22 luglio 2015

Roma Caput Zombie - Marco Roncaccia

Per Aldo la vita è dura ma anche la morte non scherza.
La sua compagna l’ha lasciato, la cooperativa per cui lavora non lo paga ed è sotto sfratto. Scambia con un tossico la sua auto, per un posto in una stanza in una palazzina popolare fatiscente di un quartiere degradato di Roma.
Viene morso da un piccione che gli arriva in casa dalla finestra. Da quel momento nulla sarà più come prima.
Si sorprenderà a divorare il cane di un pastore sardo, i furetti allevati da un homeless che vive nel parco, fino a scoprire il raccapricciante piacere di un pasto di carne umana.
Un’avventura tra orrore e degrado, in una periferia romana tristemente in rovina.

Recensione

Originale, moderno e innovativo: tre aggettivi che racchiudono, nella loro semplicità, le caratteristiche predominanti di Roma Caput Zombie, un romanzo horror con punte splatter che fanno capolino tra una pagina e l’altra.

Come leggiamo nell’incipit, la storia racconta di un uomo distrutto e senza speranze, Aldo, che a 40 anni si ritrova con un pugno di mosche in mano, e di come un giorno la sua esistenza si sia trasformata in una convivenza con un nuovo status, una nuova natura, per colpa di uno strambo volatile intontito.

Marco Roncaccia, l’autore dell’opera, è riuscito a realizzare un lavoro esemplare sfruttando la fama e la popolarità del mondo dei vaganti, nata nei cinema dalla mente del grande regista George Romero e diffusasi ulteriormente negli ultimi anni grazie ai nuovi media e alla tv (non possiamo non citare infatti The Walking Dead, il celebre telefilm ideato dal fumetto di Robert Kirkman e adattato allo schermo da Frank Darabont). Tutto ciò ha fatto sì che la caccia allo zombie si trasformasse in una moda a tutti gli effetti, cosa assai semplice perché l’occulto, si sa, stimola da sempre la curiosità di ognuno.

Una scelta dunque estremamente coraggiosa quella di Roncaccia di approdare in un campo su cui tanti hanno fantasticato e costruito diversi universi narrativi ma proprio qui sta la sua originalità: lo scrittore è riuscito a raccontare di un tema molto conosciuto attraverso una storia e uno stile estremamente nuovi.
Quelli che ci troviamo davanti in questo romanzo sono infatti Zombie-per-caso: vittime di un buffo incidente (come avviene per il protagonista, Aldo) o di chissà quale allucinazione cocainomane (come per Sara, co-protagonista), gli zombie di Roma Caput Zombie sono speciali, si nutrono sì sempre di carne umana o animali per soddisfare il dio virus (come più volte Aldo sottolinea nel racconto) ma si trovano a vivere in un pre-stadio che anticipa poi la classica natura dello zombie che ben conosciamo. In altre parole, finchè riescono a mantenere un equilibrio del proprio status, saziando la fame ogni qualvolta il virus si risveglia, preservano una natura pseudo-umana; è come se lo zombie fosse un alter ego (similmente a quanto accade in Dottor Jekyll e Mister Hide ).
I sentimenti e la pietà, il dolore, l’intelletto e il raziocinio fanno parte di Aldo anche dopo il suo mutamento improvviso di natura, è una lotta interiore che imperversa senza sosta nella mente e nell’animo del protagonista, uno scontro con se stesso e con il suo nuovo modo di essere. Io non esisto, ripete più volte nel mezzo nel romanzo ma si sbaglia, esiste più di prima, che il virus sia una salvezza per lui?

Lo scenario di Roma permette di dare quel tocco innovativo alla trama e alla storia facendola sentire ancora più nostra, più italiana e questo aggiunge un punto in più a favore dell’atmosfera horror in stile potrebbe succedere anche a noi.
Il realismo della narrazione poi è stupefacente così come la lucidità della logica del modo di pensare zombie. Non mancano i riferimenti al mondo della cultura moderna sotto forma di richiami a noti telefilm (come Dexter) o le citazioni musicali che raccontano in note e parole cosa sconvolge gli animi dei personaggi mettendo a nudo le loro debolezze ed esaltando le loro fragilità.
Un po’ troppe parolacce forse, ma ci sta nel gergo tipico dei giovani, nonostante questo posso dire che a me il libro è veramente piaciuto e che l’autore mi ha convinto al 100 %.

Ci tengo però a precisare che questo tipo di lettura non è adatto né a chi è debole di cuore né a chi non ha la minima intenzione di andare al di là dello stereotipo dello zombie tipico propinatoci dai media.
Ottima la scelta dei capitoli brevi che invogliano ancora di più a divorare le pagine del libro (ci sentiamo un po’ zombie anche noi lettori! ) e sicuramente un ottimo lavoro. Chi cerca una storia superficiale sui morti viventi, ha sbagliato libro: gli zombie di Marco Roncaccia sono molto più umani di quello che sembrano.
Riporto una citazione che per me racchiude tutto il senso del libro:

Il virus, quel parassita che ti porti dentro, ha ucciso il vivente morto che eri e ti ha trasformato nel morto vivente che sei e nel cambio, a conti fatti, ci hai guadagnato.

Una nuova prospettiva da cui osservare in modo nuovo quelle creature che da sempre sono solo descritte come dei mostri ma forse è solo la loro esistenza ad essere mostruosa.

Giudizio:

+5stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Roma Caput Zombie
  • Autore: Marco Roncaccia
  • Editore: Nero Press Edizioni
  • Data di Pubblicazione: 04/2015
  • Collana: INSONNIA
  • ISBN-13:978-88-98739-36-3
  • Pagine: 208 pagine
  • Formato - Prezzo: Brossura con alette - 13,00 Euro

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