18 settembre 2010

Frankenstein ovvero il moderno Prometeo - Mary Shelley

Nella mostruosa creatura a cui uno scienziato dona la vita si riflette come in un gioco di specchi un fitto intreccio simbolico: l'ambiguità dell'atto della creazione, la ribellione della creatura verso chi l'ha generata, il diverso che ci somiglia, l'orrore dell'"altro" che prende vita dall'inanimato. La modernizzazione del tema faustiano è l'anima di questo romanzo che ritrae compiutamente la duplice natura dell'individuo e il suo conflitto con una società che ormai vive dentro la scienza.


Recensione

Viktor Frankenstein è un promettente studente di chimica e scienze naturali nell’università di Ingostadt, Germania. Moderno Prometeo (come recita già il sottotitolo), sviluppando le tecniche del galvanismo, riesce dove tutti hanno fallito, nel conferire cioè una scintilla di vita alla maniera inanimata: una notte tempestosa un enorme uomo costruito con ossa sottratte nelle cripte e carne ottenuta presso i macellatori prende vita sotto le sue mani. Ma tanta è stata la felicità nella riuscita dell’esperimento, tanto è il terrore del creatore quando realizza la mostruosità dell’essere cui ha dato vita: con disgusto, rifiuta decisamente la creatura, lasciandola a se stessa.
Frankenstein non lo sa, ma il suo gesto ha appena dato il via a una catena di orrori che distruggeranno la sua sfera familiare.
Il racconto di Frankenstein è riportato dalle lettere del capitano Walton, che, incastrato con la sua nave tra i ghiacci dei mari del Nord in rotta verso il Polo per una spedizione scientifica, ha raccolto il malridotto scienziato (stravolto dall’inseguimento della sua creatura fino a un capo del mondo) e ha deciso di affidare alla carta la sua storia così come gli è stata raccontata.

Il risultato è un bel romanzo tardogotico con molte caratteristiche del genere: la struttura narrativa bipartita (cornice e storia principale), l’elemento sovrannaturale e grottesco, la presenza di scenari naturali sublimi nel senso letterario del termine (distese di ghiaccio, montagne vertiginose) e di ambienti tipicamente cupi (boschi nebbiosi, tempeste notturne). Tuttavia il romanzo consiste in un superamento della prima fase perché l’irrazionale cede il passo a una fanta-scienza. L’ampia introspezione psicologica e il toccare temi come l’emarginazione della diversità, nonché speculazioni Rousseauiane (che Mary conosceva grazie al padre, lo scrittore e politico Godwin) quali quella sull’innata bontà naturale dell’uomo che viene guastata dalla società, ne fanno molto più che un semplice romanzo gotico. Il Mostro, che nell’originale inglese è apostrofato con un disumanizzante ‘it’, non mostra infatti naturalmente inclinazioni malvagie: la catena di omicidi in cui si trova invischiato si genera casualmente ed è alimentata dalla sua continua esclusione dalla società in cui cerca di integrarsi.

Rifiutato dal suo creatore, terrorizzato perché ciò che più spaventa l’uomo non è quel che è più lontano da lui, ma quel che più gli somiglia ed eppure è diverso –innaturale-, il Mostro apprende velocemente (come un Adamo cacciato dal Paradiso Terrestre) usi e costumi degli uomini, semplicemente osservando a lungo una famiglia che non sa della sua esistenza; da loro impara persino il linguaggio, che però non basta a far di lui un uomo perché è nato da materia impura. E persino dalla famiglia in cui aveva riposto tante speranze verrà rifiutato, quando si paleserà, e allo stesso modo verrà cacciato a sassate dai villaggi, o fucilato da un contadino cui aveva salvato la bambina da morte certa in un fiume, fino a quando comprenderà che non può esserci vita per lui tra gli uomini, e chiederà a Viktor di costruire una compagna del tutto simile a lui.

Qualcuno ha notato anche la costruzione tipicamente femminile del Frankenstein, sottolineata dall’uso di termini che richiamano la natalità: il romanzo può essere letto come una rappresentazione del trauma che segue la nascita, con conseguente rifiuto del figlio, e delle responsabilità morali in cui incorre chi dà alla luce una vita.

Lo stile di Mary Shelley è indubbiamente sublime; con linguaggio neutralmente scientifico, impensabile per una donna di quell’epoca (anche se non per una figlia rispettivamente di una politica femminista –Mary Wollstonecraft- e di uno dei pionieri del pensiero anarchico –William Godwin), la scrittrice descrive gli studi di Frankenstein e il processo che porta alla nascita della creatura. Profonda l’introspezione psicologica, e meravigliose le raffigurazioni di paesaggi tipicamente romantici. Purtroppo, però, il ritmo della narrazione è molto, troppo lento.

Un po' di aneddotica:

- Questo romanzo vide la luce in una notte tempestosa molto simile a quella in cui prese vita la Creatura; come narrato da Mary Shelley nella prefazione della seconda edizione, in cui peraltro rivendica il romanzo fino a quel momento attribuito al marito Percy Shelley, i due coniugi furono convinti da Claire, la sorella di Mary, a recarsi nella dimora ginevrina del suo amante Lord Byron. Il tempo non generoso li costrinse a trascorrere gran parte del tempo nella residenza, leggendo storie di fantasmi e discutendo di galvanismo e darwinismo, e Byron propose di comporre loro stessi alcune storie di fantasmi. Sembra che Mary trascorse quasi in stato di trance tutto il giorno successivo, pensando e ripensando a tutte le discussioni di scienze naturali che avevano affrontato, quindi, in una sola notte, compose il racconto che successivamente, in Inghilterra, sarebbe diventato Frankenstein.
[nella stessa occasione, Byron produsse un breve frammento sul tema dei vampiri da cui Polidori trasse il primo romanzo del genere in lingua inglese, Il vampiro, a lungo erroneamente attribuito a Byron]

- L'espressione 'Il mostro di Frankenstein' ha dato vita all'errore popolare di considerare Frankenstein come il nome della creatura, errore peraltro incoraggiato da vari film e altre trasposizioni. In realtà la creatura non ha nessun nome, ma viene continuamente appellata con epiteti che connotano il carattere mostruoso e innaturale della sua esistenza.

Giudizio:

+3stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Frankenstein ovvero il moderno Prometeo
  • Titolo originale: Frankenstein; or, the modern Prometheus
  • Autore: Mary Shelley
  • Traduttore: Saci M. C.; Troncarelli F.
  • Editore: Garzanti
  • Data di Pubblicazione: 2007
  • Collana: I grandi libri
  • ISBN-13: 9788811364405
  • Pagine: XXXII-221
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 6,80

3 Commenti a “Frankenstein ovvero il moderno Prometeo - Mary Shelley”

  • 18 settembre 2010 alle ore 12:29
    Anonimo says:

    Bella recensione, ancora non l'ho letto ma è in lista d'attesa già da un pò!

  • 18 settembre 2010 alle ore 13:34
    sakura87 says:

    Grazie :) credo che sia un libro da leggere, che piaccia o no.

  • 20 settembre 2010 alle ore 10:19
    Anonimo says:

    Non ho mai letto molto horror e gotico, ma oltre a Frankenstein ho in wishlist anche Dracula di Stoker e diverse opere di Lovecraft.
    Come dire che sto cercando di rifarmi! :)

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