16 giugno 2013

Prendi e Vai - Concesion Gioviale

Quella droga di cui non puoi fare a meno, ma che non ti fa morire. Ti fa vivere, anche quando immagini che sia tutto perso. Una ragazza, Sara, ritrova la voglia di vivere, di credere negli altri, di innamorarsi ancora una volta e soprattutto riscopre un sogno, sepolto nel cassetto da tempo, grazie all'aiuto di un amico. Una band, i BiancOstile, cinque personalità diverse, cinque vite diverse ma un unico grande obiettivo. Un intreccio di sentimenti ed episodi divertenti dove la Musica fa da colonna sonora.


Recensione

Sara, la protagonista di questo romanzo, è una di quelle donne sempre pronte ad aiutare gli amici che si possano trovare in difficoltà, si prende a cuore i loro problemi e non chiede niente in cambio, se non un po' di affetto di cui sembra essere carente, visto che non parla mai della propria famiglia, se non per dire di avere un rapporto molto freddo con il padre. E' sfortunata in amore ed è appunto dopo una delusione sentimentale che inizia il racconto. Proprio quando Sara è sull'orlo della depressione, un amico la invita ad andare ad ascoltare un complesso musicale di cui lui stesso fa parte: i BiancOstile. Questo incontro cambierà la vita di Sara. Da quel momento il tempo libero lo dedicherà ad aiutare il gruppo musicale ad affermarsi, scriverà testi di canzoni per loro e, in caso di necessità, si presterà a fare da cantante. Sara non può definirsi quindi una "groupie", sia per l'età, sia per il ruolo che svolge all'interno del gruppo, sia perché la band deve ancora affermarsi e tutti sono costretti a svolgere un lavoro durante la settimana per mantenere se stessi e il proprio hobby

All'inizio della lettura non è facile orientarsi fra i vari componenti del gruppo musicale. Pur essendo solo cinque, oltre che con il vero nome, vengono chiamati anche con dei nomignoli, e talvolta più di uno. Intorno alla band converge poi un ampio giro di fidanzate e amiche. In più c'è un "Lui", l'uomo di turno di cui si innamora -o pensa di essere innamorata- Sara, che può essere o meno un componente del gruppo, non sempre bene individuabile e che crea ulteriore confusione al lettore. L'autrice non descrive mai nessuno dei personaggi, e ciò li rende difficili da ricordare; sarebbe bastato segnalare una caratteristica di ognuno per toglierli dall'anonimato in cui rimangono relegati. Di uno solo, Miko, detto anche Midi, si dice che ha un bel sorriso, anzi, le parole della scrittrice sono: "La prima volta che l'ho visto mi fissai con il suo sorriso e sorrisi anche io." Quel "fissai" è chiaramente un termine gergale e dovrebbe venire sostituito (ad esempio: "rimasi incantata dal suo sorriso"), come la parola "fomentare" che viene talvolta utilizzata ma mai nel significato che dovrebbe avere in italiano. Tali termini potrebbero essere giustificabili in un dialogo ma non nella parte narrata.

L'autrice, oltre ad essere allergica alle descrizioni, non si sofferma a cercare di spiegare le ragioni che  portano Sara a innamorarsi sempre della persona sbagliata. Questo sarebbe abbastanza comprensibile se fosse ancora un'adolescente, ma Sara rivela alla fine del libro di avere trent'anni e quindi dovrebbe avere raggiunto una maturità tale da consentirle di fare un'analisi critica delle sue scelte, e di non doverla sentire uscire fuori con una di quelle frasi che fanno venir voglia di cestinare il libro "tout court", come: "Non permisi a nessuno di entrare nel mio cuore, lo chiusi a chiave e... la buttai."

Si può dividere virtualmente il romanzo in tre parti. La prima parte, da quanto dice la stessa autrice, è almeno in parte autobiografica e forse per questo è anche la più confusa. La seconda parte è più scorrevole e corretta sotto l'aspetto grammaticale. La terza e ultima parte riguarda la conclusione che risulta peraltro un po' affrettata: il gruppo musicale ottiene il meritato riconoscimento e anche Sara otterrà il successo dalla pubblicazione del libro (Prendi e vai) che ha scritto. Sentire che ha scritto un libro sorprende il lettore, dato che ad esso viene fatto solo qualche sporadico e superficiale accenno nel contesto del romanzo.

Anche se non c'è un capitolo dove  almeno una volta Sara non si metta a piangere per commozione, dolore, frustrazione, gioia o delusione, mostrando un'emotività un po' troppo accentuata per una donna di trent'anni, l'autrice riesce a renderla simpatica e tutt'altro che deprimente.

Il romanzo è scorrevole ed è indirizzato più che altro ad un pubblico tardo-adolescenziale. Presenta però numerosi difetti tipici degli esordienti:

- abuso di frasi fatte

- abuso di puntini di sospensione

- uso di termini non appropriati o più adatti al modo di parlare colloquiale che a quello scritto

- mancanza di descrizioni.

A quest'ultimo proposito si fa notare che il lettore è come un cieco che riesce a vedere solo quello che l'autore gli "mostra" con le descrizioni. Niente deve essere pertanto dato per scontato dall'autore.

Pare che sia previsto un seguito a questo romanzo e si spera che si voglia tener conto delle osservazioni; sarebbe un peccato che il secondo libro presentasse le medesime criticità del primo, dato il modo di scrivere vivace ed accattivante che caratterizza Concesion Gioviale.

Giudizio:

+2stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Prendi e vai  
  • Autore: Concesion Gioviale 
  • Editore: Sovera
  • Data di Pubblicazione: 2012  
  • ISBN-13: 9788866520771
  • Pagine: 174
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 15,00

2 Commenti a “Prendi e Vai - Concesion Gioviale”

  • 17 giugno 2013 alle ore 22:00
    Unknown says:

    Ciao!
    Grazie infinite per la recensione!
    Lo ammetto, quando si è emergenti, forse perchè dettati dal troppo entusiasmo e dalla poca pazienza, spesso ci si imbatte in situazioni di questo tipo, ma benvengano, servono per crescere, imparare e migliorarsi.
    Come ho già spiegato, il libro nasce per scherzo, infatti la prima parte è schematica, quasi scolastica, la parte centrale è confusa ( vedi i puntini di sospensione di frequente utilizzo) perchè volevo mollare tutto, la terza è quella più decisa perchè ho seguito solo la mia testa e il mio cuore ... Non pensavo nemmeno di pubblicarlo, eppure è successo! E' un libro ricco di imperfezioni, un po' dettate dall'entusiasmo di pubblicare qualcosa di mio, un po' per la mia poca esperienza ed un po' per la mia non voluta ignoranza nell'ambiente. Sono contenta che sia piaciuto e sono altrettanto contenta di aver ricevuto delle critiche costruttive che già, da mesi, sto mettendo all'opera, per poter fare un se-quel migliore!
    Ho volutamente utilizzato un linguaggio semplice e "gergale" per avvicinare i giovani al mondo della letteratura e della lettura, un linguaggio che arrivasse più al cuore che alla testa, ma, mi rendo conto, che per saper scrivere bene o definirsi scrittori serve ben altro. Ho consegnato al mio editore il manoscritto così come molti di voi lo hanno letto, e lui stesso lo ha lasciato così proprio per il motivo che spiegavo. Per quanto riguarda la descrizione dei personaggi, ho dedicato un capitolo intero per ognuno di loro, ma concordo che bisognava approfondire.
    Per quanto riguarda l'età della protagonista, all'inizio della storia, la stessa è giovane, spaventata, impaurita, poco matura ... E' un percorso personale e lavorativo che si evolve negli anni ... E' un racconto di un passato non troppo lontano, quindi all'inizio della storia, la protagonista non ha 30 anni!
    Per il resto, vi ringrazio di vero cuore e tornerò sicuramente con un se-quel , prendendo nota dei vostri preziosi consigli!!! Grazie!

  • 18 giugno 2013 alle ore 09:57
    emerson says:

    La valutazione di un libro ha sempre una componente soggettiva che ne condiziona il giudizio, ma l'autrice risulta oggettivamente simpatica.

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