29 maggio 2015

Speciale Grande Guerra: Addio alle Armi - Ernest Hemingway

Ernest Hemingway nacque a Oak Park (Illinois, USA) nel 1899. Secondo di sei figli di un medico e di un'artista, l'infanzia di Hemingway fu agiata e a contatto con la natura, cosa che lo appassionò alla vita all'aperto e all'avventura. Dopo che la madre tentò senza successo di fare di lui un musicista, il giovane Hemingway si appassionò alla letteratura, spinto dai suoi professori delle medie che ne intravidero il talento.
Preso il diploma, iniziò a lavorare come cronista prima di arruolarsi e partire per il fronte italiano della I Guerra Mondiale nel 1918 in qualità di autista delle ambulanze della Croce Rossa. Ferito ad una gamba, venne ricoverato in vari ospedali prima di finire nell'ospedale della Croce Rossa americana a Milano, dove conobbe Agnes Von Kurowsky, che fu la fonte di ispirazione per il libro qui recensito, Addio alle Armi. Finita la fugace storia d'amore che lo lasciò a pezzi, Hemingway fu dimesso e decorato con la medaglia d'argento al valor militare italiana e, dopo un ritorno al fronte, nel 1919 rientrò a Oak Park accolto da eroe. Negli anni Venti iniziò la sua carriera da scrittore.
In contrasto con la madre, si ritrovò senza il sostentamento della famiglia e dovette arrangiarsi con lavoretti vari prima di riuscire a diventare giornalista. Verso la fine del 1921 il giornale per cui lavorava lo mandò in Europa per un reportage ed è a Parigi che Hemingway fece le conoscenze che lo iniziarono alla carriera di scrittore. Nel 1926 vennero pubblicati i suoi primi due romanzi di successo: Fiesta (E il Sole sorge ancora) (The Sun also Rises prima ed. italiana Einaudi, 1944) e Torrenti di Primavera (The Torrents of Springs prima ed. italiana Einaudi, 1951). La fama di Hemingway crebbe e, rispettivamente nel 1927 e nel 1929, vennero pubblicati Uomini senza donne (Men without Women, prima ed. italiana Elios, 1946) e Addio alle Armi (A Farewell to Arms prima ed. italiana Mondadori, 1946). Negli anni Trenta la sua carriera ebbe un'impennata: avventuriero e insofferente a restare sempre nello stesso posto, girò il mondo e scrisse proficuamente sia romanzi che racconti. Tra le opere più famose ricordiamo: Verdi Colline d'Africa (The Green Hills of Africa prima ed. italiana Jandi-Sapi, 1946), Chi ha e chi non ha (Who Have and Have Not prima ed. italian Jandi-Sapi, 1945) e Morte nel pomeriggio (Death in the Afternoon prima ed. italiana Einaudi, 1947).

Durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, Hemingway scrisse uno dei suoi romanzi più celebri, Per chi suona la campana (For Whom the Bell Tolls prima ed. italiana Mondadori, 1946), che ebbe una trasposizione cinematografica nel 1941 e fu un bestseller. In quegli anni Hemingway girò molto sui fronti di guerra europei ed ebbe vari incidenti - tra cui uno gravissimo in auto - e contrasse ben due polmoniti. Venne inoltre inquisito (poi assolto) per aver violato la Convenzione di Ginevra togliendosi le mostrine da reporter e combattendo al fianco dei partigiani francesi.
Alla fine della guerra, Hemingway soggiornò lungamente in Italia e scrisse un romanzo sul suo legame con lo Stivale: Di là del fiume e tra gli Alberi (Across the River and Into the Trees prima ed. italiana Mondadori, 1965). Tornato nella sua casa a Cuba, lo scrittore iniziò un altro romanzo fondamentale che gli frutterà il premio Pulitzer e il Premio Nobel del 1954: Il Vecchio e il mare (The Old Man and the Sea prima ed. italiana Mondadori, 1952). La vita avventurosa ne aveva tuttavia segnato il fisico e la mente e negli ultimi anni di vita soffrì di una forte depressione che, nel luglio del 1961, lo portò al suicidio. Di quel periodo si ricordano soprattutto gli articoli giornalistici e Il giardino dell'Eden (The Garden of Eden prima ed. italiana Mondadori, 1987). In Italia il nome di Ernest Hemingway fu fatto conoscere da Fernanda Pivano, traduttrice di molti suoi libri e amica.


Composto febbrilmente tra il 1928 e il 1929, Addio alle armi è la storia di amore e guerra che Hemingway aveva sempre meditato di scrivere ispirandosi alle sue esperienze del 1918 sul fronte italiano, e in particolare alla ferita riportata a Fossalta e alla passione per l'infermiera Agnes von Kurowsky. I temi della guerra, dell'amore e della morte, che per diversi aspetti sono alla base di tutta l'opera di Hemingway, trovano in questo romanzo uno spazio e un'articolazione particolari. È la vicenda stessa a stimolare emozioni e sentimenti collegati agli incanti, ma anche alle estreme precarietà dell'esistenza, alla rivolta contro la violenza e il sangue ingiustamente versato. La diserzione del giovane ufficiale americano durante la ritirata di Caporetto si rivela, col ricongiungimento tra il protagonista e la donna della quale è innamorato, una decisa condanna di quanto di inumano appartiene alla guerra. Ma anche l'amore, in questa vicenda segnata da una tragica sconfitta della felicità, rimane un'aspirazione che l'uomo insegue disperatamente, prigioniero di forze misteriose contro le quali sembra inutile lottare.

Recensione

Ernest Hemingway ebbe una vita che definire avventurosa sarebbe riduttivo. L'amore per il viaggio e la curiosità furono le molle che lo spinsero ad essere sempre presente quando grandi eventi si stavano compiendo.
Fu cronista durante la Seconda Guerra Mondiale e la Guerra Civile Spagnola e partecipò, a venti anni, alla Prima Guerra Mondiale come riservista americano inviato in Europa a combattere sul fronte italiano.
Non potendo essere un combattente a causa di un difetto della vista, divenne autista di autoambulanze. Durante il suo servizio fu ferito ad una gamba e venne portato all'ospedale della Croce Rossa americana di Milano, dove conobbe Agnes von Kurowsky, infermiera statunitense di origine tedesca con cui intrattenne una relazione amorosa. Questa sommaria descrizione di quel periodo della vita di Hemingway non differisce molto da un veloce riassunto di Addio alle Armi - romanzo di amore e morte che narra in prima persona le vicende del tenente Frederic Henry e dell'infermiera Catherine Barkley –, trascrizione su carta delle forti sensazioni che le sue esperienza di vita gli avevano lasciato.

L'autore - premio Pulitzer nel 1953 e Nobel nel 1954 - è sempre stato famoso per le sue frasi scarne, al limite della semplicità ma estremamente evocative, e per i suoi personaggi forti e gentili allo stesso tempo. La potenza narrativa di Addio alle Armi sta nel raccontare di esseri umani qualunque che cercano di vivere la loro storia in mezzo alla Storia.

La Prima Guerra Mondiale sta cambiando l'Europa e il mondo intero e anche le persone non possono rimanere le stesse: è l'inizio della fine degli ideali positivisti di fine '800.
Non poteva che essere una guerra di proporzioni immani a sconvolgerli, riportando gli uomini e le donne ad una condizione di precarietà. Proprio in questa situazione si muove la storia d'amore tra Frederic e Cathrine e tutto il loro rapporto non può che essere minato dal periodo che stanno vivendo, quando invece, se fosse stato collocato in un diverso momento, avrebbe potuto seguire un corso meno problematico.
Hemingway, tuttavia, li fa innamorare proprio grazie alla guerra, rendendo una straordinaria narrazione del conflitto e reciprocità tra Eros e Thanatos al lettore.

Ovviamente Addio alle armi è da leggere. Hemingway miscela perfettamente le emozioni dei personaggi in due storie intrecciate. L'inquietudine che per tutto il dipanarsi della storia non lascia mai i personaggi non può che sfociare in un finale disperato e al tempo stesso inevitabile. Si lotta contro l'inevitabile, ci dice Hemingway, ed è questo che ci rende umani.

Giudizio:

+5stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Addio alle Armi
  • Titolo originale: A Farewell to Arms
  • Autore: Ernest Hemingway
  • Traduttore: Fernanda Pivano
  • Editore: Mondadori
  • Data di Pubblicazione: 2007
  • Collana: Oscar Classici Mondadori
  • ISBN-13: 9788804567103
  • Pagine: 320
  • Formato - Prezzo: Brossura - 10,50 Euro

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