27 ottobre 2012

Un amico di Marcel Proust - Philippe Besson

È l'estate del 1916 a Parigi, l'Europa è sconvolta dalla Grande Guerra e gli uomini sono quasi tutti al fronte. Il giovane Vincent, invece, frequenta salotti e osserva il mondo: tanto da attirare l'attenzione di Marcel Proust e da instaurare con lui un rapporto stretto e complesso, basato sull'amicizia e sui diversi poteri di seduzione che si instaurano tra un maestro e un allievo. E poi arriva anche la passione, nelle vesti di Arthur, figlio della governante di casa, che si lascia amare da Vincent, prima di rispondere alla chiamata dell'esercito. Mescolando realtà storica e finzione, mentre sullo sfondo di amori e amicizie si agitano gli orrori atroci di una guerra mai negata, Besson costruisce un romanzo denso di iniziazioni: all'arte, all'amore, all'amicizia, al sesso e anche al dolore. E presenta un ritratto inedito e suggestivo di Proust, nelle vesti di un moderno pigmalione dei sentimenti.

Recensione

Che incanto, che delizia, che struggimento. Non si può non amare questo romanzo, come non si può non amare l'amore, la vita, e tutto quel che ci sta in mezzo.
Un amico di Marcel Proust, accattivante titolo italiano del francese En l'absence des hommes, vanta, effettivamente, la straordinaria partecipazione di Proust.

Personaggio del romanzo, ma soprattutto spirito guida: l'intero romanzo è ispirato ai temi proustiani, dalla bellezza pura e innocente dei giovani, all'esaltazione delle luci violente di un'estate trionfante al ricordo e recupero di un tempo perduto.

In una calda estate nel pieno della Grande Guerra, il sedicenne Vincent, dalla bellezza sfrontata e un'ostinata libertà morale, stringe un rapporto di sincera amicizia con Marcel Proust, prima, e un amore passionale, accecante e breve come lo scoppio di un fuoco d'artificio con il ventunenne Arthur, amico di una vita, tormentato soldato in licenza. Nei tempi ristretti eppure dilatati di una sola settimana si compie l'iniziazione del giovane Vincent, sballottato tra gli estremi più violenti della vita: amore e morte.

Se a uno sguardo superficiale l'ostentato autocompiacimento e l'erotismo spinto, quasi kitsch, possono apparire stucchevoli, la raffinatezza costante del linguaggio di Besson non tarderà a manifestare il perfetto equilibrio di questo romanzo, in cui le visioni di amore e morte, per quanto portate all'eccesso, si bilanciano perfettamente, in un'esaltazione estrema e consapevole della vita, quale ricercata proprio dal protagonista. Voglio essere dove la vita freme, è quel che dice Vincent, con assoluta sicurezza, in quell'eccitazione che è sinonimo di piacere e di spavento. A costo di rimanere dilaniato dagli opposti inconciliabili eppure inevitabili della vita.

Splendide le pagine dedicate a Marcel Proust, innamorato mai amante, il cui ritratto pulsa e affascina. Meravigliose le pagine del diario di Vincent, infuse di un lirismo assoluto. E infinitamente struggenti le parole di Arthur, che sconta da vivo una condanna a morte, che cerca nell'abbraccio di Vincent una panacea per gli orrori della guerra.

Una scrittura bellissima, uno stile grandissimo che si accompagnano a delle scelte narrative azzeccatissime: la narrazione in prima persona di Vincent, che si rivolge con la seconda persona ora a Proust ora ad Arthur, cui segue una sezione epistolare.
Besson è un mago con la parola: perché in una settimana di tempo narrato, in appena duecento parole, ha condensato, quasi fino a sanarle, le più belle contraddizioni della vita.

Giudizio:

+5stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Un amico di Marcel Proust
  • Titolo originale: En l'absence des hommes
  • Autore: Philippe Besson
  • Traduttore: F. Bruno
  • Editore: Guanda
  • Data di Pubblicazione: 2007
  • Collana: Le Fenici tascabili
  • ISBN-13: 9788860880284
  • Pagine: 186
  • Formato - Prezzo: Brossura - 8,00 Euro

2 Commenti a “Un amico di Marcel Proust - Philippe Besson”

  • 28 ottobre 2012 alle ore 13:36
    Rye says:

    Letto tutto d´un fiato! Peccato solo per il modo in cui è stato tradotto il titolo: fiacco, scoraggiante.

  • 28 ottobre 2012 alle ore 15:31
    Tancredi says:

    D'accordissimo, ma comprendo le ragioni editoriali (l'attrattiva del nome di Proust).

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