15 ottobre 2013

Speciale Premio Hugo: Il gioco di Ender - Orson Scott Card

Caso unico nella storia della fantascienza moderna, Orson Scott Card si è aggiudicato un doppio-doppio premio: Il gioco di Ender è stato premiato con il Premio Hugo e con il Premio Nebula per il 1986, vincendo nuovamente entrambi i premi l'anno successivo con il seguito Il riscatto di Ender. Il primo libro si affermò sui quattro concorrenti: Stirpe di alieno (C.J. Cherryh), Il simbolo della rinascita (David Brin), Il giorno dell'invasione (Larry Niven e Jerry Pournelle) e La musica del sangue (Greg Bear). Tra i più noti e discussi vincitori del Premio Hugo, Il gioco di Ender figura come libro di narrativa obbligatorio in gran parte delle scuole e università del continente americano. La celebre serie animata Futurama ne ha tratto una parodia, il lungometraggio Il gioco di Bender.


Orson Scott Card (classe 1951) è uno scrittore statunitense di fantascienza e fantasy. E' principalmente noto per il ciclo sci-fi dedicato al personaggio di Ender Wiggin: oltre ai primi due libri già ricordati, si aggiungono Ender III - Xenocidio (1991) e I figli della mente (1996), più tre nuovi romanzi inediti in Italia; completano il ciclo una vasta serie di spin-off e midquel.
E' anche autore di altre opere sci-fi e fantasy, per le quali ha usato fino a sette diversi pseudonimi, nonché di fumetti per la Marvel e la DC Comics. Come se non bastassero le critiche e il clamore legati ai temi affrontati nei suoi romanzi più famosi, l'autore continua a fare parlare di sé per le sue opinioni in materia politica (contro l'amministrazione Obama), di diritti civili (contro i matrimoni gay) e di scienza (ha espresso scetticismo nei confronti dell'allarme per il global warming).


Gli alieni hanno attaccato due volte la Terra e hanno quasi distrutto la specie umana. Per assicurarsi la vittoria nel successivo scontro di questa guerra, il governo del mondo ha deciso di creare una razza di geni militari, di allevare bambini al di fuori del mondo normale e istruirli nelle arti marziali tramite una serie di "giochi di guerra" e di combattimenti simulati, basati sull'uso del computer. Ender Wiggin è un genio tra i geni: nato con le doti di un superbo comandante e condottiero di uomini, viene forzato a una precoce maturità attraverso un addestramento continuo e pressante. Toccherà a lui, unico a vincere tutti i "giochi", assumere il comando delle forze terrestri e la salvezza del genere umano sarà nelle sue mani...

Recensione

Caso raro, se non unico nella storia della fantascienza, Orson Scott Card ha vinto il Premio Hugo (e contemporaneamente anche il Nebula) per due anni di seguito, con due romanzi, uno seguito dell'altro. Con queste premesse, a un libro come Il gioco di Ender non si può che dare cinque stelle sulla fiducia: e confermarle, alla fine, nonostante una serie di (inevitabili?) imprecisioni e limitazioni, fosse solo per non scalfire la gloria di un romanzo che si è imposto, inaspettato, ai vertici della fantascienza moderna, e che oggi, complice il film di imminente uscita nelle sale italiane, dimostra di aver superato la prova del tempo.

Il gran segreto di Ender è il suo diabolico travestimento che riuscirà sicuramente a trarre in inganno il lettore disattento o casuale, che fuggirà dunque alla vista di un romanzo apparentemente di fantascienza militare (genere in cui Robert Heinlein, gran vincitore del Premio Hugo, ha fatto scuola). A ben vedere, Il gioco di Ender è una squisita riflessione sociopolitica ed etica, caratterizzata anche da una forte introspezione psicologica.

Basti pensare al significato simbolico del gioco, inciso in maniera così provocatoriamente banale nel titolo; un romanzo che racconta di un bambino speciale che gioca alla guerra, un gioco, però, con le regole degli adulti. Di più non dico per non rovinare la lettura di un romanzo che si può permettere (cosa sempre più difficile, oggi) di risolvere l'intreccio con un paio di grossi colpi di scena.

Ho detto di un travestimento da romanzo sci-fi militare: a un livello elementare, la storia segue la vicenda del piccolo Ender, un bambino geneticamente modificato per scopi militari, destinato a giocare un ruolo fondamentale nella terza guerra tra l'umanità e gli Scorpioni (classico topos, dagli scarafaggi di Heinlein ai vermi di Dune). La focalizzazione interna sul protagonista restringe il campo della narrazione, costringendo il lettore ad adattarsi in spazi estremamente chiusi, per non dire claustrofobici: la stazione spaziale che ospita la scuola militare e una ristretta massa di altri ragazzini speciali, al pari di Ender, mentre gli unici ruoli adulti vengono ridotti a delle voci fuori campo, squisitamente trasfigurate in una struttura dialogica quasi platonica, che aprono ogni capitolo. Il "mondo là fuori" è un tabù, tanto per Ender quanto per il lettore, che nel susseguirsi delle vicende si ritrova smarrito, privo di punti di riferimento, come quei ragazzini in uno spazio privo di gravità. Tutto è perfettamente voluto e ben ottenuto, anche il feroce senso di ripetività che assilla tanto Ender quanto il lettore. Un espediente audace, certo, che però non offusca del tutto la sensazione di una trama fin troppo piatta e ripetitiva per gran parte del romanzo, un susseguirsi di battaglie e niente più.

A infrangere la monotonia del racconto di Ender, l'irrompere scostante dell'adorata sorella del protagonista, Valentine, e dell'altro terribile fratello, psicopatico e tendente all'omicidio, Peter: altri due ragazzini speciali che, scartati in favore di Ender, scelgono di dedicarsi corpo e anima al sogno di ogni ragazzino particolarmente ambizioso - tentare di conquistare il mondo -, salvo averne davvero le possibilità. L'amore dell'autore per i dialoghi platonici qui si fa più evidente: Valentine e Peter impersonano Demostene e Locke, due anonimi opinionisti che cominciano a incidere sul dibattito pubblico mondiale, distratto appena dalla guerra contro gli Scorpioni e più attento, invece, al confronto tra le due superpotenze discendenti della guerra fredda (erano pur sempre gli anni Ottanta!).

Il risultato è dunque un romanzo che giocando con cliché di genere offre molteplici spunti di riflessione, che valicano anche il contesto, ormai stravolto, della guerra fredda. Il rilievo dato al gioco, centrale in tutto il romanzo, richiama ad esempio le riflessioni della filosofia sin dall'antichità, da Eraclito ("Il corso del mondo è un fanciullo che gioca a dadi") alla filosofia del gioco di Eugen Fink. Ma è nella riflessione etica che il romanzo trova il suo punto di forza (e forse anche il suo tallone d'Achille?), attirando ancora critiche per la condotta morale del protagonista e le diverse letture, apologetiche o denigratorie, degli omicidi e dei reati commessi nel corso del romanzo.

Se ciò rende Il gioco di Ender un romanzo denso di carica riflessiva e sicuramente un capolavoro della fantascienza contemporanea, automaticamente non ne fa un romanzo perfetto: Orson Scott Card è uno scrittore audace, che osa e sceglie di correre tutti i rischi annessi, talvolta inevitabili, come tutti i rovesci della medaglia. Così, la narrazione claustrofobica Ender-centrica restituisce un'ambientazione eccessivamente sfumata, priva di dettagli, un mondo fin troppo silente, assente, mentre invece di dettagli superflui abbondano le scene di azione. Il subplot relativo a Demostene e Locke è scostante, e trova una risoluzione abbozzata in un finale che pare anche affrettato. Critiche dovute, ma da non calcare eccessivamente, soprattutto se si tiene in considerazione che il vero romanzo ideato dall'autore è il seguito, Il riscatto di Ender, facendo così del Gioco un prologo, uno schizzo preparatorio del protagonista. Un'autentica riflessione, dunque, un interrogativo, soprattutto: le risposte, forse, nei romanzi successivi.

Giudizio:

+5stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Il gioco di Ender
  • Titolo originale: Ender's game
  • Autore: Orson Scott Card
  • Traduttore: G. Zuddas
  • Editore: Nord
  • Data di Pubblicazione: 2005
  • Collana: Biblioteca Cosmo
  • ISBN-13: 9788842913108
  • Pagine: 377
  • Formato - Prezzo: Brossura - 9,00 Euro (fuori catalogo)

0 Commenti a “Speciale Premio Hugo: Il gioco di Ender - Orson Scott Card”

Posta un commento

 

La Stamberga dei Lettori Copyright © 2011 | Template design by O Pregador | Powered by Blogger Templates