14 maggio 2009

La principessa sposa - William Goldman

Un celebre sceneggiatore è disperatamente a caccia di una copia del romanzo chiave della propria infanzia. Quel romanzo gli aveva spalancato orizzonti impensati, rivelato uno strumento strepitoso: la lettura. Darebbe un occhio pur di trovarlo, vorrebbe regalarlo al figlio viziato e annoiato, sperando che il prodigio si ripeta. Quando ne agguanta una copia, si rende conto che molti capitoli noiosi erano stati tagliati dalla sapiente lettura ad alta voce del padre. Decide di riscriverlo. Togliere lungaggini e divagazioni. Rendere scintillante la "parte buona". La magia si realizza. Il risultato è straordinario. Si parte da una cotta clamorosa, un amore eterno tra un garzone di stalla e la sua splendida padrona, che sembra naufragare a causa di una disgrazia marittima. C'è poi il di lei fidanzamento con un principe freddo e calcolatore. Poi c'è un rapimento, un lungo inseguimento, molte sfide: il ritmo cresce, l'atmosfera si arroventa. Il trucco della riscrittura -arricchito da brillanti "fuori campo" dell'autore - l'incanto di personaggi teneri o diabolici, i dialoghi perfetti, fanno crescere il romanzo a livelli stellari. Disfide, cimenti, odio e veleni, certo. Ma anche vera passione, musica, nostalgia.

Recensione

È un po' di tempo che mi balocco oziosamente con l'idea di recensire questo libro. Ma ora che mi appresto a farlo davvero mi accorgo di quanto sia difficile. Goldman ha creato un capolavoro che sfugge alle classificazioni e che non si può trattare in modo riduttivo con un semplice "mi è piaciuto/non mi è piaciuto".
Perché La principessa sposa è molte cose: è un libro inventato dentro un libro vero, la storia di una storia che non c'è, una fiaba e un insieme di cenni autobiografici, un inno nostalgico all'infanzia perduta, un canto ironico e intelligente che ridimensiona i cliché di un certo tipo di letteratura.

Da La principessa sposa è stato tratto un film che, pur essendo molto fedele alla vicenda, non rende i molteplici livelli di lettura, limitandosi -giocoforza- alla sola rappresentazione della favola di Buttercup e del suo amato garzone Westley. Dentro il libro c'è molto, molto di più. Ci sono i ricordi dell'autore che rievoca con nostalgia le serate trascorse con il padre a sentir narrare questa storia, tanto da cercare disperatamente -fino a sfiorare il ridicolo!- una copia in inglese del libro. E ci sono i problemi di un adulto alle prese con un figlio che per lui è un po' uno strano alieno (si è dato così tanto da fare, l'autore, per trovare quel libro in tempo per il compleanno del pargolo e lui -un ciccioculotto un po' viziato- non lo guarda nemmeno, attratto molto di più dalla scintillante bici che gli ha regalato la mamma!). Ma, soprattutto, come ci rimane male lo scrittore, sceneggiatore hollywoodiano, quando scopre che il libro originale è una fetecchia e che la narrazione del padre comprendeva solo i ritagli interessanti in una marea di blablabla!
La decisione è presa in un istante: riscriverà quel libro, lo depurerà dalle cose inutili e poi, dopo questa doverosa potatura, rimodernerà lo stile: la storia tornerà a splendere, stavolta per tutti, non per lui solo!

E così, il lettore viene trascinato nel regno di Florin e assiste alle avventure di Buttercup, la "più bella del reame" più sciatta che mamma letteratura ricordi, e del suo amore litigarello, il garzone Westley, insieme al mitologico Inigo Montoya ("tu hai ucciso mi padre, preparati a morire" declama ad ogni piè sospinto mentre sogna la vendetta sull'assassino del padre armaiolo), al gigante Fezzick e all'assassino siciliano Vizzini.
Ci sono alcuni pezzi di una comicità irresistibile, come quando Buttercup e Westley si ritrovano dopo la straziante separazione (si pensava che lui fosse stato ucciso dal terribile pirata Roberts): l'autore prima non narra il loro incontro nei dettagli dicendo qualcosa tipo "li lasciamo in pace perché hanno anche loro diritto a un po' di privacy" e poi precisa che cinque minuti dopo erano già a bisticciare. E tanti saluti al romanticismo e al melodramma.
Se poi si guarda a questo libro con l'occhio clinico dell'aspirante scrittore, è un vero almanacco di sapienti trucchi del mestiere: flashback, intermezzi, caratterizzazione dei personaggi, uso dell'ironia e chi più ne ha più ne metta.
Che dire di più, a parte che è un libro favoloso e che merita di essere letto, riletto e poi riletto ancora?

Dettagli del libro

  • Titolo: La principessa sposa
  • Titolo originale: The Princess Bride
  • Autore: William Goldman
  • Traduttore: Massimiliana Brioschi
  • Editore: Marcos y Marcos
  • Data di Pubblicazione: 2007
  • Collana: Gli alianti
  • ISBN-13: 978-8871685625
  • Pagine: 329
  • Formato - Prezzo: 17,00 Euro

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