16 agosto 2012

Le torri di cenere - George R.R. Martin

Con la saga "Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco", George R.R. Martin si è affermato come uno dei maestri indiscussi del fantasy. Ma la sua multiforme opera si estende ben al di là dei confini dei Sette Regni e ben oltre la grande Barriera di ghiaccio. Le torri di cenere offre un'affascinante panoramica sul lavoro di questo autore pressoché unico, in grado di muoversi tra generi diversi e tematiche complesse sempre con il medesimo, folgorante impatto narrativo. Le torri di cenere offre molte prove dell'eclettico genio narrativo di George R.R. Martin. Da L'eroe a Solitudine del secondo tipo, da Al mattino cala la nebbia a Questa torre di cenere, una proposta antologica in grado di guadagnarsi un posto d'onore in qualsiasi libreria, una lettura fondamentale per avere una prospettiva unica su uno dei più grandi esploratori dell'immaginario del nostro tempo.

Recensione

Più che Le torri di cenere, questo volume avrebbe dovuto intitolarsi Racconti di G.R.R. Martin pescati nel mucchio senza alcuna logica.
I racconti selezionati, infatti, sono tratti da Dreamsongs: A RRetrospective, antologia che contiene trentaquattro lavori giovanili di Martin raggruppati per cicli narrativi. I primi quattro, L’eroe, L’uscita per Santa Breta, Solitudine del secondo tipo e Al mattino cala la nebbia compongono la seconda sezione del volume originale, The Filthy Pro. I successivi cinque, Canzone per Lya, Questa torre di cenere, …E ricordati sette volte di non uccidere mai l’uomo, La città di pietra, Fioramari sono tratti invece dalla terza sezione, The Light of Distant Stars, di cui manca però il racconto conclusivo (da Mondadori antologizzato in un’altra raccolta, I re di sabbia). Le solitarie canzoni di Laren Dorr, infine, è tratto dalla sezione The Heirs of Turtle Castle, la quale, per la cronaca, nel volume originale contiene anche Il drago di ghiaccio, racconto lungo inserito sia ne I re di sabbia che ristampato in un volume a sé.
Per farla breve, la Mondadori ha smembrato l’antologia in due parti senza nemmeno rispettare la divisione in sezioni tematiche, lasciando peraltro fuori una quindicina di altri racconti in virtù di non si sa bene quale criterio. Ma ciò non deve stupire, dato il trattamento analogo subito dalla saga A Song of Ice and Fire.

Lasciando da parte i commenti sull’edizione Mondadori, in ogni caso, si tratta di racconti molto più che validi, di cui consiglio assolutamente la lettura. G.R.R. Martin, nel nostro paese, è conosciuto dai più esclusivamente per la sua produzione fantasy (solo recentemente è stata pubblicata una sua opera di stampo alquanto diverso, Wild Cards), nonostante sia nato in realtà come autore di fantascienza e come tale si sia affermato.

I primi quattro racconti hanno un'impronta più realistica, come se fossero ambientati in un futuro fantascientifico del mondo che conosciamo; i temi e gli sfondi variano: si va dalla scenografia di guerra in cui si erge la figura del veterano Kagen a una futuristica storia di fantasmi del nostro tempo che continuano a vagare in autostrade ormai in disuso, dal diario che testimonia la solitudine e la paura di un uomo intrappolato in una stazione spaziale sull'orlo dell'universo conosciuto alla versione fantascientifica di un'indagine per dimostrare la non esistenza di spettri in un nebbioso pianeta divenuto meta turistica.

I successivi racconti rivelano l'ambientazione nello stesso universo narrativo, attraverso numerosi riferimenti a culture aliene, divinità e religioni, luoghi di un mondo ampio e variegato; eccetto l'ambientazione, non è possibile ravvisare alcun filo tematico: le indagini di due telepati in visita su un pianeta in cui si è diffusa una nuova e macabra religione suicida; la vita eremitica di un uomo che ha scelto di vivere nella natura selvaggia e pericolosa; la colonizzazione di un pianeta da parte degli Angeli d'Acciaio, popolazione guerriera dedita al culto del violento dio bambino Bakkalon; i tentativi di un viaggiatore di lasciare la Città di Pietra in cui è da anni bloccato, quasi tenuto prigioniero; l'avventura fatata di una ragazza perduta nel gelo di un Pieninverno che va avanti da troppo. Quest'ultimo racconto anticipa il sistema di avvicendarsi delle stagioni che sarà poi sviluppato nella saga delle Cronache.

L'ultimo racconto, infine, presenta il soggiorno di Sharra, viaggiatrice tra i mondi, in un inquietante universo popolato da un unico personaggio, Laren, il quale vive in solitudine da tempo immemorabile per la colpa di aver offeso i Sette, i guardiani tra i mondi e probabilmente (dal momento che viene citato Bakkalon) le principali divinità. Malinconico, poetico, e lungo l'essenziale: è senza dubbio il racconto che tra tutti ho preferito.

Martin dimostrava già negli anni '70, agli inizi della sua carriera, la sua maestria nel saper raffigurare con poche pennellate la psicologia di personaggi che agiscono per poche pagine e nel mostrare i caratteri geografici e culturali di universi da lui ideati, una straordinaria padronanza dei ritmi narrativi e la capacità di saper stupire con finali inattesi. Per quanto i racconti brevi non siano nelle mie corde, chiuso il libro non ho potuto fare a meno di provare il desiderio di leggerne ancora.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Le torri di cenere
  • Titolo originale: Dreamsongs: A RRetrospective
  • Autore: G.R.R. Martin
  • Traduttore: Valent G.; Lagomarsino G.
  • Editore: Mondadori
  • Data di Pubblicazione: 2011
  • Collana: Oscar Bestsellers
  • ISBN-13: 9788804600039
  • Pagine: 318
  • Formato - Prezzo: Brossura - 9,50 Euro

1 Commenti:

  • 30 settembre 2012 alle ore 15:39
    pardan says:

    Bellissima raccolta, se dovessi proprio scegliere il miglior racconto direi Canzone per Lya, ma in ogni caso la qualità di scrittura è altissima e in più è proprio il tipo di fantascienza che preferisco.

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