15 marzo 2009

Il contagio - Walter Siti

Un angolo di borgata, una casa popolare, tre piani di cemento a vista e, all'imbocco della scala A, la scritta "l'invidia è la forza dei cornuti". Dentro abitano Chiara e suo marito Marcello, ex culturista dalla sessualità incerta, Francesca, la paraplegica combattiva militante di sinistra, Bruno, ultrà romanista in affidamento diurno. E poi Gianfranco, lo spacciatore che prova a entrare nel giro grosso, Eugenio detto "er Trottola", che lavora in un'officina e si scopre innamorato della prostituta con cui convive... In questo paesaggio fatto di pezzi di campagna, villaggi e lembi di metropoli, le loro storie s'intrecciano, unendosi a quelle di personaggi che la borgata l'hanno scelta, per ribellione, per fascinazione. Come Flaminia che s'è sposata Bruno rompendo con la famiglia, o come il professore, che ama Marcello e lo mantiene. Frastornati dal rumore di fondo - il chiacchiericcio delle donne sulle panchine, gli strilli comici o intimidatori a ogni ora del giorno e della notte, le 'pinne' fatte con i motorini -, li seguiamo in un percorso dove non ci sono più alibi, niente o nessuno da salvare. Non la leggendaria vitalità popolare, esaltata in tanti libri e film, non il professore che in questa vitalità presunta ha provato a rigenerarsi, non le ideologie contemporanee, troppo impegnate a simulare paradisi inesistenti. È il romanzo della corruzione e della cocaina diffuse, del sesso venduto e negato. La periferia di Roma, quelle borgate ridotte a indifferenziata poltiglia si fanno metafora e i borgatari, "antesignani dell'insignificanza", conquistano terreno, diventano avanguardia. Perché mentre le borgate si adeguano ai valori borghesi, come scriveva Pasolini, la borghesia si sta 'imborgatando': legge della jungla, sogni di lusso impossibile, indifferenza morale, assenza di futuro - "vivere alla grande fin che si può e crollare quando capita". I due strati si sono contagiati a vicenda, ormai. "Il segreto di una civiltà al tracollo è la consistenza fluida: una geografia collosa, una storia evaporante, un'identità fondente e una criminalità liquida." In una lingua "presa dal vero" ma non per questo meno letteraria, che contamina il romanesco dei personaggi con l'italiano e piega l'italiano dell'autore verso il dialetto, Siti costruisce un romanzo dove la realtà, confusa e inintelligibile, viene soppiantata dalla rappresentazione, a sua volta imprendibile, illusionistica. Un romanzo che cancella se stesso in un brulicare di mille storie violente e grottesche, la cui somma, alla fine, dà zero.

Recensione

Per lettori che in un libro non cercano rassicurazione o evasione. Qui non ne troveranno. Non c'è un personaggio edificante in cui immedesimarsi, non c'è una realtà più bella della propria da sognare. C'è la vita vera nella sua desolazione e nel suo desiderio di riscatto. Ci sono gli odori, ci sono i sapori, a volte graditi, perlopiù sgradevoli. Un quadro desolante della borgata di Roma che diventa una sorta di quartiere globale. Un virus che si spande e che contagia tutti col suo squallore e allo stesso tempo col suo prepotente desiderio di vita. Ci sono alcune pagine verso la fine, la dichiarazione d'amore del professore a Marcello che mi resteranno sempre nella memoria. Un po' faticose tutte le parti in dialetto romano: si capiscono benissimo ma appesantiscono un po'. Capisco però che non se ne potesse fare a meno. Da leggere.

Dettagli del libro

  • Titolo: Il contagio
  • Autore: Walter Siti
  • Editore: Mondadori
  • Data di Pubblicazione: 2008
  • ISBN-13: 9788804579502
  • Pagine: 339
  • Formato - Prezzo: Rilegato, sovraccoperta - 18,00 Euro

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