12 gennaio 2011

L'isola - Aldous Huxley

Naufragato sulle coste inaccessibili dell'immaginaria isola di Pala, un viaggiatore del nostro tempo fa conoscenza con una cultura che si avvicina alla perfezione. Gli abitanti dell'isola, infatti, quasi completamente isolati da ogni contatto con l'esterno, hanno tentato di realizzare un progetto di società ideale, basata sul superamento di ogni complesso, sull'ampliamento della consapevolezza e sulla fusione armonica con la natura. Ma anche questa moderna, solare Utopia è destinata a venire travolta dalla barbara violenza della «civiltà» moderna. Scritto nel periodo in cui l'autore stava realizzando esperimenti con la Mescalina, L'isola, nel suo duplice aspetto di romanzo e di saggio, in netta contrapposizione al precedente romanzo di Huxley Il mondo nuovo, nel quale il futuro era invece rappresentato nella sua drammatica conflittualità tra dilemmi sociali ed esistenziali.

Recensione

"Non possiamo liberarci con la ragione della nostra fondamentale irrazionalità. Possiamo soltanto imparare l'arte di essere irrazionali in modo ragionevole."

Ultima e matura opera di Aldous Huxley, L'Isola è un classico romanzo del genere utopistico, classico già nella scelta dello stesso titolo: quale immagine migliore dell'isola?
Pubblicato appena prima della morte dell'autore, scritto parzialmente sotto gli effetti della mescalina, pensato come ad una risposta alla buia distopia de Il mondo nuovo, L'isola è, in realtà, un saggio travestito da romanzetto. Ignoro il resto della produzione di Huxley e soprattutto il suo celebre capolavoro, cui questo romanzo, appunto, vuole rispondere, in ogni caso mi è parso forzato e fin troppo artificioso. Se forti e chiari sono i contenuti "saggistici", non altrettanto si può dire della trama: tutto il materiale narrativo (la vita del protagonista prima del suo naufragio, le relazioni fra i vari personaggi, i giochi di potere e quant'altro) appaiono uno scarsamente efficace riempitivo, che cerca di mantenere fino alla fine l'illusione di avere davanti un romanzo e non un saggio. E' un romanzo che, praticamente, non ha storia: oltre alla progressiva e schematica scoperta della vita sull'isola non si può citare altro. E lo stesso sviluppo del protagonista, che raggiunge il culmine alla fine, in un capitolo decisamente visionario, appare slegato dal contesto e incoerente: Will, insomma, alla fine raggiunge l'illuminazione solo perché l'autore ha deciso di trattare nel penultimo capitolo determinati temi.

Anche lo stile non aiuta a mantenere l'illusione scenica. Non so fino a che punto si possa puntare il dito sulla traduzione, ma stilisticamente mi è sembrato un romanzo immaturo, assolutamente slegato dal suo contesto storico: per il linguaggio utilizzato, soprattutto, mi sembra assurdo si tratti di un romanzo americano degli anni Sessanta, sembra molto più antico.

Cosa rimane, dunque? Rimane l'ottima caratterizzazione di un'utopia, che ha saputo riunificare arte scienza e religione, un'utopia forse non perfetta (come suggerisce il finale), e che oggi, però, sembra aver fatto il suo tempo.

P.S. Se proprio dobbiamo dirla tutta... L'isola, un'utopia, buddhismo, filosofia, scienza, misticismo e misteri... scusate, ma io preferisco Lost!

Giudizio:

+3stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: L'isola
  • Titolo originale: The Island
  • Autore: Aldous Huxley
  • Traduttore: B. Oddera
  • Editore: Mondadori
  • Data di Pubblicazione: 1998
  • Collana: Oscar scrittori moderni
  • ISBN-13: 9788804455585
  • Pagine: 402
  • Formato - Prezzo: Brossura - 10,00 Euro

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