7 gennaio 2017

Radici - Alex Haley

Nella seconda metà del Settecento il giovane Kunta Kinte viene strappato dal suo villaggio africano e portato in America come schiavo. La sua vita cambierà, come quella dei suoi discendenti: Bell, Kizzy, Chicken George e tutti gli altri, fino a giungere ad Alex Haley, l'autore di queste pagine.





Recensione

Rintracciare le proprie radici africane per dare un senso al proprio presente: questo lo scopo che si era prefissato Alex Haley (1921-1992) quando, negli anni '60, decise di indagare sulle storie sempre più obliate e lacunose che si tramandavano di padre in figlio nella sua famiglia, un viaggio attraverso due secoli e due continenti. Così Haley giunse in Africa, da cui il suo avo Kunta Kinte, figlio di Omoro e Binta della tribù dei mandinka, fu strappato dall'uomo bianco per essere deportato in Virginia in una traversata lunga e impietosa e poi venduto a una piantagione.

Trasformato da nobile esponente di una stirpe guerriera in un oggetto, una mera merce valutata in base al lavoro che è in grado di svolgere, Kunta Kinte, conservando a lungo la sua indole selvatica e fermamente deciso a tornare al suo villaggio natale, si imbarca in tentativi di fuga sempre più disperati e puniti sempre più duramente, fino al taglio del tallone che costringe il padrone a venderlo al fratello, non potendo più utilizzarlo nella sua piantagione. Grazie al contatto con altri schiavi domestici e alle sue mansioni di ortolano prima e cocchiere del padrone poi, Kunta, ribattezzato 'Toby', impara l'inglese e si lascia progressivamente addomesticare dalla routine della vita nella tenuta del - tutto sommato umano - Dottor Waller, fino a sposarne l'impudente cuoca, Bell, dopo un lungo e maldestro corteggiamento.
Desiderando tuttavia mantenere vivo il ricordo dell'Africa, della sua lingua e delle sue tradizioni, Kunta tramanda alla figlia Kizzy la storia della sua infanzia e della sua cattura, nonché alcuni usi e termini mandinka che Kizzy, venduta a un depravato padrone del North Carolina, tramanderà a sua volta al figlio bastardo che gli partorirà.
La narrazione distesa e dal sapore quasi mitico abbandona dunque Kunta Kinte, di cui non è possibile ricostruire la fine dei giorni, per spostarsi su Kizzy. E poi su George, Tom e quindi Cynthia, in un progressivo contrarsi narrativo, una catena ininterrotta che racconta la storia della schiavitù tra il 1767 e la seconda metà dell'Ottocento. Finché, grazie al nome del fiume vicino al villaggio natale di Kunta, miracolosamente sopravvissuto a due secoli, Haley, nipote di Cynthia, riesce a ritrovare in Gambia le tracce dell'antenato e a ricostruirne faticosamente la vita e la discendenza.

Pubblicato nel 1976 e divenuto in pochissimo tempo un caso editoriale e un best seller internazionale, Radici è forse più conosciuto in Italia per lo sceneggiato trasmesso nel 1978, che godette di ampia popolarità. Si tratta di un'opera umanamente pregna che, al di là degli ovvi ricami romanzeschi, è un documento storico preziosissimo su quella macchia nera nella storia umana che fu la schiavitù, ancor più crudo e disincantato de Il colore viola di Alice Walker in quanto frutto di un'appassionata documentazione storica che, quasi duecento anni dopo lo sradicamento di Kunta Kinte, riporta il suo sangue all'Africa, libero e consapevole. Abile mistificazione costruita a fin di bene o no, preservare questo classico della letteratura americana dall'oblio diventa un dovere morale.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Radici
  • Titolo originale: Roots
  • Autore: Alex Haley
  • Traduttore: M. Amante
  • Editore: BUR
  • Data di Pubblicazione: 2005
  • Collana: Narrativa
  • ISBN-13: 9788817005401
  • Pagine: 505
  • Formato - Prezzo: Brossura - 11.00 Euro

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