4 giugno 2018

Turbine - Juli Zeh

Sembra proprio che Gerard e Jule abbiano trovato un angolo di paradiso. È il villaggio di Unterleuten, poco lontano da Berlino. Romantici cottage, aperta campagna, aria pulita: un luogo dove la vita è autentica. Fin dal principio, però, si percepisce un’atmosfera cupa, qualcosa che minaccia la quiete, qualcosa che ribolle sotto la superficie e sta per esplodere… Quando una ditta decide d’impiantare un gruppo di turbine eoliche nelle immediate vicinanze del paesino, si delinea un conflitto che va ben oltre le vite private degli abitanti: si tratta di uno scontro tra generazioni, tra città e campagna, tra artificio e natura, tra perdenti e vincitori post-muro. Una vera e propria guerra di tutti contro tutti, in cui dietro alle ideologie si nascondono gli istinti più bassi mentre le dinamiche spietate della provincia non fanno che esasperare il bisogno quasi carnale di appropriarsi di un pezzo di terra. Un crescendo di tensione che sfocia nella nevrosi collettiva e in cui la certezza è una sola: non si salva nessuno. Turbine, specchio perfetto della società contemporanea, racconta tutta la rabbia e la frustrazione di un mondo che fatica ad affrontare il cambiamento. Un romanzo brillante, intelligente come la migliore satira politica, avvincente come un giallo e umano come una confessione, che in Germania è stato un clamoroso caso letterario. 

Recensione

Questa storia si svolge ad Unterleuten, nome di fantasia di un paese situato a settanta chilometri circa a nord di Berlino. Unterleuten era quindi compreso nei territori della DDR prima della riunione delle due Germanie e con la caduta del regime vengono ad emergere i rancori tra gli abitanti.  Si sono create due fazioni che fanno capo rispettivamente a Kron, che durante la Primavera socialista era stato favorevole alle collettivizzazioni forzate, e a Gombrowski, manager e proprietario di molte quote della Ecologika, l’azienda agricola specializzata in prodotti biologici, già cooperativa agricola prima della caduta del muro di Berlino. Gran parte dei terreni coltivati (circa 250 ettari) erano appartenuti alla famiglia Gombrowski prima che venissero requisiti dal regime.
Nel paese tendono a stabilirsi anche alcune famiglie provenienti dalla Germania Ovest, attirate dai prezzi abbordabili dei terreni e dalla natura incontaminata della zona, ma non riescono in genere a legare con gli abitanti, anche se alla fine saranno quasi costrette a schierarsi con una o l'altra delle due fazioni.
Dato che l’Ecologika è l’azienda che da lavoro alla maggior parte dei paesani e senza questa attività la popolazione sarebbe costretta in gran parte ad emigrare o vivere di sussidi, i contrasti tra le fazioni rimarrebbero contenuti se non intervenissero a farli esplodere due fattori: la globalizzazione con conseguente crisi economica dell'azienda  schiacciata dall’importazione di prodotti agricoli a prezzi concorrenziali e il nuovo piano energetico nazionale che prevede l’installazione nella zona di pale eoliche per la produzione di energia elettrice verde. Al proprietario del terreno su cui verrebbero poste le turbine sarebbe garantita una ricca rendita.
Tre sono i più grandi proprietari terrieri: Gombrowski, Kron e Meiler, quest’ultimo è un ricco affarista della Germania Ovest che ha comprato i terreni solo per motivi speculativi, contando che un giorno possano aumentare di valore. In mezzo alle loro tenute, tuttavia, c’è la proprietà dei Franzen, una coppia di “forestieri” venuta da Berlino con l'intento di creare un maneggio. Ognuno dei tre latifondisti vorrebbe accaparrarsi quest’ultima proprietà, indispensabile per ottenere la concessione all’installazione delle turbine, e ognuno ha un motivo che ritiene valido per non avere scrupoli in questa lotta senza esclusione di colpi.
Non si vuole anticipare niente su come andrà a finire questa drammatica storia che vedrà schierarsi da una parte o dall’altra gli abitanti favorevoli o contrari all'installazione delle turbine nel paese. L’autrice è brava nella caratterizzazione dei personaggi, specie quelli femminili, e a far percepire al lettore l'aumento della tensione con l'accrescersi del  rancore nelle fazioni.
Il nocciolo del romanzo di Juli Zeh, in fondo, non si discosta molto da quelli di fantascienza di John Ballard, in cui si scagliano gli uni contro gli altri gli abitanti di comunità chiuse e tendenzialmente autosufficienti, venute a crearsi il più delle volte dopo un cataclisma naturale o nucleare con conseguente perdita dell’autorità statale. In Turbine, invece, lo sconvolgimento è causato dal cambiamento politico e commerciale.
Il romanzo è improntato al pessimismo: tutti coloro che hanno dei principi in cui credono rimangono delusi e costretti a compromessi vergognosi. Si presume, inoltre, che a ottenere vantaggi saranno i giovani adulti della nuova generazione che, pur non covando rancori interpersonali come la precedente, non riescono neanche ad tenere comportamenti etici.
Nel romanzo si confronta il diverso tipo di mentalità dei più anziani rispetto ai più giovani. Nell'animo degli uni odio e amor mai non s'addorme, mentre in quello degli altri c'è una preoccupante carenza di valori.  Un romanzo amaro, quindi, in cui non si intravede nessuna speranza per il futuro, dato che non vi sono più principi da perseguire se non l’interesse individuale. Peraltro il romanzo è scorrevole, data la scrittura sciolta dell'autrice, e riesce ad essere avvincente.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Turbine
  • Titolo originale: Unterleuten
  • Autore: Juli Zeh
  • Traduttore: Roberta Gado e Riccardo Cravero
  • Editore: Fazi
  • Data di Pubblicazione: 2018
  • Collana: Le strade
  • ISBN-13: 9788893250917
  • Pagine: 617
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 18,50

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