26 novembre 2011

La signora delle camelie - Alexandre Dumas (figlio)

Scritto nel 1848, quando l'autore non aveva che ventiquattro anni, il romanzo "La signora delle camelie" creò subito un mito, entrato nell'immaginario di intere generazioni e diventato protagonista delle scene, sia del teatro di prosa che del teatro d'opera, nonché degli schermi del cinema. Lo stesso Dumas ne realizzò una versione teatrale, affidandola a Sarah Bernhardt. Pochi anni dopo, Giuseppe Verdi saprà farne una trasposizione sublime, in musica, con "La Traviata". Margherita Gautier, alias Violetta, è diventata così una figura a sé stante: un mito appunto, con il quale si sono confrontate dive come Eleonora Duse, Greta Garbo, Maria Callas.

Recensione

Tutti quelli che stanno intorno a una ragazza come me hanno interesse a scrutarne la più piccola parola, a trarre conseguenze da ogni loro più piccola azione. Naturalmente non abbiamo amici, ma solo amanti egoisti che spendono i loro patrimoni, non già per noi, come dicono, ma per la loro vanità. Per loro, bisogna che noi siamo allegre quando essi sono allegri, in salute quando vogliono cenare, scettiche come lo sono loro. Ci è proibito avere un cuore, altrimenti si è schernite e viene rovinato tutto il nostro credito. Non apparteniamo più a noi stesse; non siamo più esseri umani, ma cose; siamo le prime nel loro amor proprio, ma le ultime nella loro stima. Abbiamo delle amiche, ma sono amiche come Prudence, ex mantenute che conservano desideri di lusso che, per la loro età, non possono più soddisfare. Allora diventano nostre amiche, o meglio le nostre commensali. La loro amicizia arriva al servilismo, mai al disinteresse. Non ci daranno mai altro che consigli interessati. Poco importa a loro che noi abbiamo dieci amanti di più, purché vi possano guadagnare dei vestiti o un braccialetto, e possano ogni tanto approfittare della nostra carrozza e andare a teatro nel nostro palco. Conservano i nostri fiori del giorno prima, e ci chiedono in prestito i nostri scialli. Non ci rendono mai un favore, per piccolo che sia, senza farselo pagare il doppio di quello che vale.

E' il 16 marzo del 1847 e in via d'Antin numero 9 si tiene l'asta dei beni posseduti da Marguerite Gautier, famosa cortigiana parigina. L'anonimo narratore si lascia coinvolgere nell'acquisto di un libro, Manon Lescaut, che cela al suo interno una curiosa dedica. L'interesse del narratore è definitivamente catturato dalla visita del distrutto Armand Duval, che lo implora di vendergli il libro in quanto costituisce un prezioso ricordo che non è riuscito ad acquistare, non essendo arrivato in tempo all'asta. Il narratore glielo cede volentieri, tanto più che i sentimenti di Armand sembrano andare oltre ciò che si conviene all'amante di una mantenuta e desidera ascoltare la sua storia.
La narrazione, condotta da Armand e coadiuvata da alcune lettere, rivela un amore poderoso e puro, ostacolato dalla condizione della volubile Marguerite, purtroppo ammalata di tisi, dal senso del decoro di Armand, e dal perbenismo francese così paradossale in una società che impone a un gentiluomo di avere un'amante.

Parlar male di un classico è sempre difficile e doloroso, in special modo se l'autore porta lo stesso nome di uno dei tuoi scrittori preferiti. A dimostrazione del fatto che non è detto che la mela debba cadere vicina all'albero, quello che è considerato il capolavoro di Alexandre Dumas figlio, il romanzo che ha ispirato la celeberrima opera La traviata e che attesta la relazione dello stesso autore con la cortigiana Marie Duplessis, si rivela un'opera non esattamente indimenticabile, dallo stile frettoloso e scialbo e personaggi poco approfonditi.

E' indubbio che il personaggio di Marguerite Gautier, courtesane sofferente di tubercolosi pronta a sacrificare per amore prima il suo consueto stile di vita e poi il suo stesso sentimento, sia passata alla storia. Il merito, mi viene da dire, va tutto a Verdi e alla sua trasposizione (non dimentichiamo poi che Eleonora Duse, che impersonò a lungo Marguerite, ha reso immortali molti personaggi femminili), poiché la narrazione di Dumas fil è così arida che non consente di provare per la protagonista un sentimento diverso da una fredda indifferenza. L'esposizione della storia, infatti, è affidata a un narratore omodiegetico che finge di aver appreso i fatti da una voce coinvolta in prima persona (Armand) e di averli poi approfonditi e rielaborati per poterli mettere nero su bianco. Il problema di questo artificio tipicamente ottocentesco è che allontana il lettore dalle emozioni dei personaggi principali: di fatto, il sentimento d'amore per Marguerite viene raccontato da Armand a posteriori e non vissuto sul momento. Ciò comporta anche la necessità per il lettore di dover ricostruire il personaggio della cortigiana attraverso il filtro di descrizioni adoranti del suo innamorato. Ne risulta una donna capricciosa e volubile che l'amore trasforma in virtuosa creatura costretta a tornare fuori da una vita rispettabile per permettere all'amato di continuare a viverci.

Naturalmente l'occhio dell'autore non condanna la vita moralmente indegna di Marguerite, presentata anzi come condizione ben triste legata all'effimera bellezza e destinata alla solitudine non appena tale bellezza sarà sfiorita. Da qui l'ostracismo morale dell'epoca, la scelta di Dumas di attaccare non l'immoralità della mantenuta ma le ipocrisie della società parigina.


Nota: A questo link potrete scaricare legalmente il pdf del romanzo.

Giudizio:

+3stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: La signora delle camelie
  • Titolo originale: La dame aux camélias
  • Autore: Alexandre Dumas (figlio)
  • Traduttore: Collodi L.
  • Editore: Newton Compton
  • Data di Pubblicazione: 2010
  • Collana: Grandi tascabili economici
  • ISBN-13: 9788854120587
  • Pagine: 192
  • Formato - Prezzo: Brossura - 7,00 Euro

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