18 agosto 2009

Cigni Selvatici - Jung Chang

La storia vera di "tre figlie della Cina" (l'autrice, sua madre, sua nonna) le cui vite e le cui sorti rispecchiano un secolo di storia cinese, un tempo di rivoluzioni, di tragedie e di speranze: dall'epoca dei "signori della guerra" all'occupazione giapponese e poi russa, dalla guerra civile tra i comunisti e il Kuomintang alla lunga Marcia di Mao e alla Rivoluzione Culturale. Allevata come una "Guardia rossa", Jung Chang raccoglierà infine l'eredità di dolore e di speranza di sua nonna e di sua madre, opponendosi al regime, che le deporterà i genitori in un campo di rieducazione e la esilierà ai piedi dell'Himalaya, fino all'insperata occasione di espatrio, nel 1978, verso l'Inghilterra. Nuova edizione cartonata con sedici tavole fuori testo.

Recensione

Yu Fang, la nonna: concubina di un pezzo grosso dell’esercito, rapitrice della propria bambina per necessità, risposata con un anziano medico. La nonna dai piedi fasciati, che la madre le fratturava continuamente, da bambina, perché smettessero di crescere. La nonna sempre arzilla e attiva, premurosa e amorevole nei confronti di tutta la famiglia.
Bao Quin, la madre: cresciuta nel passaggio dal fascismo al comunismo, studentessa modello alla luce del sole e attivista politica dietro le quinte. Fiero membro del Partito Comunista, fedele seguace di Mao. Sulle sue spalle, una famiglia da far sopravvivere ai capovolgimenti di fortuna così comuni nel periodo maoista.
Jung Chang, il secondo cigno selvatico: la bambina che ha visto tempi di pace e tempi di guerra, benessere e carestia, gioia e dolore, onori e maltrattamenti, duro lavoro e studio, sempre forte, sempre a testa alta, fino alla coronazione del suo sogno: la borsa di studio in Inghilterra.
La storia di tre donne, la storia della Cina nel ventunesimo secolo: surreale, spesso sfociante in una realtà che sembra più la trama di un romanzo distopico, eppure reale.

E’ estremamente arduo, per me, giudicare questo libro. L’unico dato certo di cui dispongo è che è stata una lettura faticosa, lenta, e soprattutto noiosa. Non è la storia in sé che annoia: il romanzo abbonda di dati storici, sì, ma non sono elencati come punti di una lista della spesa, bensì perfettamente integrati nella trama, posto che ognuno di essi ha avuto effetti sulla vita dell’autrice o della sua famiglia. Non è nemmeno un problema di prolissità.
La verità è che questo libro non veicola sentimenti. Non sono riuscita a provare empatia verso le protagoniste, particolarmente nella storia della nonna e della madre, che è in tutta evidenza di seconda o terza mano. Anche la storia dell’autrice stessa è, in un certo modo, narrata in maniera distaccata, non so se per effetto voluto o per mancanza di un particolare talento letterario da parte sua. Forse perché, agli occhi di noi occidentali moderni, certi avvenimenti di cui narra appaiono quasi fantascientifici, mentre dalla sua penna scivolano via con noncuranza, senza che trapelino sentimenti di orrore o disgusto. Jung Chang è riuscita a creare un’autobiografia di grande valore storico, comprendente quasi un secolo di capovolgimenti politici, che però manca di emozioni umane: più che un romanzo, questo libro sa di saggio scritto in tono molto poco formale.
E’ per questo che si scivola nella noia, più e più volte. Certamente leggerlo aiuta a comprendere molte cose sul maoismo e sulla Cina, ma dal punto di vista letterario è un libro quasi scadente.

Giudizio:

+3stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Cigni selvatici
  • Titolo originale: Wild Swans
  • Autore: Jung Chang
  • Traduttore: L. Perria
  • Editore: Tea
  • Data di Pubblicazione: 2005
  • Collana: Grandi storie Tea
  • ISBN-13: 9788850208470
  • Pagine: XIX - 681
  • Formato - Prezzo: Rilegato - 12,90 €

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