3 giugno 2014

The Heroes - Joe Abercrombie

Bremer dan Gorst, maestro di spade caduto in disgrazia, ha giurato di reclamare sul campo di battaglia l’onore perduto. È ossessionato dalla redenzione e assetato di violenza, dunque non gli importa molto di quanto sangue scorrerà, anche se si trattasse del proprio.
Il Principe Calder non ha alcun interesse per l’onore e di certo non ha intenzione di finire ammazzato. Tutto quello che vuole è il potere, e si servirà di qualsiasi bugia ed espediente, tradirà tutti gli amici per raggiungerlo. Almeno sino a quando non sarà lui a dover combattere.
Curden lo Strozzato, l’ultimo uomo onesto rimasto al Nord, ha dedicato la sua vita all’arte della guerra, ricavandone solo ginocchia gonfie e nervi logori. Non gli importa nemmeno più chi sia a vincere, vuole soltanto fare la cosa giusta. Ma è possibile individuarla nel mondo che gli sta crollando intorno?
Il destino del Nord sarà deciso da tre sanguinosi giorni di battaglia. Ma con entrambi gli schieramenti corrotti da intrighi, debolezze, ostilità e meschine gelosie, è improbabile che siano i cuori più nobili o anche le armi più potenti a prevalere.

Recensione

The Heroes è il primo romanzo di Joe Abercrombie ad arrivare in Italia, sebbene sia in realtà l'ultimo pubblicato dall'autore all'interno dell'universo inventato con la Trilogia della Prima Legge.
La casa editrice ha scelto di testare il fascino dell'autore inglese sui lettori italiani con una decisione un po' inconsueta: è vero che The Heroes è uno standalone con una sua storia separata dai romanzi precedenti della saga, ma numerosi sono i personaggi che ritornano in questa nuova avventura e non mancano i riferimenti a eventi passati, per cui leggere quest'opera per prima senza aver letto i quattro tomi precedenti toglie al racconto un po' del suo fascino.

The Heroes, inoltre, è un sì un perfetto esempio dell'Abercrombie sporco, duro e realista, ma al tempo stesso rappresenta un qualcosa di unico nell'arco narrativo di quest'autore. Avendo appena letto Il sapore della vendetta, il contrasto con quest'ultima opera non poteva essere più evidente.

L'azione è interamente concentrata nell'arco di tre giorni, nei quali si decidono il destino di due nazioni e migliaia di uomini. L'autore, che già in passato aveva dimostrato di saper descrivere scene di battaglia con estrema naturalezza e realismo, qui dà sfoggio di tutta la sua abilità permettendo alla guerra di farla da padrone e descrivendo nei dettagli tre lunghi giorni di scontri, scaramucce, epici duelli, eroiche sortite e rovinose sconfitte.
Se conoscete un po' Abercrombie saprete che non sono scene per i deboli di stomaco: una guerra, soprattutto se ambientata in un'epoca in cui si combatteva a colpi di spade e asce, è fatta di fiumi di sangue e montagne di arti tagliati, è sporca e confusa tanto che anche il migliore dei guerrieri può perdere il senso dell'orientamento e alla fine raramente lascia soddisfatti, anche i vincitori.

Eppure l'autore non delude e anche in questo ammasso di corpi maciullati trovano spazio strategie e complotti e le mille storie personali dei combattenti di entrambi gli schieramenti. Infatti in The Heroes Abercrombie porta agli estremi la coralità che aveva già sperimentato nei suoi romanzi precedenti. E' vero che ci sono personaggi che spiccano nella massa, il codardo principe Calder, lo spadaccino in cerca di riscatto Bremer dan Gorst e il guerriero veterano Curden lo Strozzato, ma le figure su cui l'autore riesce a concentrare la sua attenzione in queste dense 700 pagine sono decine e vanno dal comandante in capo dell'esercito dell'Alleanza all'adolescente appena reclutato nelle file del Nord.
Lo scrittore riesce magistralmente a tenere le fila di ognuna delle loro storie fino alla fine, regalando a ognuno una degna conclusione senza che nessuno venga perso per strada (cosa che, per tornare al paragone con Martin, a volte capita all'autore de Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco). Per quanto non manchi una certa stereotipizzazione, Abercrombie riesce a infondere a ciascuno un tocco personale che permette al lettore non solo di ricordarsi di ogni singola comparsa ma anche di avere a cuore il destino di tutti, esultando per ogni vittoria e soffrendo per ogni singola morte.

Come già avevamo osservato ne Il sapore della vendetta, il racconto di Abercrombie è la celebrazione dell'ideale dell'anti-eroe, qui ironicamente puntualizzato dallo scrittore nella scelta del titolo del romanzo. I protagonisti di The Heroes sono guerrieri come Curden, leali fino al midollo quanto stanchi, disillusi e acciaccati dall'età oppure sono scaltri complottisti come il principe Calder, capace di pugnalare alle spalle anche il proprio fratello e disposti a tutto pur di evitare di metter piede in un campo di battaglia. Anche figure apparentemente eroiche come Bremer Dan Gorst, deciso a riscattare il proprio onore morendo in battaglia sono appesantite da un fisico infelice e una vocetta ridicola, oltre che da una petulante auto-commiserazione. L'autore non giudica e non premia, conduce ciascuno verso il proprio fato, buono o brutto che sia, indipendentemente dai meriti e senza offrire possibilità di riscatto perché egli descrive e accetta gli uomini così come sono e raramente mostra possibilità di cambiamento.
Difficile citare tutte le figure interessanti del racconto, dal diabolico Dow il Nero allo strabordante Whirrun in Tocco, anche se ho particolarmente apprezzato l'unica figura femminile di spicco, Fin, che si distacca dalla solita donna guerriero che compare in questi racconti e si distingue come una tenace arrivista, seppure destinata a pagare la sua inesperienza.

L'unico aspetto negativo, che già avevo trovato irritante ne Il sapore della vendetta è la presenza ambigua della "maga" Irshi. Abercrombie ha scelto, e gliene sono immensamente grata, di limitare il più possibile l'uso della magia nella sua storia, questo però comporta che la presenza di questa figura incomprensibile,che appare e scompare a suo piacimento camminando sui soffitti pronunciando sibillini aforismi risulti inutile e spesso ridicola.
Altra presenza un po' tirata per i capelli è quella del Primo Mago Bayaz, anima nera del romanzo che qui si comporta da vero e proprio deus ex machina rimanendo nell'ombra fino al dispiegamento del colpo di scena finale. Non me ne vogliano i fan della Trilogia della Prima legge, di cui Bayaz era una delle figure più apprezzate per sarcasmo e scaltrezza, ma il problema qui è che il Primo Mago rimane così tanto nell'ombra, impartendo inefficaci e ottusi ordini, che quando viene svelata per intero la sua complessa macchinazione, il tutto appare un po' come cascante dal cielo e appiccicato sul resto della trama alla bell'e meglio.

Si tratta comunque di difetti minori nell'insieme di questo corposo malloppone, per il resto perfettamente organizzato dal più complesso dei complotti al minimo imprevisto. Con collaudata ironia Abercrombie imbastisce un racconto lungo ma appassionante, ricco di avvenimenti e capace di tenere il ettore incollato alle pagine fino a tarda notte.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: The Heroes
  • Titolo originale: The Heroes
  • Autore: Joe Abercrombie
  • Traduttore: Claudia Costantini, Serena Vischi
  • Editore: Gargoyle
  • Data di Pubblicazione: ottobre 2012
  • Collana: Extra
  • ISBN-13: 9788889541784
  • Pagine: 700
  • Formato - Prezzo: Rilegato, sovraccoperta - 19.90 Euro

1 Commenti:

  • 30 agosto 2015 alle ore 13:41
    Bruno says:

    Bella recensione. Concordo pienamente con la sensazione di posticcio rispetto alla presenza dei maghi contrapposti, Bayaz e Ishri, che non aggiungono veramente nulla alla storia.

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