23 maggio 2014

Speciale Fantascienza: Messia di Dune - Frank Herbert

Frank Herbert nacque l'8 ottobre del 1920, a Tacoma nello Stato di Washington; a 18 anni andò via di casa per sfuggire alla povertà e si trasferì dallo zio a Salem in Oregon, dove finì la scuola. Iniziò a lavorare come giornalista per il Glendale Star nel 1939 ed esercitò questa professione sino al 1972 occupando varie posizioni, tra cui quella di fotografo. Nel 1949 si trasferì in California dove iniziò a frequentare gli psicologi Ralph and Irene Slattery, grazie ai quali iniziò a leggere le opere di Freud, Jung, Jaspers e Heidegger e fu introdotto ai principi del Buddismo Zen.
La sua carriera di romanziere ebbe inizio nel 1955 con la pubblicazione di The Dragon in the Sea (conosciuto anche come Under Pressure) che ebbe grande successo di critica ma meno di pubblico. Il lavoro sulla sua opera più importante cominciò poco dopo e in sei anni di gestazione riuscì a pubblicare, dal 1963 al 1965, quelli che erano originariamente conosciuti come Dune World (vincitore nel 1965 del premio Nebula e del Premio Hugo) e Prophet of Dune.
Nel 1972 si ritirò completamente dal mondo del giornalismo per darsi anima e corpo alla sua vera vocazione di scrittore; oltre ai successivi romanzi del Ciclo di Dune, scrisse vari altri libri su temi ecologici e filosofici.
Nei suoi romanzi, Herbert tratta diversi temi. Probabilmente è stato il primo autore di libri di fantascienza a rendere popolare l’ecologia, ponendo l’accento sulla necessità di pensare in termini di obiettivi a lungo termine e di interazioni sistemiche. La logica sistemica si ritrova anche nelle dinamiche evolutive in cui Herbert declina l’interazione tra caratteristiche dell’ambiente e capacità di adattamento, sino a mostrare come la capacità di sopravvivere in condizioni estreme fa emergere uomini fisicamente superiori e, per questo, potenzialmente pericolosi. I temi di matrice biologica e darwiniana si fondono con quelli sociologici e psicologici della leadership carismatica e delle conseguenze che questa modalità di esercizio del potere può avere sui seguaci e sul leader stesso. Morì l'11 febbraio 1986 all'età di 65 anni, subito dopo l’uscita de La rifondazione di Dune, a causa di un'embolia polmonare mentre era ricoverato per un tumore al pancreas.
Una decina di anni dopo la sua morte furono scoperti una grande quantità di appunti; il figlio Brian Herbert e lo scrittore J. Anderson hanno utilizzato tali informazioni per scrivere una seconda serie di romanzi: Preludio a Dune e Leggende di Dune, le cui vicende precedono gli eventi narrati in Dune. In anni più recenti, Brian Herbert ha scritto una serie di racconti e romanzi (inediti in Italia) che, invece, temporalmente sono successivi al Ciclo di Dune utilizzando le note di F. Herbert per quello che avrebbe dovuto essere il settimo romanzo della serie.
Il Ciclo di Dune è stato anche oggetto di più versioni cinematografiche. Nel 1984 è stato prodotto un kolossal, Dune, diretto da David Lynch, che ha cercato di condensare in 137 minuti l'intera vicenda del primo romanzo. Esiste anche una versione del film fatta da fan che raccoglie tutte le parti tagliate in produzione ed elimina alcuni elementi incoerenti con il romanzo. La regia è di un certo Alan Smithee (nome d'arte usato per opere non autorizzate/approvate dal regista originale ) ed è del 1988. Nel 2000 è stata realizzata una miniserie televisiva, Dune il destino dell'universo, seguita nel 2002 da I figli di Dune, tratta dal secondo e dal terzo romanzo del ciclo. Una sorta di “effetto dune” si ritrova anche in Guerre stellari (lo stesso George Lucas ha sempre ammesso di aver subito il fascino del romanzo di Herbert) nell’aspetto di Tatooine, (il pianeta desertico di Luke Skywalker), nell’organizzazione politica dell’Impero, nell’addestramento degli Jedi all’uso della Forza.

Dodici anni dopo la vittoria dei Fremen sull'Imperatore Pascià Shaddam IV, Paul Muad'Dib, erede degli Atreides, è ancora il temuto Imperatore della galassia e governa l'universo dalla sua capitale su Arrakis. La forza del mito che lo circonda viene però intaccata da un complotto che vede protagonisti il Bene Gesserit, la Gilda Spaziale, i Tleilaxu e alcuni Fremen ribelli: al centro della cospirazione c'è il tentativo di indebolire la sua capacità di comando e rendere instabile la dinastia degli Atreides ostacolando la nascita di un erede. Tuttavia, il prezioso dono della prescienza dà a Paul la consapevolezza che la strada da seguire è quella indicata dal suo destino: indirizzare il proprio popolo su un percorso che lo allontani dall'autodistruzione e dalla miseria, verso un futuro armonioso e duraturo, un obiettivo che è disposto a raggiungere anche a costo del proprio sacrificio...

Recensione

Un uomo, con poteri superiori agli altri e animato da alti ideali, riesce, grazie al suo carisma, a creare un esercito e a far condividere la sua visione del mondo ad altri uomini, solitamente diffidenti verso gli estranei e abituati a dissimulare le reali capacità per non incorrere nelle ire dei loro padroni; li conduce in battaglia e, alla fine, conquista il potere ribaltando le sorti delle parti in lotta: gli schiavi diventano detentori del potere, gli aguzzini sono uccisi o esiliati. Una grande festa ufficializza il passaggio del potere e l’insediamento del nuovo leader. Se tutto si fermasse qui, potremmo rifugiarci nella rassicurante certezza che vissero tutti felici e contenti. Certo, potremmo farci le nostre fantasie su come procede la vita di Paul Muad'Dib, ora imperatore, e del suo popolo, i Fremen, ma comunque la loro vita rimarrebbe congelata a quell’ultimo istante in cui assaporano la vittoria e si fanno inebriare dalla sensazione appagante che, finalmente, i giusti sono al potere. Al massimo, potremmo ripercorrere la vicenda tutta da capo sino a quell’esaltante finale.

Proseguire la storia, invece, significa chiedersi cosa accade all’autorità nel passaggio dalla fase carismatica a quella di istituzionalizzazione del potere attraverso l’organizzazione dell’esercito, della religione e della burocrazia. Per mantenere l’ordine nell’universo, l’imperatore Paul Atreides deve accettare di trasformarsi in un dio agli occhi dei suoi sudditi. I riti religiosi formalizzano la trasfigurazione di Paul, da uomo dotato di capacità e poteri eccezionali, in un dio guerriero, legittimato dalla sua stessa natura a portare la guerra sacra (la jihad) in tutti i pianeti dell’universo che, una volta conquistati e controllati dai sacerdoti del Quizarato, sono gravati da un pesante regime fiscale e privati della libertà. Paul, da giovane duca e leader dei Fremen in lotta per la libertà, si è trasformato in uomo di governo che agisce secondo i principi della real politik.
La condizione di Paul è resa più complessa dalla prescienza, la sua capacità di vedere il futuro o, meglio, di intravedere tutti i futuri possibili. Sin dal momento in cui ha condotto i Fremen in battaglia contro gli Arkonnen (nel primo libro della serie, Dune) Paul è consapevole dei rischi della sua ascesa al potere e sa che non potrà evitare la jihad, paradossalmente il minore dei mali tra tutti quelli possibili.

In Messia di Dune, Herbert sposta l’attenzione dal rapporto di reciproca influenza tra l’uomo e l’ambiente (centrale invece in Dune) alle dinamiche, altrettanto complesse, del passaggio dalla leadership carismatica all’istituzionalizzazione del potere. Forti sono anche le suggestioni che Herbert sembra aver mutuato dal suo tempo (la contrapposizione nature/nurture, la paura delle armi atomiche, l’affermarsi delle scienze cognitive).

Questo secondo libro è meno avvincente e molto più lento di Dune: molte (troppe) sono le discussioni sulla possibilità di fare delle scelte sfuggendo ai determinismi di vario tipo (genetici, familiari, culturali) che condizionano la vita delle persone; impossibile però non leggerlo se si vuole conoscere l’evoluzione dei personaggi che Herbert ci ha fatto conoscere.

Mi è sembrato, inoltre, che maggiore sia il debito della cinematografia nei confronti di questo secondo volume della saga; io vi ho colto delle assonanze con gli episodi I, II, III di Guerre Stellari: molti sono i punti di contatto tra le vicende personali di Paul Muad'Dib e Anakin Skywalker, sebbene nei momenti culminanti facciano delle scelte differenti. O, ancora, il ghola Hayt (una creatura artificiale clonata/ricreata dal corpo di Duncan Idaho) sembra riecheggiare nel personaggio del Soldato d’Inverno in Capitan America 2.

Giudizio:

+3stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Messia di Dune
  • Titolo originale: Dune Messiah
  • Autore: Frank Herbert
  • Traduttore: Giampaolo Cossato - Sandro Sandrelli
  • Editore: Fanucci
  • Data di Pubblicazione: 1969
  • Collana: Tif extra
  • ISBN-13: 9788834718469
  • Pagine: 278
  • Formato - Prezzo: brossura – 10,00 Euro

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