2 ottobre 2009

Hyperversum - Cecilia Randall

Daniel ha una passione bruciante per un videogioco online, "Hyperversum", che trasporta la sua fantasia nella storia. Dentro la realtà virtuale ha imparato a essere un perfetto uomo del Medioevo e conosce tutte le astuzie per superare ogni livello di gioco. Una sera, Daniel gioca con alcuni amici e mentre vivono tutti insieme la loro avventura virtuale nel Medioevo vengono sorpresi da una tempesta che li tramortisce: i ragazzi si ritrovano così in Fiandra,nel bel mezzo della guerra che vede contrapposte Francia e Inghilterra. Si apre quindi per loro una nuova vita, nuove strade, un nuovo amore.

Recensione

Il sottotitolo di questo romanzo potrebbe tranquillamente essere: come trasformare un avventuroso fantasy in soap-opera.
Lo spunto che dà l'avvio alla storia è intrigante: un gruppo di ragazzi impegnato a giocare con un videogioco ambientato nel Medioevo si ritrova misteriosamente catapultato nella Francia del 1200, senza possibilità di tornare nel presente, e deve imparare a sopravvivere fra intrighi, inseguimenti, fame e guerra. Già dalle prima pagine però la lettura si fa faticosa, appesantita in primo luogo da un linguaggio stucchevole e ripetitivo. E poi dicono che Dickens è melodrammatico! Almeno lui aveva la giustificazione di scrivere in epoca vittoriana. D'altro canto, in David Copperfield non ho mai trovato un uso così smodato e compiaciuto di termini come "tormenti", "sofferenze", "confortare", "tribolazione" e altre strazianti amenità.

All'inizio mi sono augurata che l'infelice scelta dei vocaboli potesse essere colpa del traduttore, poi però ho scoperto che la Randall è italiana (Cecilia Randall è lo pseudonimo di Cecilia Randazzo) e quindi non poteva beneficiare di questa giustificazione. Il problema non sta solo nella scelta dei vocaboli, ma nel fatto che vengono utilizzati in modo poco naturale, artefatto, dando ai dialoghi un che di costruito e poco spontaneo.
Lo stile si fa così lento e ripetitivo e a tratti molto didascalico, soprattutto quando l'autrice utilizza il protagonista Ian (laureando in storia medievale) per spiegare usi e costumi del Medioevo. In queste occasioni il giovane americano assume inquietanti somiglianze con la mia maestra delle elementari, elargendo lezioni di "Medioevo for dummies" che potrebbero eventualmente andar bene per il personaggio di Martin, tredicenne, ma che sicuramente sono un po' forzate per gli altri protagonisti dell'avventura, tutti studenti universitari.

Ian non è solo la guida del gruppo, è il prototipo del cavaliere medievale senza macchia e senza paura, pronto a rischiare la sua vita per chiunque, leale, nobile e onesto ma anche un po' monocorde. La Randall prova ad aggiungere spessore psicologico ai suoi personaggi facendo precedere ogni loro azione da interminabili riflessioni su quanto si sentano impauriti e incerti sul da farsi, ma anche in questo esagera lasciando nel lettore un senso di impazienza.

In conclusione, lo stile dell'autrice mi ha impedito di apprezzare davvero un libro che non è certo da buttare: avventura e perfino un pizzico di ironia non mancano ma ci si appassiona davvero alla storia e ai suoi interpreti dopo qualche centinaia di pagine (sempre che non si sia annegati nel mare dei tormenti).

Dettagli del libro

  • Titolo: Hyperversum
  • Autore: Cecilia Randall
  • Editore: Giunti
  • Data di Pubblicazione: 2006
  • ISBN-13: 9788809055087
  • Pagine: 720
  • Formato - Prezzo: Rilegato, sovraccoperta - Euro 11.50

0 Commenti a “Hyperversum - Cecilia Randall”

Posta un commento

 

La Stamberga dei Lettori Copyright © 2011 | Template design by O Pregador | Powered by Blogger Templates