2 aprile 2011

Tutti i racconti - Montague Rhodes James

Le ghost-stories dell'archeologo medioevalista James, grande esperto di cose gotiche e tardo gotiche, fuoriescono dai ristretti confini del genere: quello che M. R. James costruisce, nell'edizione completa dei suoi racconti, è un vero e proprio piccolo inventario del perturbante, che potrà incuriosire, oltre che l'appassionato, anche il lettore che per la prima volta si avvicina a questo tipo di narrativa.
Il male si annida vicinissimo, suggerisce M. R. James.
Tutto può accadere, anche l'innaturale, nelle residenze di campagna di piccole località sconosciute dell'Inghilterra, dove il tempo sembra essersi fermato per nascondere nelle sue pieghe le improvvise apparizioni di creature di un orrore indescrivibile.

Recensione

Premettiamo che il giudizio di chi scrive è parzialmente drogato dal fatto che questo ricchissimo campionario dell'orrore dal sapore goticheggiante è la sommatoria di materiale erudito - l'autore è un medievista di altissimo livello - e di un'ispirazione orrorifica, un connubio raro e perciò ancora più apprezzabile.

Si tratta di una raccolta completa di diverse raccolte di racconti a tema 'paura', tutti firmati da M.R. James tra il 1904 e il 1925: i Racconti di fantasmi di un antiquario, gli Altri racconti di fantasmi di un antiquario, Uno spettro scarno e altre storie, l'Avvertimento ai curiosi, gli Ultimi racconti e come chicca finale un'appendice dell'autore, le Storie che ho tentato di scrivere.

Già dalla prefazione dell'autore emerge la radice 'antiquaria' dell'ispirazione. A forza di sfogliare manoscritti medievali e vetusti libroni nelle sale di biblioteche solennemente silenziose e arcigne non stupisce che le fantasie di James prendessero, anche in coda alle mode letterarie del XIX secolo, un'inclinazione alquanto lugubre.

Dei gialli di Agatha Christie - il contesto sociale, per quanto non sovrapponibile per la cronologia, è analogo a quello di James - si dice che l'autrice ebbe l'intuizione geniale di sbattere 'un cadavere in biblioteca' nella rassicurante quiete della campagna inglese. Oltre al fatto che anche Dame Agatha aveva una certa propensione per il soprannaturale, le ambientazioni dei racconti di fantasmi di James rispecchiano in pieno questa visione: i protagonisti sono curati e parroci anglicani, nobili inglesi, governanti ciarliere e bibliofili eruditi; si muovono tra vecchie magioni di campagna, cariche di storia e di misteri, boschi tenebrosi e brughiere spettrali, che però alla luce del giorno ridiventano l'emblema della pace e della serenità.

Spessissimo l'orrore striscia fuori da una lapide nascosta nella navata di una cattedrale o, meglio ancora per un filologo come M.R.J., spunta fuori dalle pieghe di un libro del 17o secolo, dalla stampa di una dimora di campagna, dalla miniatura di un manoscritto medievale.

La raccolta di storie brevi - si arriva al massimo a una trentina di pagine - è di tipo enciclopedico per forme e contenuti: si va dal verbale di processo allo scambio epistolare, dal racconto in prima persona al ricordo; si tratta di spiriti e libri incantati, rituali di magia nera e grimori, esseri demoniaci e case infestate, larve e ragni giganti nascosti negli alberi. La tecnica consueta è quella di non dilungarsi mai troppo sugli aspetti più 'orridi': costruita la suspence con mano esperta il lettore viene lasciato a immaginare senza sapere con certezza.

Diversamente da Lovecraft, che, poco più tardi, negli stessi anni, dà vita al suo pantheon di divinità abnormi, James non calca la mano sugli aspetti più terrificanti: la presenza del sovrannaturale è palpabile ma non viene mai approfondita troppo; è vivida ma non va analizzata più di tanto, va piuttosto lasciata in una sfera di vaga e sottile inquietudine.

Nella scia del sano razionalismo britannico non se ne può negare l'esistenza ma il buon senso e il ritegno suggeriscono di trattare l'argomento con distacco e pudore. Meglio metterne in risalto, compiacendo anche il gusto dell'autore, gli aspetti più storici e folkloristici: un esempio è uno dei racconti più noti della raccolta, Fischia e verrò da te, ragazzo mio', che prende titolo e spunto da una vecchia ballata cinquecentesca. Ma nella fantasia dark di James trovano posto anche le fiabe raccontate dalla nonna per spaventare i nipotini e gli aneddoti sui campi e le esplorazioni degli scout, tutti sospesi tra realtà e immaginazione, storia e leggenda folklorica.

Si leggono d'un fiato e di gusto, questi racconti, uno tira l'altro e inquietano più che terrorizzare, aprono uno spiraglio sulla dimensione dell'aldilà nell'aldiqua ma non spalancano i cancelli dell'Inferno, o del Tartaro come piacerebbe a un classicista dello spessore di James. Ci sarebbe da immaginarselo nel suo studio di Cambridge, sepolto tra i libri, che sorride sornione quasi a dire: "non so se c'è da credere a certe storie, ma in alcuni luoghi dopo il tramonto non passerei se non fosse proprio necessario...".

Una chicca finale, almeno per i patiti del genere: i racconti di fantasmi sono stati saccheggiati come spunti, anche piuttosto diretti, per le storie di un fumetto italiano molto interessante édito da Bonelli, 'Dampyr'. L'albo 'Il conte Magnus' unisce insieme ispirazioni del racconto omonimo jamesiano e di 'La numero 13'; 'Casa di bambole' è parente prossimo di 'Una casa di bambole abitata', infine da 'Un episodio di storia cattedrale' viene uno spunto per i disegni di 'Lamiah'.

Giudizio:

+5stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Tutti i racconti
  • Autore: Montague Rhodes James
  • Traduttore: Benedetta Bini, Ottavio Fatica, Daniela Marciano
  • Editore: Theoria
  • Data di Pubblicazione: 1997
  • Collana: Ritmi, 68
  • ISBN-13: 9788824105200
  • Pagine: 512
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 9,80

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