26 luglio 2017

Il destino del leone - Wilbur Smith

È il Sudafrica il grandioso palcoscenico sul quale Sean Courteney muove i suoi primi passi. E sono anni di libertà, avventure ed esplorazioni, di amicizie, amori e scoperte. Ma poco oltre la soglia dell’adolescenza brillano già le immagini seducenti del potere e della ricchezza, lucente come l’oro del Transvaal e candida come l’avorio degli elefanti. La terra dei suoi padri ha impresso su Sean un marchio incancellabile, assegnandogli un destino tormentoso di grandezza e solitudine.


Recensione

L’esordio di Wilbur Smith, che lo ha consacrato al successo, è un romanzo che si può ascrivere al genere avventuroso dalle tinte decisamente storiche e che racconta le vicende della famiglia Courteney, a cui poi conseguiranno sia una saga di prequel che diversi romanzi sequel.
L’ambientazione in questo caso è il Sudafrica della fine dell’ottocento, dove un giovane Sean insieme al fratello gemello Garry muovono i primi passi in un mondo selvaggio che solo un luogo come il continente africano può regalare.
Attraverso il percorso del protagonista il lettore ha modo di attraversare le vicende storiche che hanno caratterizzato il paese: la convivenza dei coloni inglesi e boeri, le vicende politiche del Presidente Kruger, la corsa al profitto minerario degli invasori e la guerra contro lo Zululand fanno da sfondo al primo capitolo della saga, raccontandoci in modo profondo non soltanto il contesto sociale ma soprattutto il percorso di crescita e di cambiamento di un uomo che più di una volta deve fare a patti con se stesso e con la realtà, sia per sopravvivere che, soprattutto per maturare e imparare la vita senza mai perdere se stesso.

A parte la cornice ambientale, resa in modo preciso sia dal profilo storico che da quello meramente geografico, con puntuali descrizioni dei paesaggi tanto belle da mozzare il fiato, dando l’occasione al lettore di sperimentare quasi una sua effettiva presenza in un luogo così magico, affronta nelle sue vicende diversi aspetti della quotidianità, tremendamente simili alla vita che ancora oggi conduciamo, da un profilo peculiare: quello di un passato che, se ragionato, è in grado di rappresentare il risultato odierno.

L’uomo bianco governa, depreda, spesso entra in competizione con l’autoctono per reprimerne le richieste, o ancora modifica la natura sempre rincorrendo il profitto attraverso, un esempio per tutti, la caccia all’elefante al fine di guadagnare l’avorio per ragioni di ricchezza.
Nel corso del romanzo assistiamo infatti a una modifica passo dopo passo del paesaggio: conosciamo le miniere dell’oro, la costruzione di Johannesburg che in poco più di un ventennio da sobborgo minerario diviene una città elegante e confusa, rincorriamo prede nelle foreste vergini e inesplorate che a poco a poco vengono deflorate della loro essenza, assistiamo al cambiamento sociale che intercorre tra la città e il villaggio Zulu, in una continua contrapposizione di contrasti che, ancora oggi, caratterizzano il Sudafrica rendendolo per certi aspetti ancora magico.

Ma accanto ai temi di stampo politico, troviamo il percorso dell’uomo: l’amore fraterno che si rovina, la solitudine e l’esilio volontario, la scalata sociale e il sapersi reinventare nei momenti di gravi difficoltà, o ancora l’amore che porta oltre ogni confine. Dalla bella Candy che perdutamente si innamora di Duff fino a Sean che scopre in Katrina i sentimenti del legame a cui lui stesso, dopo le esperienze tristi dell’infanzia e dell’adolescenza, pensava di non possedere. O ancora parliamo dei rapporti di amicizia e di fedeltà tra Nkosi Sean e lo zulu Mbejane, che va oltre le differenze di appartenenza, a dimostrarci che certi rapporti trascendono comunque le diversità o il diverso ceto sociale.
Il tutto si compone in un quadro armonico che conduce fino al finale, ovviamente sospeso in quanto la stessa storia prosegue in ben due romanzi successivi e ulteriori quattro che racconteranno i posteri, ma nonostante questo e, soprattutto nonostante il dolore che pervade l’ultima parte della storia, il piacere della lettura non viene minimamente scosso da questa consapevolezza.

Lo stile è fortemente rappresentativo, in una traduzione comunque curata che rende il narrato avvincente sia nei momenti descrittivi, onnipresenti fin troppo, che in quelli invece dove le emozioni e le azioni prevalgono sulla natura e sullo sfondo cittadino.
Di certo Il destino del leone è una storia dai sapori molteplici: racconta una storia personale all’interno di un contesto sociale storico definito e affascinante, descrive l’avventura dell’essere umano nel mondo inesplorato e non sempre accogliente ma soprattutto descrive la crescita di un giovane uomo che diventa adulto cercando di tenere fede ai suoi principi. Una lettura delicata, ma comunque leggera, capace di stupire gli appassionati del genere ma anche chi, come me, non frequenta spesso questi ambiti.

Giudizio:

+4stelle+ e mezzo

Dettagli del libro

  • Titolo: Il destino del leone
  • Titolo originale: When the Lion Feeds
  • Autore: Wilbur Smith
  • Traduttore: M. Biondi
  • Editore: Tea
  • Data di Pubblicazione: data
  • Collana: Best TEA
  • ISBN-13: 9788850243983
  • Pagine: 474
  • Formato - Prezzo: brossura € 6,90

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