27 giugno 2010

Gli effetti secondari dei sogni - Delphin de Vigan

Lou Bertignac ha tredici anni: la sua famiglia, dalla depressione della madre, vive in un silenzio opprimente, mentre a scuola le sue grandi capacità l'hanno portata in una classe avanzata, piena di studenti più grandi che non hanno nulla a che spartire con lei. Nolwen, diciannovenne, ha un passato che non può essere raccontato, e vive ora alla stazione di Austerlitz, evitando il contatto con chiunque. Due ragazze totalmente sole, completamente diverse ma destinate, in qualche modo, a riconoscersi fra la folla parigina. Un'amicizia che nascerà lentamente ma che arriverà a cambiare il mondo delle due protagoniste. La vicenda, drammatica, di due vite destinate a intrecciarsi e, se non a salvarsi, almeno a trovare nuove speranze.

Recensione

Gli effetti secondari dei sogni è un romanzo difficile da commentare, perché a tratti scomodo e a tratti raffinato, a volte coinvolgente e a volte... no. Nel corso della lettura più e più volte mi sono ricreduto ed ho cambiato giudizio. E' bene premettere, dunque, che gli ho dato quattro stellette, ma una di queste è solo per lo stile, molto interessante.

La storia è abbastanza semplice, ma non per questo povera e piatta: Lou, ragazzina genio, asociale, che vive con una madre depressa ed un padre afflitto, scopre l'amicizia di una ragazza senzatetto, che darà vita a grandi cambiamenti. I grandi cambiamenti sono facilmente intuibili, e questo forse guasta un po'.

All'inizio mi ha ricordato forse un po' troppo L'eleganza del riccio: la stessa situazione di una ragazzina troppo precoce, lasciata a se stessa da genitori distanti ed opachi, che guarda il mondo dall'alto, senza capirci niente. Ma poi l'analogia è scemata, perché la focalizzazione s'è spostata altrove, ed allora è emerso chiaramente il tema principale: quello dell'abbandono.

E', davvero, un romanzo sull'abbandono: tutti i personaggi chiamati in causa ne soffrono. Lou si sente abbandonata, dalla madre depressa, dal padre che si rifugia nel lavoro. Dalla vita stessa, dal suo QI che non l'aiuta per niente. No, la ragazza senza tetto, anche lei soffre una serie di abbandoni. E così anche per Lucas, il ragazzo ribelle-ma-buono-dentro, lasciato solo dai genitori in una grande e inutile casa. Ma non è un romanzo generazionale, non mi sentirei di definirlo un romanzo adolescenziale, perché anche gli adulti soffrono un abbandono: la madre di Lou, è chiaro, soffre la perdita della figlia morta, soffre l'abbandono di se stessa, perché si è lasciata andare, incapace di reagire.

In tutto questo, credere che l'amicizia (arricchita dalle citazioni del Piccolo Principe) possa risolvere tutto è sbagliato: e se all'inizio si può credere ad un eccesso di buonismo, alla fine ci si deve ricredere, con un finale che lascia indubbiamente l'amaro in bocca.

Dunque, per me, il romanzo strappa la quarta stella per il finale, azzeccato, e per lo stile, ricchissimo, raffinato, con il suo ampio periodare ed i flussi di coscienza in cui si mescola il discorso diretto.

Giudizio:

+4stelle+ (e mezzo)

Dettagli del libro

  • Titolo: Gli effetti secondari dei sogni
  • Titolo originale: No et moi
  • Autore: Delphine de Vigan
  • Traduttore: M. Bellini
  • Editore: Mondadori
  • Data di Pubblicazione: 2009
  • Collana: Oscar Contemporanea
  • ISBN-13: 9788804578734
  • Pagine: 207
  • Formato - Prezzo: Brossura - 9,00 Euro

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