8 aprile 2015

Lena delle farfalle - Ilaria Tuti

Il corpo nudo di una bambina viene ritrovato nella Casa delle farfalle. Nel palmo di una mano tiene un fiore rosso scarlatto e nell’ombelico un seme. William è stato l’ultimo che l’ha vista, ma interrogarlo è più difficile del previsto, solo l’ispettore Thomas Mei riuscirà a penetrare la sua mente.





Recensione

Bisogna riconoscere più di una qualità all’autrice. Prima di tutto l’estrema scorrevolezza del racconto: le quaranta pagine di cui è composto si lasciano leggere con estrema velocità. In secondo luogo il ritmo sempre sostenuto. In terzo luogo la divisione del romanzo in capitoli brevi, escamotage destinato a ingraziarsi le simpatie di coloro che trovano noiose le indagini della polizia. In quarto luogo la scrittura asciutta che ben si confà al genere del racconto. In quinto, la buona caratterizzazione dei personaggi. Difetti veri e propri non ce ne sono e i rilievi di seguito esposti sono più che altro considerazioni personali che non mi azzarderei a segnalare se l’autrice non fosse la brava scrittrice che è. Le osservazioni in questione si riferiscono alle astuzie per rendere il testo più accattivante.

Spesso, ad esempio, gli amanti del giallo classico si sentono coinvolti in una sfida con l’autore per trovare il colpevole o i colpevoli prima della rivelazione finale e sono quindi piuttosto prevenuti quando il testimone chiave di un delitto è una persona autistica. In questa eventualità, infatti, il lettore ha poche possibilità di risolvere il caso con il proprio intuito, essendo solo l’investigatore del romanzo, sulla base spesso di una apodittica interpretazione delle azioni della persona andicappata, a poter individuare l’assassino. In altre parole il lettore ritiene che l’autore stia, per così dire, barando.
Anche in Lena delle farfalle c’è un ragazzo autistico che si rifiuta di dire ciò che sa e che potrebbe essere il colpevole o solo il testimone della morte di una bambina di dodici anni. La sua testimonianza è essenziale per la risoluzione del caso, ma è brava l’autrice a sfumare l'importanza del ragazzo nella ricerca delle prove e a far pensare che l’investigatore abbia già capito chi sia il colpevole a prescindere, e che, pertanto, l'interpretazione della parte avuta nel delitto dal testimone autistico diventi solo una conferma dell'intuizione dell'investigatore.
L’autrice cerca inoltre di coinvolgere emotivamente il lettore con l’espediente di descrivere la vittima come una ragazzina dodicenne, dolce, bella, buona, praticamente la figlia perfetta che tutti vorremmo avere e che nessuno avrà mai. Ma perché non inserire qualche elemento che rendesse la bambina più realistica come, ad esempio, la descrizione di qualche capriccio, l’apparecchio per i denti, eccetera? Inoltre si accenna alla nascita di un rapporto quasi affettivo fra il bambino autistico e l’ispettore di polizia che è incaricato del caso. L'espediente può rendere la storia più accattivante dal punto di vista emozionale, come accade di vedere in qualche pellicola cinematografica, ma, nella realtà, è molto improbabile che questo si verifichi.

Al racconto già piacevole di per sé, l’autrice inserisce qualche informazione di biologia e l'aggiunta di po’ di cultura non guasta mai.
È ormai difficile inventare trame nuove, di modo che ciò che distingue uno scrittore dall’altro è il modo di scriverle, e Ilaria Tuti dimostra di essere in questo molto brava.

Giudizio:

+4stelle+ (e mezzo)

Dettagli del libro

  • Titolo: Lena delle farfalle
  • Autore: Ilaria Tuti
  • Editore: Delos Digital
  • Data di Pubblicazione: febbraio 2015
  • Collana: Delos Crime
  • ISBN-13: 9788867756674
  • Pagine: 48
  • Formato - Prezzo: epub - Euro 1,99

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