23 novembre 2015

Un terremoto a Borgo Propizio - Loredana Limone

A Borgo Propizio va in scena la vita che, si sa, è fatta di cose belle e di cose brutte. Cose belle, il borgo ne ha tante da sfoggiare da quando è risorto a nuova vita, con il Castelluccio restaurato e le imbellettate case del contado, ora affacciate sull’elegante pavé a coda di pavone della piazza del Municipio, e con l’elettrizzante fermento culturale che si respira già fuori della cinta muraria e che sicuramente fa rodere il fegato a fior di città d’arte. Ma un giorno qualcosa di molto brutto, un violento sisma, arriva inclemente a distruggere ampia parte del centro storico, gettando nella disperazione i propiziesi che tanto amano il loro paese. La villa del Comune sembra una scatola con il coperchio sfondato; il pavé è sprofondato quasi agli inferi; i lampioni, ora ciechi e senza luce, con le bocce frantumate, appaiono piegati alla catastrofe; le botteghe e le abitazioni sono squarciate, orribilmente. Felice Rondinella, appassionato sindaco, vive l’immane disastro come un fallimento personale, e Padre Tobia si sente troppo stanco per portare il peso della croce. Perché non si tratta solo del terremoto: al borgo i peccati sono diventati incontenibili e le confessioni scandalo allo stato puro. Non si capisce più nulla, tutto è sottosopra. L’unico fatto certo è che il professor Tranquillo Conforti, trovato a terra nella Viottola Scura, non ha avuto un infarto mentre scappava, spaventato dalle scosse, ma è stato ucciso. Un assassino a Borgo Propizio? La faccenda si complica…

Recensione

Quella che viene raccontata in Un terremoto a Borgo Propizio(il terzo romanzo di una trilogia Borgo Propizio iniziata nel 2012 con Borgo Propizio–Guanda 2012 e poi Tea 2013- e continuata con E le stelle non stanno a guardare–Salani 2014/Tea 2015-) può considerarsi una favola che si svolge ai nostri tempi e ha come teatro degli avvenimenti un borgo medievale, presumibilmente simile ai molti piacevoli borghi di cui è costellata la nostra penisola.
I personaggi sono tanti e talmente reali nella loro normalità da assomigliare ai nostri vicini di casa. Non tutti questi personaggi, a dire il vero, risultano essenziali per lo svolgimento della storia, ma sono descritti in maniera molto sentita da parte dell'autrice che mette in risalto i lati positivi del loro carattere e ironizza su quelli negativi, evitando tuttavia di esprimere un proprio giudizio.

Una caratteristica che accomuna molti scrittori -in particolare le scrittrici- è quella di affezionarsi ai personaggi da loro creati, ma forse nessuno manifesta loro tanto affetto quanto Loredana Limone.Quando per la dinamica del racconto è stato necessario inserire un “cattivo”, si sente che la scrittrice si è adattata a farlo obtorto collo, evitando di approfondire la personalità del soggetto in questione, e non perché abbia ritenuto che “guardando troppo nell’abisso, poi l’abisso possa guardare dentro di lei”, ma perché Loredana Limone è una di quelle rare persone piena di umanità e buon senso, portate a vedere negli altri soprattutto ciò che hanno di positivo, glissando sugli aspetti più negativi.

È questa una storia scorrevole, espressa con una scrittura fresca e solo apparentemente istintiva, a dimostrazione dell'abilità della scrittrice, che riesce inoltre ad intessere le vicende con una piacevole ironia che mai sfocia nel sarcasmo.

L’aspetto negativo del romanzo è che, con tanti personaggi da descrivere, arrivare al nocciolo della storia risulta piuttosto lento, nonostante, prima dell’inizio del racconto, ci sia l'elenco dei maggiori protagonisti con una loro schematica e apprezzata descrizione. Pian piano, andando avanti nella lettura, la matassa dei rapporti interpersonali si chiarisce e la storia entra nel vivo, accompagnata da due fatti salienti pressoché contemporanei: il terremoto che scuote e lesiona gli edifici di Borgo Propizio, nonché l’omicidio di un assessore comunale. Due avvenimenti che pongono gli abitanti del borgo di fronte a se stessi e che tolgono le certezze in cui sono vissuti fino ad allora.

Per quanto riguarda l’indagine condotta per scoprire l’assassino dell’assessore, si tratta più che altro di un pretesto per scavare nella psiche degli indiziati, senza volontà da parte dell’autrice di scrivere un romanzo di genere poliziesco, anche se il maresciallo incaricato del caso alla fine riesce ad individuare il colpevole.
Vengono narrate soprattutto storie di uomini e donne alla costante ricerca d’amore. Che sia vero o presunto tale, che sia lecito o meno, non ha molta importanza, perché sono vicende sempre piene di umanità e descritte con ironia.

Non è nella natura dell’autrice drammatizzare gli eventi, che siano tradimenti che scuotono le fondamenta dei rapporti interpersonali o movimenti tellurici che distruggono materialmente i focolari domestici. Pertanto i personaggi di Loredana Limone non urlano mai e, se esprimono desideri di vendetta, essi non vengono gridati ai quattro venti ma, se mai, solo sussurrati ai parenti e amici più stretti.
Con tanti personaggi positivi, il bene non poteva che trionfare sul male, ma la storia è tutt’altro che melensa, bensì piena di umorismo e con qualche sorpresa. L’unico piccolo dramma, che fa commuovere e sorridere al medesimo tempo, si verificherà alla fine del romanzo e conferisce un connotato surreale al racconto.

Giudizio:

+4 stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Un terremoto a Borgo Propizio
  • Autore: Loredana Limone
  • Editore: Salani
  • Data di Pubblicazione: giugno 2015
  • Collana: Il Libraio
  • ISBN-13: 9788869182426
  • Pagine: 378
  • Formato - Prezzo: eBook - Euro 9,99

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