11 agosto 2013

I ragazzi Burgess - Elizabeth Strout

I ragazzi Burgess, come vengono chiamati Jim, Bob e Susan, sono nati a Shirley Falls, nel Maine, e sono cresciuti in una piccola casa gialla in cima a una collina, in un angolo di continente appartato. Da adulti si sono allontanati, ognuno a scacciare il ricordo di un antico dramma familiare mai spento. Lassù è rimasta solo Susan, mentre gli altri due vivono a Brooklyn, New York. Nei Burgess si possono scorgere tre anime distinte e tanto diverse che è quasi impensabile immaginarli nella stessa foto di famiglia. Eppure, quando inizia questa storia, Susan chiama e chiede aiuto proprio a Bob e Jim: suo figlio, loro nipote, è nei guai. E allora non solo i tre fratelli sono costretti a riavvicinarsi, a dividere la preoccupazione e a tentare di ricomporre un trauma che alimenta ogni minima increspatura della loro intimità, ma sono anche travolti da una rivoluzione privata che implica, per tutti, il progetto di una nuova vita. L'ultimo romanzo di Elizabeth Strout è un'istantanea scattata nel momento esatto in cui le fragilità affettive escono allo scoperto mostrando tutta la complessità dei legami indissolubili. La sottile accortezza narrativa, che si manifesta in dettagli minuti quanto necessari, riesce a illuminare i più esili movimenti dell'animo e a scandagliare l'oscillazione perpetua della nostra emotività.

Recensione

Un diciannovenne che getta una testa di maiale in una moschea durante le preghiere di Ramadan, in una meschina cittadina del Maine in cui tutti pensano che i somali stiano invadendo i sacrosanti spazi dei bianchi, senza dubbio scatenerebbe l’indignazione di qualunque lettore. Ma il diciannovenne è Zach, ragazzo buono e un po’ stupido che cercava solo di attirare l’attenzione del padre andato via di casa quand’era solo un bambino. Quel tipo di ragazzo dall’aria così debole che solletica l’istinto di rivalsa di taluni, che ti fa venir voglia di spingerlo nel fango perché non avrebbe mai il coraggio o le forze per reagire, e vogliono farne un capro espiatorio.
Zach è l’unico figlio di Susan, una dei ragazzi Burgess, che ragazzi non sono più. Jim, il maggiore, ha lasciato il nido - Shirley Falls – da anni, è sposato con Helen, ed è uno degli avvocati difensori più in vista di Brooklyn. Anche Bob, gemello di Susan, vive a Brooklyn, è divorziato, e conduce una vita un po’ incolore nel mondo forense, sempre all’ombra del fratello maggiore. Solo Susan, anche lei divorziata, è rimasta a Shirley Falls con Zach, a consumare l’insoddisfazione di sé nel paese natio.
I ragazzi Burgess, accomunati dalla tragica morte del padre tanti anni prima, sono divisi e uniti tra loro come i vertici di un triangolo. Jim è un uomo freddo e duro, l’idolo dei fratelli minori, ma sarebbe disposto a uccidere per proteggere quei familiari che pure considera fastidiosi pesi che gravano sulla sua vita e sulla sua carriera; Bob, martoriato dal senso di colpa per aver ucciso il padre in un tragico incidente quando aveva solo quattro anni, è tiranneggiato dai fratelli per il suo carattere debole e indeciso, e proprio per questo si rivede nel giovane Zach; Susan vive in adorazione di Jim e continua a portare rancore a Bob per essere da sempre stato il preferito della dura madre. Nonostante i rancori, le gelosie e le alleanze, i ragazzi Burgess finiscono per riunirsi a sostenere Zach quando il ragazzo si mette nei guai.

Con una scrittura non certo arzigogolata ma efficacissima, la Strout dipinge una galleria di variopinti personaggi, caratteri e culture perennemente contrastanti tra cui è impossibile trovare una causa con cui schierarsi, perché per ogni situazione la verità assoluta non è mai la somma di tutte le verità relative. Zach ha commesso un atto che non è solo un reato minore, la bravata di un ragazzo, ma la goccia che fa traboccare il vaso di un equilibrio complesso tra due popoli che convivono insieme: quello americano di Shirley Falls, chiuso, gretto e un po' razzista, e quello somalo emigrato, altrettanto chiuso nei suoi strani usi e nell'incapacità (linguistica e culturale) di comunicare. Jim ha una vita perfetta, da spot televisivo, con una villa da spot televisivo e una moglie mansueta e sorridente da spot televisivo, arrogante con i fratelli e concentrato sulla sua carriera, ma ha un segreto che lo tormenta da anni e un celato senso di colpa per non essere riuscito a occuparsi a dovere della famiglia al posto del padre. Poi c'è Bob, il brav'uomo per eccellenza, che irrita per la sua dabbenaggine, la sua mancanza di spina dorsale, la sua capacità di peggiorare ogni situazione a cui cerca di rimediare. E Susan, che ha sempre protetto il figlio debole senza mai tagliare il cordone ombelicale - una delle ragioni per cui il marito Steve l'ha abbandonata - nel tentativo di sopperire all'amore materno che la madre intransigente le ha sempre fatto mancare. E ancora Pam, l'ex moglie di Bob, che fin da bambina aveva desiderato avere una famiglia numerosa (tanto da diventare praticamente la quarta dei ragazzi Burgess) e che si è vista legata a un marito sterile. E cosa dire di Helen, che nella sua ottusità di donnetta della upper class risulta quasi da compiangere?

L'autrice del premio Pulitzer Olive Kitteridge torna con un romanzo sulla famiglia, quel gomitolo di legami di sangue che talvolta appaiono indistricabili nonostante si sia tentato disperatamente di troncarli. Un romanzo di temi già sentiti, già visti, già letti, ma rielaborati in una storia trascinante che fa volar via d'incanto le sue quasi cinquecento pagine.

Forse non all'altezza di Olive Kitteridge, ma comunque da leggere.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: I ragazzi Burgess
  • Titolo originale: The Burgess Boys
  • Autore: Elizabeth Strout
  • Traduttore: Castoldi S.
  • Editore: Fazi
  • Data di Pubblicazione: 2013
  • Collana: Le strade
  • ISBN-13: 9788864118994
  • Pagine: 447
  • Formato - Prezzo: Brossura - 18.50 Euro

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