12 aprile 2013

Il venditore di bibbie - F. D. Lamb

Un vecchio rassegnato alla sua incurabile vecchiaia apre la porta di casa a un ragazzone sorridente che cerca nell'arredo spunti di conversazione, come se non fosse lì per vendergli qualcosa. Una giovane aspirante grande venditrice, arrivata in anticipo alla riunione-festino della sua azienda, ascolta attraverso il soffietto il training che si svolge dall'altra parte. Tecniche di vendita estreme e vita sessuale nella norma della generazione sopravvissuta al 2012.



Recensione

Ogni giorno un venditore si sveglia e sa che deve trovare una persona cui piazzare la propria merce. Come ogni predatore si dirige verso l'elemento più debole del branco dei potenziali acquirenti: un anziano pensionato. Così Marco Paolo, il protagonista del romanzo, ha un incontro con Raffaele Princiotta, muratore in pensione, cui intende vendere una bibbia su carta in fibra di cotone, copertina in pelle, artisticamente illustrata da famosi pittori e dal peso di otto chili compresa custodia in legno istoriato. Princiotta non è una gazzella, non può difendersi correndo più forte del predatore, ma è una vecchia volpe temprata da anni di incontri con giovani agenti di commercio arrembanti. Interessanti e spassosissime le tecniche di vendita ma, se l'uomo ha accettato di ricevere nel corso degli anni i rappresentanti, è perché è solo e annoiato e trova nella loro visita un momento di svago. Il confronto fra Marco Paolo e Raffaele Princiotta è il passaggio più bello del libro e vi si dipana uno dei  dialoghi umoristici più caustici che abbia mai letto. Si protrae per diverse pagine, intervallato dai capitoli in flashback dell'incontro di Marco Paolo con Rebecca, la sua ragazza, anche lei venditrice ma un gradino più in alto in campo commerciale di quanto non sia lui.
Marco Paolo tiene nascosta una parte della sua vita a tutti, compresa Rebecca. Rebecca rispetta questa segretezza "pur se la curiosità di una donna è più forte del suo amore". Anche lei del resto è convinta che ci sia una parte di noi stessi che è meglio tenere nascosta. I loro segreti si sapranno solo alla fine della storia e sono tali da sorprendere.

Le difficoltà, sia nell'ottenere che mantenere un posto di lavoro, hanno reso cinici i protagonisti del romanzo ed hanno insegnato loro che i sentimenti sono un lusso, amore compreso. Questo romanzo è tanto divertente quanto amaro. L'autore è dotato di un'ironia graffiante che induce a riflettere sull'etica delle azioni che siamo costretti a svolgere per sopravvivere.

La prima parte del romanzo è la più sciolta, la seconda -ma parliamo dell'ultimo quarto del racconto-, invece, è forse la più originale ma la meno scorrevole. I pensieri espressi dall'autore risultano un po' slegati e si sente -e si vede per qualche refuso- che è stata meno curata (facendogli perdere mezzo punto di giudizio). Normalmente si imputa agli esordienti di sprecare troppe parole per spiegare un concetto che ne richiederebbe un numero minimo. F. D. Lamb è una piacevole eccezione, tanto che si arriva a pensare che avrebbe potuto impiegare qualche termine in più per esprimere meglio il suo pensiero.

L'umorismo di cui è intrisa la storia ricorda quello del film "Tutta la vita davanti". Anche qui si canta l'inno della società commerciale e si fanno delle "convention" per creare quello spirito di gruppo così importante al fine del successo dell'impresa.

I protagonisti del romanzo si rendono conto della carenza etica del loro comportamento, tanto che cinicamente Rebecca considera che "alla fine, checché ne dicesse Gesù Cristo, non si salvava nessuno."

L'amarezza che sfoggia Marco Paolo non è da meno. Inviato dal call-center della ditta per cui lavora a trovare una potenziale cliente in una casa di riposo, ecco quello che confessa alla degente incapace di intendere e volere, cui peraltro piazza una bibbia (costo 3000 euro):

"Vede signora, è tutto qui, una versione più elegante dei finti agenti del gas che vengono a casa a chiederle i soldi della bolletta. Eravamo dei disoccupati che hanno risposto a un annuncio, si parlava di arte e impegno sociale, sembrava interessante, sempre meglio di andare contro le baleniere nel bar nordico fingendosi volontari anche se stipendiati da Greenpeace. Ci promettevano di iniziare a lavorare il lunedì senza giustificare tutta quell'urgenza, ci hanno dato un malloppo di roba da studiare per essere pronti, visto che ci avrebbero mandati da soli a casa della gente e molti di noi non avevano mai venduto neppure i vecchi giocattoli al mercatino delle pulci. Ci dicevano che era sufficiente avere fiducia in se stessi, che era normale all'inizio pensare di non essere capaci di insistere sul cliente ma non dovevamo pensare di non potercela fare e lasciarci abbattere dalla paura, perché quella era la via che portava al “lato oscuro della forza” che combatte nelle galassie lontane lontane contro gli smaglianti cavalieri del pensiero positivo. Era venerdì sera quando ci hanno consegnato il contratto, ero così in ansia e così impegnato a ignorare la voce del mio buonsenso che non l'ho neanche letto, men che meno mostrato a un commercialista o consulente del lavoro, come avrei potuto nel week end? E tutta quella fretta non era affatto necessaria, era solo per mandarci in palla, per sovraccaricarci, per toglierci l'analisi fredda e oggettiva delle cose, come noi dovremo imparare a fare con i clienti."

Giudizio:

+3stelle+ (e mezzo)

Dettagli del libro

  • Titolo: Il venditore di bibbie  
  • Autore: F. D. Lamb 
  • Editore: Il mio libro
  • Data di Pubblicazione: 2013
  • Collana: Narrativa
  • ISBN-13: 9788891040626
  • Pagine: 136
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 11,50 

1 Commenti:

  • 16 aprile 2013 alle ore 22:54

    Grazie mille della recensione! Sono contento che sia piaciuto! :-)

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