30 aprile 2014

Speciale Premio Pulitzer: La breve favolosa vita di Oscar Wao - Junot Díaz

Junot Díaz è nato Santo Domingo, ma all’età di sei anni, nel 1974, si è trasferito con la madre e i fratelli a Parlin nel New Jersey per ricongiungersi con il padre che lavorava in quella città. L’esperienza degli immigrati dominicani negli USA, centrale nei suoi romanzi, è quindi stata da lui vissuta in prima persona.
Già durante la scuola elementare, Díaz era un vorace lettore di libri fantascienza e un appassionato di film del medesimo genere, in particolare adorava i lavori di John Christopher ed era un fan del film Il pianeta delle scimmie.
Nel 1992 si è laureato alla Cornell University di Ithaca (New York), e nel 1995 ha conseguito un master nella stessa università; attualmente insegna scrittura creativa al MIT e scrive articoli per il Boston Review e per il The New Yorker.

Nel 1996 ha pubblicato A picco (Drown, Mondadori 2008), una raccolta di racconti che ha riscosso un enorme successo. Nel 2008 gli viene assegnato il Premio Pulitzer per la narrativa grazie al suo primo romanzo La breve e favolosa vita di Oscar Wao (2007). La sua ultima pubblicazione è la raccolta E' così che la perdi del 2010 (Mondadori, 2013), nove racconti che idealmente continuano le vicende narrate in A picco e nel suo più famoso romanzo; in entrambi i casi i protagonisti sono giovani dominicani che devono adattarsi alla nuova vita negli Usa, districandosi tra legami familiari difficili e relazioni sentimentali destinate al fallimento.


"La breve e favolosa vita di Oscar Wao": già dal titolo si capisce che il romanzo non avrà un lieto fine classico. Ma non importa. Perché la vita di Oscar - ribattezzato Wao da un amico dominicano che storpia il nome di Wilde è davvero favolosa. Da favola. Da favola letteraria, magica e realistica al tempo stesso. Nasce e cresce nel New Jersey, il grasso, poco attraente, intelligente e parecchio eccitato Oscar. Sua madre Belicia è una ex reginetta di bellezza scappata da Santo Domingo perché perseguitata dal clan del dittatore Trujillo, la sorella, Lola, è una ragazza dolce, assennata e insieme spericolata come tutte le dominicane di Díaz. L'intero albero genealogico di Oscar, come quello di altre migliaia di dominicani, è composto da figure torturate, espropriate, martirizzate.

Recensione

Tagliente, vulcanico, scoppiettante, politicamente scorretto: sono questi alcuni degli aggettivi che mi vengono in mente per definire La Breve Favolosa vita di Oscar Wao e descrivere le sensazioni che mi ha suscitato questo romanzo nel corso della lettura; certamente non è un libro noioso, grazie ai continui cambi di scenari attraverso cui il lettore conosce la Storia recente della Repubblica Dominicana e le storie di Oscar e dei suoi familiari. E’ anche il modo più veloce per accrescere le proprie conoscenze in materia di fantasy, fantascienza e fumetti, poiché le storie e i protagonisti di questi generi letterari (senza peraltro disdegnare i supereroi) sono continuamente citati per costruire l’atmosfera in cui prende corpo la storia di Oscar e della sua famiglia.

Il punto di vista del narratore oscilla tra la prima persona (Lola, sorella di Oscar che racconta la sua infanzia e adolescenza tra nucleo familiare negli Stati Uniti e famiglia allargata a Santo Domingo) e terza persona (quando vengono narrate le vicende di Oscar e degli altri protagonisti). La narrazione in terza persona acquista gradatamente una sua personalità ed esce dall’anonimato, in cui è in genere inserita, per diventare essa stessa voce e punto di vista di un personaggio che ha un ruolo rilevante nell’intera vicenda. Non è, quindi, un narratore onnisciente ma uno dei protagonisti che cerca di comprendere la Storia e le storie che racconta, anzi in molti casi si rivolge direttamente al lettore richiamando la sua attenzione su alcuni particolari e cercando di giustificare le sue azioni.

Una strategia simile, di graduale ampliamento dell’orizzonte narrativo, viene adottata per collocare le vicende personali in un più ampio contesto storico. Il titolo e i primi capitoli creano nel lettore l’attesa di un romanzo focalizzato su Oscar; invece la vicenda che dà il titolo all’intero romanzo è solo una parte all’interno di un quadro articolato in cui l’insieme si svela attraverso le storie dei singoli (la sorella Lola, la madre Belicia Cabral, L’abuela Nena Inca, Abelardo) che ricostruiscono la drammatica Storia recente della Repubblica Dominicana.

È un tema molto sentito da Díaz e la sua posizione è di forte condanna sia verso la politica degli Stati Uniti che verso l’incapacità di una parte dei dominicani (che siano emigrati negli Usa o ancora residenti in Patria) di fare i conti con il proprio passato di collusione con la feroce dittatura di Trujillo e con i regimi, altrettanto violenti, che ne sono seguiti.

La dittatura di Trujillo è un argomento così ricco di spunti letterari da essere stato oggetto de La festa del caprone del premio nobel Mario Vargas Llosa e Díaz né è perfettamente consapevole (in un paio di passi del suo romanzo cita esplicitamente lo scrittore peruviano con un tono poco benevolo), ma intende offrire un’altra visione della storia dominicana, in cui il tiranno e i suoi complici non hanno alcuna umanità (addirittura vengono identificati con Sauron e i Nazgûl, principali antagonisti de Il Signore degli anelli di Tolkien.) E, secondo me, non è un caso che la protagonista di Vargas Llosa e la madre di Oscar abbiamo lo stesso cognome (Cabral) e siano entrambe scappate negli Usa per sfuggire al regime di Trujillo, causa della rovina delle loro famiglie. Diversamente da Vargas Llosa, Díaz però sceglie i protagonisti della sua storia tra la gente comune, segnata dal fatalismo che gli viene dalla fede assoluta nel Dio dei cattolici e dall’attribuzione causale sulla base delle due categorie del Fukù (la maledizione) e dello Zafa (lo scongiuro che protegge dalla maledizione).
Oscar, la sua famiglia e tutti i dominicani devono continuamente districarsi tra Fukù e Zafa alla ricerca di un equilibrio precario, ricerca problematica e non esente da rischi che non si esaurisce con la morte ma viene trasmessa alle generazioni future. Non tutto può essere compreso, bisogna accettare una quota d’irrazionalità che, spesso, è la base su cui prende forma la speranza e si può provare a costruire una nuova vita.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: La breve favolosa vita di Oscar Wao
  • Titolo originale: The Brief Wondrous Life of Oscar Wao
  • Autore: Junot Díaz
  • Traduttore:Silvia Pareschi
  • Editore: Mondadori
  • Data di Pubblicazione: 2007
  • Collana: Piccola biblioteca oscar
  • ISBN-13: 978-8804586890
  • Pagine: 346
  • Formato - Prezzo: Brossura – 10,00 Euro

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