono storie perfette per i ragazzi. Il linguaggio piano e scorrevole, il ritmo sostenuto e la ricerca degli indizi secondo una logica condivisibile, ne fanno, infatti, un romanzo molto adatto per adolescenti anche se è una lettura destinata a tutti.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Scarponi chiodati sulle rotaie
  • Autore: Iosetta Mazzari
  • Editore: Cleup Coop. Editrice Università di Padova
  • Data di Pubblicazione: ottobre 2015
  • ISBN-13: 9788867874682
  • Pagine: 167
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 12,50

1 Commenti:

  • 24 gennaio 2016 alle ore 19:16
    Zair says:

    Leggo con grande piacere la recensione del mio libro, mi riconosco in quanto è stato scritto, mi piace avere delle critiche che mi aiutino a migliorare.
    Ringrazio chi ha avuto voglia di leggermi e la volontà di scrivere sui miei libri. Se ci fossero domande relative ai personaggi sarà un piacere rispondere.

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