5 agosto 2013

Listopia: I milleuno libri da leggere almeno una volta nella vita (#201 - 220)

Quante volte ci siamo imbattuti in una di queste liste? La stessa BBC ne aveva stilata una da cento libri (piuttosto faziosa, se volete la mia opinione). Scopo di queste liste, è noto, non è permettere al lettore di scoprire nuovi libri e nuovi autori, bensì distruggere ogni sua pretesa di letterato facendolo sentire oltremodo ignorante per il gran numero di volumi che, a fine lista, scopre di non aver non solo mai letto, ma nemmeno sentito nominare. Noi vi proponiamo questa, pubblicata in volume, che già da diversi anni circola più minacciosamente della videocassetta di The Ring (o di Pootie Tang - questa è pessima, se la capite vergognatevi) distruggendo l'autostima di ogni lettore che credeva di aver letto tutti o la maggior parte dei cosiddetti libri da leggere prima di morire. La lista in questione ha i suoi difetti. Intanto è stata stilata approssimativamente nel 2005, per cui la sezione 2000 risulta incompleta; inoltre mette in lista solo narrativa, ed è eccessivamente sbilanciata su romanzi pubblicati nel corso del 1900, glissando decisamente su quelli pre-Ottocento. Continuiamo con un'altra carrellata di venti romanzi: nel corso degli articoli vedremo quali sono stati pubblicati in Italia e quali risultano ancora inediti.



201. E la bella stanza è vuota – Edmund White (1988)

Questo nuovo romanzo autobiografico di Edmund White, seguito ideale di Un giovane americano, prende le mosse dagli anni '50, in un clima di severa moralità, e ci porta fino alel soglia degli anni '70, in piena liberazione sessuale. Come dice il protagonista "le mie trame sono tutte degli album", e in effetti la vita per lui coincide con le sue "scoperte" umane: i pittori bohémiens frequantati al liceo, fuggendo dagli amici benvestiti e benestanti; gli incontri omosessuali nei bagni dell'Università del Michigan; le feste dei beatniks e quelle dei goliardi; i gay del Greenwich Village che, nella scena finale del libro, si ribellano all'ennesima chiusura di un "loro" locale e gridano per la prima volta "Gay è bello".
E la bella stanza è vuota è dunque un viaggio, a tratti tormentato e doloroso, ma anche vivace, ricco di autoironia, che conduce il protagonista all'accettazione di sé e della propria differenza, che per tutta la giovinezza era stato costretto a considerare come un'umiliante malattia. Al tragitto interiore corrisponde uno spostamento geografico, la conquista di un centro, di una patria ideale: dal Midwest provinciale dell'infanzia alla New York dove "puoi mettere l'orecchio sul selciato e sentire i battiti del cuore". Fondamentale mezzo di trasporto sulla strada di questa liberazione è la letteratura. E qui White racconta anche la scoperta di una vocazione: scrivere, in una bellissima similitudine del narratore, è come "salvare un bambino che stava annegando".


202. Wittgenstein’s Mistress – David Markson (1988)

Wittgenstein's Mistress is a novel unlike anything David Markson -- or anyone else -- has ever written before. It is the story of a woman who is convinced -- and, astonishingly, will ultimately convince the reader as well - that she is the only person left on earth.
Presumably she is mad. And yet so appealing is her character, and so witty and seductive her narrative voice, that we will follow her hypnotically as she unloads the intellectual baggage of a lifetime in a series of irreverent meditations on everything and everybody from Brahms to sex to Heidegger to Helen of Troy. And as she contemplates aspects of the troubled past which have brought her to her present state -- obviously a metaphor for ultimate loneliness -- so too will her drama become one of the few certifiably original fictions of our time.
"The novel I liked best this year," said the Washington Times upon the book's publication in 1988; "one dizzying, delightful, funny passage after another... Wittgenstein's Mistress gives proof positive that the experimental novel can produce high, pure works of imagination."


203. I versi satanici – Salman Rushdie (1988)

I versi satanici non è solo un romanzo straordinario, ricchissimo di immagini e invenzioni, ma è anche un libro che ha diviso l'opinione pubblica mondiale, dando origine a un caso letterario senza precedenti e costringendo il suo autore, sul quale pende una condanna a morte, a una clandestinità perpetua. La storia che viene descritta è un meraviglioso cocktail di realismo e fantasia, una vicenda magica in cui due viaggiatori, miracolosamente scampati a un disastro aereo, si vedono trasformati l'uno in una creatura angelica e l'altro in un essere diabolico. Ormai simboli del Bene e del Male, i due si affronteranno nella più antica e inevitabile delle battaglie, una lotta senza esclusione di colpi destinata a protrarsi in eterno nel tempo e nello spazio, dai più sperduti villaggi indiani alla Londra contemporanea. Un abbagliante mosaico di allegria e disperazione, di finzione e verità.


204. La biblioteca della piscina – Alan Hollinghurst (1988)

Londra, 1983: il giovane William Beckwith, dandy omosessuale e disinibito, ricco e nullafacente, salva, in circostanze imbarazzanti, la vita dell'ottuagenario Lord Nantwitch. Fra i due nasce un'intesa tenera e ironica e Lord Nantwitch chiede al ragazzo di diventare il suo biografo. La vita del più anziano si intreccia così con quella del più giovane: ne risulta un ritratto della Londra gay sotterranea, raffinata e brutale al tempo stesso, tra club privati, biblioteche polverose, palestre e bar underground.



205. Oscar e Lucinda – Peter Carey (1988)

E' il 1865. Lui è Oscar Hopkins, un seminarista di Oxford con una grande passione per il gioco d'azzardo. Lei è Lucinda Leplastrier, una giovane ereditiera di Sydney, stregata dal fascino del vetro. Sarà sulla nave che li condurrà in Australia che i loro destini si incroceranno e da quell'incontro fra i due sboccierà una travolgente storia d'amore destinata a cambiare per sempre le loro vite. Gioco d'azzardo e scommesse, corse di cavallo e mani di poker, vecchio e nuovo mondo, bianchi, aborigeni e una chiesa di vetro: attorno ai protagonisti si snoda una trama che è anche un viaggio di scoperta e conoscenza nel quale veniamo trascinati come in un vortice.


206. Libra – Don DeLillo (1988)

Per milioni di persone in tutto il mondo, dopo il 22 novembre del 1963 l'America non è più stata la stessa. Lee Harvey Oswald spara contro il presidente Kennedy. Dall'ombra partono invece i colpi dei congiurati, degli uomini che si nutrono di frustrazione e rancore: ex agenti dell'FBI, reduci della Baia dei Porci, faccendieri, lucidi calcolatori e psicopatici. Oswald, il ragazzo dall'identità e dal passato incerti, è il loro burattino. DeLillo ne fa il simbolo di un'America in cui le nevrosi quotidiane e la ricerca di ideali creano una miscela sempre sul punto di esplodere. L'autore porta alla luce tutto quello che sull'assassinio di Kennedy è stato detto e smentito, gridato e sussurrato, fino alla scena sacrificale di Dallas.


207. L'impero di Azad – Iain M. Banks (1988)

Jernau Morat Gurgeh è uno dei più grandi giocatori che la Cultura abbia mai avuto, maestro insuperabile nella sua arte, è praticamente imbattibile in ogni competizione. Ma vincere sempre può essere piuttosto deprimente... per fortuna c'è qualcuno nell'universo della Cultura incaricato di scovare, investigare e, se è il caso, contattare altre civiltà, e sembra proprio che stavolta abbia trovato qualcosa che faccia al caso di Gurgeh... perché l'ultima scoperta è l'Impero di Azad, una misteriosa e potentissima civiltà a più di centomila anni luce di distanza in un angolo sconosciuto dell'universo, dove è stato creato un gioco talmente complesso e sfuggente, così rigorosamente modellato sulle regole dell'esistenza che il vincitore diventa... imperatore. Tuttavia Gurgeh non teme di accettare la nuova sfida e si accinge ad affrontare il lungo viaggio verso quel mondo strano e sinistro dove lo attende Azad, il supremo fra tutti i giochi dell'universo. E sarà una partita così importante che Gurgeh non potrà assolutamente rischiare di perdere... ma si può realmente vincere nel gioco di Azad?Un nuovo affascinante viaggio nell'inesauribile e singolare Universo della Cultura, una creazione dalle mille sorprese che ha consacrato la fama del suo autore.


208. Condizioni nervose – Tsitsi Dangarembga (1988)

Rhodesia coloniale primi anni '60. Tumbu è una ragazza di un povero villaggio rurale. Il suo sogno sembra diventato realtà: uno zio ricco offre di pagargli gli studi. Ma l'incontro con un'altra mentalità e un'altro mondo ha un prezzo altissimo.







209. La lunga oscura pausa caffè dell'anima – Douglas Adams (1988)

Il secondo capitolo delle avventure del "detective olistico" Dirk Gently che si trova invischiato in un pericoloso intrigo internazionale. Tutto inizia in un aeroporto londinese con un misterioso personaggio che tenta di imbarcarsi sul volo per Oslo. Chi è? E cos'ha a che fare con l'esplosione in un impianto nucleare? L'effervescente fantasia di Adams trascina il lettore in un fantasmagorico viaggio tra le antiche divinità nordiche, Odino in testa, svelando i difficili legami familiari tra questi e Thor, il patto diabolico stretto con due ricchi signori inglesi, e quanto sia difficile essere immortale e non avere più nessuno che ti adori.


210. Dirk Gently, Agenzia investigativa olistica – Douglas Adams (1987)

La letteratura britannica ha offerto al mondo una gloriosa tradizione di Grandi Investigatori. E tra questi Dirk Gently certamente... non c'è! Titolare dell'agenzia di investigazione olistica che porta il suo nome, è perennemente al verde, nonché fermamente convinto dell'esistenza di una "fondamentale interconnessione di tutte le cose". La sua specialità sono i casi di gatti scomparsi. Sta proprio inseguendo le tracce di un felino quando incontra un vecchio amico del college, Richard MacDuff, sospettato dell'omicidio del fratello della sua fidanzata, nonché suo capo. Dirk decide di aiutarlo a dimostrare la propria innocenza, e finisce così per essere trascinato in un'avventura surreale e divertentissima, i cui protagonisti sono un divano irrimediabilmente incastrato sulle scale, un Monaco Elettrico difettoso, il poeta Samuel Taylor Coleridge e una macchina del tempo¿ La sua missione? Una bazzecola, deve solo salvare l'umanità dall'estinzione.


211. La via radiosa – Margaret Drabble (1987)

[Non sono riuscita a risalire alla sinossi di questo romanzo, in Italia pubblicato nel 1999 dalla Luciana Tufani Editrice, che d'altronde sembra di difficile reperibilità anche in inglese. Ambientato a Londra e nell'Inghilterra settentrionale, è la storia di tre donne: la psichiatra Liz Headleand, la studiosa d'arte Esther Breuer e l'assistente sociale Alix Bowen. Oltre alle più comuni difficoltà della vita (divorzi, relazioni sfortunate, malattie e morti in famiglia), le donne entreranno anche in contatto con un omicidio.]


212. Pomeriggio di uno scrittore – Peter Handke (1987)

Dopo un pomeriggio di lavoro, uno scrittore esce per una passeggiata. Attraversa strade e piazze, giunge alla periferia e rientra a casa quando fa già buio. In poche ore, è come se attraversasse il mondo intero: racconta dello scrivere e del prezzo che per questo deve pagare, parla della sua vita e del poco che gli rimane dopo i momenti di più intenso lavoro, esprime i suoi eterni dubbi, nei confronti di se stesso e degli altri. Sotto il sole pomeridiano, alla luce del crepuscolo e poi nell'oscurità notturna, Handke percorre una lunga strada attraverso la città e attraverso se stesso, offrendo al lettore una riflessione su una letteratura che si alimenta nel concreto rapporto con la realtà.


213. Dalia nera – James Ellroy (1987)

Non si muovono certo in un mondo di illusioni Lee e Dwight, poliziotti, pugili, amici. Eppure il pericolo più grave per loro non arriva dalla folla di relitti umani e delinquenti che li circondano, né dalla violenza e dalla corruzione di Los Angeles, né da Kay, la donna di cui entrambi sono innamorati. È un orrido delitto a sconvolgere per sempre la loro vita: il massacro di Elizabeth Short, la "Dalia Nera", ragazza leggera, allegra imprudente, prostituta a tempo perso. Una delle tante vittime consezienti dello show business e soprattutto di se stessa. E quando Lee scompare misteriosamente, per Dwight le indagini si trasformano in una tremenda ossessione, una discesa agli inferi tra angeli caduti, un confronto supremo con se stesso e col suo passato. Senza una lacrima. Senza un lamento. Una sfida a immergersi nel sangue e uscirne immacolati. Ispirato alla figura della madre, Dalia nera è il primo romanzo della celebre "quadrilogia di Los Angeles", l'opera che ha rivelato al mondo lo straordinario talento di James Ellroy.


214. Passione – Jeanette Winterson (1987)

Il romanzo è il racconto in prima persona di Henri, cuoco nell'esercito di Napoleone, e della sua passione non corrisposta per la figlia lesbica di un gondoliere veneziano. Il resoconto di un innamorato che scava dentro se stesso per scoprire finalmente il confine segreto fra l'amore e l'ossessione, tra la favola e il sentimento autentico. Sullo sfondo dell'ascesa e del declino di Napoleone, si intreccia un'opera che fonde temi scabrosi e fantasia, esplorando i sottili meccanismi psicologici che innescano la smodata adorazione per un leader e per una donna.


215. Il piccione – Patrick Süskind (1987)

Quando gli accadde il fatto del piccione, che sconvolse la sua esistenza da un giorno all'altro, Jonathan Noel aveva già più di cinquant'anni, dietro di sé un intervallo di tempo di vent'anni circa totalmente privo di eventi, e mai avrebbe prima pensato che potesse ancora accadergli qualcosa di fondamentale se non, un giorno, dopo la morte. E così gli andava benissimo. Infatti non amava gli eventi, e odiava addirittura quelli che turbavano l'equilibrio interno e sovvertivano l'ordine esterno del quotidiano.


216. Bambini nel tempo – Ian McEwan (1987)

Stephen Lewis, autore di fortunati libri per bambini, padre e marito felice, un giorno si reca al supermercato con sua figlia Kate e mentre è intento a svuotare il carrello alla cassa, si accorge di aver perso la bambina. Rapita? Uccisa? Fuggita? E' questo il drammatico inizio del romanzo di uno dei più apprezzati autori inglesi contemporanei, qui alla prova di una piena maturità. Il vuoto doloroso che lascia la sparizione di Kate mette in moto una serie di reazioni che porteranno Stephen a rivedere tutta la sua vita, le sue certezze mai verificate, le sue abitudini mentali, i suoi comportamenti. Il merito dell'autore è di farci sentire emotivamente il senso di precarietà e di vuoto in cui viviamo e nello stesso tempo di restituire, grazie a un finale felicemente poetico, la voglia di guardare al futuro.


217. Sigarette – Harry Mathews (1987)

[Anche di questo romanzo, pubblicato in Italia nel 1990 da Bollati Boringhieri, non mi è stato possibile trovare una sinossi. Ambientato tra gli anni '30 e gli anni '60 a New York, racconta la storia di Allen, tra corse di cavalli e frodi nel mondo dell'arte, sposato con Elizabeth ma segretamente amante di Elizabeth, che vive con Maud.]


218. Il falò delle vanità – Tom Wolfe (1987)

Sherman McCoy è uno dei padroni di Wall Street e sente di avere il mondo in pugno: guadagna un milione di dollari all'anno, vive in un appartamento di quattordici stanze a Manhattan, al riparo dai pericoli e dalle violenze della metropoli multirazziale. Quando però una sera McCoy investe con l'auto un giovane nero nel Bronx, la polizia, i giornalisti, i politici e i difensori civici gli sono subito addosso, trasformando l'uomo di successo, il superprivilegiato, nella vittima designata di un'intera città.Una grande "commedia umana" che ha fatto tremare l'America dei potenti e dei pavidi, degli ipocriti e degli arrivisti. Tutti bruciati su un magnifico e indimenticabile falò delle vanità.


219. Trilogia di New York – Paul Auster (1987)

Pubblicati tra il 1985 e il 1987, i tre romanzi che compongono questa "Trilogia" sono raffinate detective stories in cui le strade di New York fanno da cornice e palcoscenico a una profonda inquietudine esistenziale. "Città di vetro" è la storia di uno scrittore di gialli che "accetta" l'errore del caso e fingendosi un'altra persona cerca di risolvere un mistero.
"Fantasmi" narra la vicenda di un detective privato che viene assoldato per tenere sotto controllo una persona, ma a poco a poco i due ruoli si scambiano e colui che doveva spiare diventa colui che viene spiato. "La stanza chiusa" racconta di uno scrittore che abbandona la vita pubblica e cerca di distruggere le copie della sua ultima opera. [La nostra recensione]


220. World’s End – T. Coraghessan Boyle (1987)

This multi-generational novel ranges over the history of the Hudson River Valley from the late seventeenth century to the late 1960s with low humor, high seriousness, and magical, almost hallucinatory prose. It follows the interwoven destinies of families of Indians, lordly Dutch patrons, and yeomen.

2 Commenti a “Listopia: I milleuno libri da leggere almeno una volta nella vita (#201 - 220)”

  • 5 agosto 2013 alle ore 15:52

    Del 2005? Ecco perché non ci sono i libri di Fabio Volo!

  • 5 agosto 2013 alle ore 16:40
    sakura87 says:

    In compenso c'è Coelho ;)

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