13 settembre 2013

L'erba del Diavolo - Fabrizio Fondi

La sonnolenta estate di Grosseto viene macchiata da una scia di sangue senza fine: messe nere, sequestri, vendette ed esecuzioni si susseguono lasciandosi dietro solo terrore. Il ritorno alle origini di Matteo Rovere, ispettore reduce da 15 anni di servizio a Milano, si snoda tra le strade, le campagne e i boschi della provincia maremmana, alla ricerca di chi è arrivato in quei luoghi a seminare la morte. O di chi, forse, da quei luoghi non se n’è mai andato. Con uno stile incalzante e travolgente Fabrizio Fondi ci guida tra dannazioni terrene e promesse infernali, alla scoperta dell’inquietante Messo di Lucifero e del seducente Mago Edson. Perché Rovere è convinto che l’ambizione, la fame di successo, la sete di potere possano essere molto più pericolose del diavolo.

Recensione

Può un romanzo piacere troppo? Se così fosse, sarebbe il caso di "I giorni dello scirocco", che mi ha catturata, sorpresa, inquietata fino al midollo. Ero quindi titubante ad affrontare quest'altra opera di Fabrizio Fondi, sia nel timore che non reggesse il paragone con la prima, sia per la sincera preoccupazione che le atmosfere fossero ancora più cupe, come il titolo farebbe presagire, e quindi per me troppo impressionanti (lo confesso, ho il terrore del soprannaturale). Lo dico subito e chiaramente, "L'erba del Diavolo" non mi è entrato nelle ossa come il suo predecessore e se anche il giudizio complessivo è alla pari, non lo ricorderò con grande calore. Certo, il genere è decisamente diverso, qui il Male è più tangibile e violento e l'azione si concentra in pochi giorni anziché nell'arco di decenni: per questo non vado oltre con il confronto e mi limito al romanzo in oggetto, com'è giusto che sia.

A ciascuno di noi sarà capitato, almeno una volta, di imbattersi in un programma di cartomanzia - come non ricordare la nota venditrice italiana e il suo mago brasiliano? - e così è capitato anche all'autore, che ne ha tratto lo spunto per questa storia.
Tre sono le figure attorno alle quali ruota il romanzo: si comincia con il mago Edson, cartomante e occultista che trasmette da una televisione locale di Grosseto una striscia settimanale che riscuote sempre più consensi. Il suo fascino magnetico sembra essere il motivo principale del suo successo, ma in realtà è la sua volontà di ferro e la sua spietatezza che lo portano ovunque voglia andare. Uomo senza scrupoli, non guarda in faccia a nessuno pur di raggiungere i suoi obiettivi.

Il secondo è l'ispettore Matteo Rovere, che ha finalmente ottenuto il trasferimento da Milano nella sua città natale...con 15 anni di ritardo; ormai i motivi che lo avevano spinto a chiederlo non sussistono più, anzi, ne avrebbe fin troppi per voler restare nel capoluogo lombardo. I genitori sono mancati da tempo e gli amici non sono più tali; i colleghi sono degli sconosciuti, anche se non si può dire che lui sia la persona più socievole del mondo. Sarà lui a condurre le indagini sulle tragiche morti che insanguinano la provincia toscana e a trovare il bandolo di una matassa che è più intricata di quanto sembri.

Infine, il Messo, capo di una setta di adoratori di Lucifero dediti a orge e sacrifici umani: ha dalla sua un grande carisma e altrettanto grandi ambizioni. Forse è il meno definito dei tre, quello con i contorni più incerti e una personalità poco chiara, ma è un falso difetto, poiché proprio questo contribuisce a renderlo ancora più inquietante.

Le strade dei tre si incroceranno in modo non troppo ovvio: Rovere, seguendo indizi  e intuito, si metterà sulle tracce del Messo, che a sua volta pianifica di togliersi l'ispettore dai piedi; Edson, tutto preso dai suoi piani verso il successo, si ritroverà a fare i conti con Rovere, che l'ha scelto come informatore speciale.

Rovere si avvicina molto, forse troppo, allo stereotipo del poliziotto, single forzato, scontroso per non dire scorbutico, temuto più per fama che per fatti concreti, impacciato quanto basta in una realtà a lui sconosciuta ma comunque efficiente e determinato nel suo lavoro. Resta comunque un personaggio riuscito che sa riscuotere le simpatie del lettore. Al contrario di Edson, che riesce fin da subito antipatico - ma non meno efficace e credibile.

I personaggi secondari sono un punto debole del romanzo, chiamati per nome più che come presenza concreta, solo un paio riescono a ritagliarsi un po' più di spazio e di originalità; soprattutto Leone, il mio preferito tra questi, manca di uno spessore che si intuisce ma che non viene sfruttato appieno.

Di satanismo e messe nere c'è meno di quanto mi sarei aspettata, il sangue lo si intuisce più che vederlo veramente e la Morte arriva rapida che quasi si fatica a riconoscerla: Fondi è uno scrittore illusionista, che dice cosa vuol mostrarci e ce lo fa immaginare con la sola fantasia. È facile lasciarsi andare allo splatter, meno lo è bilanciare nel modo corretto il vedo/non vedo, ma l'autore ci riesce benissimo.

Ho un solo dubbio: l'ispettore viene roso da un tarlo, che si incontra per la prima volta a pag. 159 come se fosse già stato presentato, cosa che invece avviene a pag. 182. Mi sono persa io o c'è stato un rimaneggiamento dei capitoli che ha provocato questo dissesto temporale?

Thriller comunque ben congegnato e godibilissimo, con ritmo incalzante e qualche pausa ad hoc, giusto per riprendere fiato. Di Grosseto c'è poco, almeno per chi non c'è mai stato, ma la torrida aria estiva c'è tutta: atmosfere cupe fin dall'inizio, alla conclusione si arriva alle tenebre, e non c'è Speranza che le rischiari.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: L'erba del Diavolo
  • Autore: Fabrizio Fondi
  • Editore: Mondoscrittura
  • Data di Pubblicazione: 2013
  • Collana: Magia Nera 
  • ISBN-13: I9788897960027
  • Pagine: 286
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 12,00; Ebook - Euro 1,99

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