Si sa... il libro è sempre meglio del film. Raramente accade il contrario. In un modo o nell'altro, però, sembra non esserci mai accordo tra libro e film. Eppure quello tra libro e film è un connubio che spesso si è rivelato vincente, in entrambi i sensi: libri che hanno conferito a film una tale aura sì da vincere i premi più prestigiosi, creare attesa, consolidare pubblico, e film che a loro volta hanno portato alla ribalta fenomeni letterari sconosciuti o magari passati in sordina. In ogni caso, il fascino del red carpet non risparmia nessuno.
Quest'anno, alla vigilia dell'85° edizione degli Academy Awards abbiamo voluto spendere due parole sui film in nomination tratti da libri, tra classici e romanzi meno noti.
Sul primo dei sei libri da Oscar si è scritto di tutto e di più, e non ha bisogno di presentazioni: Lo Hobbit di Tolkien (1937), portato sul grande schermo dal solito Peter Jackson. Il film, primo episodio di una nuova trilogia, stiracchia il breve romanzo di Tolkien puntando tutto sull'effetto visivo. Prevedibili dunque i tre premi per il quale è in gara: Miglior scenografia, Miglior trucco e Migliori effetti speciali.
Di seguito, la sinossi de Lo Hobbit o la riconquista del tesoro, edito da Adelphi:
"Lo hobbit" è il libro con cui Tolkien ha presentato per la prima volta, nel 1937, il foltissimo mondo mitologico del Signore degli Anelli, che ormai milioni di persone di ogni età, sparse ovunque, conoscono in tutti i suoi minuti particolari. Tra i protagonisti di tale mondo sono gli hobbit, minuscoli esseri "dolci come il miele e resistenti come le radici di alberi secolari", timidi, capaci di "sparire veloci e silenziosi al sopraggiungere di persone indesiderate", con un'arte che sembra magica ma è "unicamente dovuta a un'abilità professionale che l'eredità, la pratica e un'amicizia molto intima con la terra hanno reso inimitabile da parte di razze più grandi e goffe" quali gli uomini. Se non praticano la magia, gli Hobbit finiscono però sempre in mezzo a feroci vicende magiche, come capita appunto a Bilbo Baggins, eroe quasi a dispetto di questa storia, che il grande "mago bianco" Gandalf coinvolgerà in un'impresa apparentemente disperata: la riconquista del tesoro custodito dal drago Smog. Bilbo incontrerà così ogni sorta di avventure, assieme ai tredici nani suoi compagni e a Gandalf, che appare e scompare, lasciando cadere come per caso le parole degli insegnamenti decisivi. E il ritrovamento, apparentemente casuale, di un anello magico, è il germe della grande saga che Tolkien proseguirà nei tre libri del "Signore degli Anelli" illuminando nel suo durissimo senso un tema segreto de "Lo hobbit": cosa fare dell'Anello del Potere?
Una new entry è invece lo sconosciuto Il lato positivo (titolo originale: Silver Linings Playbook), che uscirà in Italia il 7 Marzo. Il film ha fatto incetta di nomination, ben otto: Miglior film, Miglior regista, Miglior attore e attrice protagonista per Bradley Cooper e Jennifer Lawrence, Miglior attore e attrice non protagonista per Robert De Niro e Jackie Weaver, Miglior Sceneggiatura non originale e Miglior Montaggio. Il film si basa su L'orlo argenteo delle nuvole, di Matthew Quick, edito in Italia da Salani:
Pat Peoples è convinto che la sua vita sia un film prodotto da Dio. La sua missione: diventare fisicamente tonico ed emotivamente stabile. L'inevitabile happy end: il ricongiungimento con la moglie Nikki. Questo ha elaborato Pat durante il periodo nel "postaccio", la clinica psichiatrica dove ha trascorso un tempo che non ricorda, ma che dev'essere stato piuttosto lungo... Infatti, ora che è tornato a casa, molte cose sembrano cambiate: i suoi vecchi amici sono tutti sposati, gli Eagles di Philadelphia hanno un nuovo stadio e, soprattutto, nessuno gli parla più di Nikki, e anche le foto del loro matrimonio sono scomparse dal salotto. Dov'è finita Nikki? Come poterla contattare, chiederle scusa per le cose terribili che le ha detto l'ultima volta che l'ha vista? E come riempire quel buco nero tra la litigata con lei e il ricovero nel postaccio? E, in particolare, qual è la verità? Quella che ti fa soffrire fino a diventare pazzo, o quella di un adorabile ex depresso affetto da amnesie ma colmo di coraggiosa positività? Pat guarda il suo mondo con sguardo incantato, cogliendone solo il bello, e anche se tutto è confuso, trabocca di squinternato ottimismo, fino all'imprevedibile finale. L'orlo delle nuvole è argenteo, perché dietro c'è sempre il sole.
Stagione fortunata anche per i classici. Innanzitutto per il musical de I miserabili, basato sul celeberrimo musical teatrale di Claude-Michel Schönberg che continua a essere rappresentato ininterrottamente dal 1980. Tra i favoriti, ha collezionato ben otto nomination: Miglior film, Miglior Attore protagonista per Hugh Jackman e Miglior Attrice non protagonista per Anne Hathaway, Migliori Costumi, Miglior Scenografia, Miglior Canzone, Miglior Trucco e Miglior Sonoro.
Questa la sinossi dell'edizione integrale dei Mammut:
Un'epopea della miseria e un imponente affresco d'epoca che, nella Parigi dell'800, vede protagonisti alcuni indimenticabili personaggi, come Jean Valjean, la solare Cosette, Fantine, il cupo ispettore Javert: anti-eroi ricchi di luci e ombre, capaci di gesti scellerati ma anche di azioni generose e commoventi. Una storia dal ritmo incalzante, magistrale e irripetibile per l'autenticità delle emozioni e per la complessità della trama narrativa.
Secondo classico portato quest'anno sul grande schermo, Anna Karenina, nella nuova e originalissima trasposizione di Joe Wright (già regista di Espiazione, di Ian McEwan). Solo quattro nomination per questo film: Miglior Fotografia, Miglior Scenografia, Miglior Colonna Sonora (con in gara l'italiano Dario Marianelli, già Oscar per Espiazione), Migliori Costumi.
Tra le tante edizioni italiane, abbiamo scelto quella BUR:
Centro della vicenda è la tragica passione di Anna,
sposata senza amore a un alto funzionario, per il brillante ma
superficiale Vronskij.
Parallelo a questo amore infelice è quello felice
di Kitty per Levin, un personaggio scontroso e tormentato al quale
Tolstoj ha fornito i propri tratti. "In Anna Karenina è rappresentata -
scrive Natalia Ginzburg - la colpa come ostacolo, anzi come barriera
invalicabile al raggiungimento della felicità". Tra i primi lettori il
libro ebbe Dostoevskij che così ne scrisse: "Anna Karenina è un'opera
d'arte assolutamente perfetta. Vi è in questo romanzo una parola umana
non ancora intesa in Europa... e che pure sarebbe necessaria ai popoli
d'Occidente".
Il vincitore delle nomination, ben dodici, è Lincoln, che segna il ritorno di Steven Spielberg. Film superfavorito, soprattutto per i premi più grossi: Miglior Film, Miglior Regia, Miglior attore protagonista per Daniel Day-Lewis e Miglior attrice non protagonista per Sally Field. Il libro da cui è tratto, Team of Rivals: The Political Genius of Abraham Lincoln, purtroppo ancora inedito in Italia, è incentrato sullo scontro politico tra il presidente Lincoln e i potenti uomini del suo gabinetto per l'abolizione dalla schiavitù degli afroamericani alla fine della Guerra civile.
Chiudiamo con un altro favorito, con le sue undici nomination: Vita di Pi, di Ang Lee, in gara soprattutto per il premio al Miglior Film e Miglior Regia. Il libro, del canadese Yann Martel, è stato edito in Italia da Piemme:
Piscine Molitor Patel è indiano, ha sedici anni, è affascinato da tutte le religioni, e porta il nome di una piscina. Nome non facile che dà adito a stupidi scherzi e giochi di parole. Fino al giorno in cui decide di essere per tutti solo e soltanto Pi. Durante il viaggio che lo deve condurre in Canada con la sua famiglia e gli animali dello zoo che il padre dirige, la nave mercantile fa naufragio. Pi si ritrova su una scialuppa, alla deriva nell'Oceano Pacifico, in compagnia soltanto di quattro animali. Tempo pochi giorni e della zebra ferita, dell'orango del Borneo e della iena isterica non resta che qualche osso cotto dal sole. A farne piazza pulita è stato Richard Parker, la tigre del Bengala con cui Pi è ora costretto a dividere quei pochi metri. Contro ogni logica, il ragazzo decide di ammaestrarla. La loro sfida è la sopravvivenza, nonostante la sete, la fame, gli squali, la furia del mare e il sale che corrode la pelle. Il loro è un viaggio straordinario, ispirato e terribile, ironico e violento, che ci porta molto più lontano di quanto avessimo mai potuto immaginare. A scoprire che la stessa storia può essere mille altre storie. E che riaccende la nostra fede nella magia e nel potere delle parole.
Silver Linings Playbook mi è piaciuto tantissimo (Jennifer Lawrence è straordinaria e c'è un Bradley Cooper insolito e sorprendente, specialmente per chi l'ha conosciuto in veste comica con Una Notte Da Leoni).
Ottimo, grazie del contributo! Di questo film/libro non ho sentito assolutamente nulla, ma sono curioso.
Commenterei per elencare:
- Zero premi su tre nomination per "Lo Hobbit";
- Un premio su otto nomination per "Il lato positivo": Miglior attrice protagonista (Jennifer Lawrence);
- Tre premi su otto nomination per "Les Misérables": Miglior attrice non protagonista (Anne Hathaway), Miglior trucco e acconciatura, Miglior sonoro;
- Un premio su quattro nomination ad "Anna Karenina": Migliori costumi;
- Due premi su dodici nomination a "Lincoln": Miglior attore protagonista (Daniel-Day Lewis) e Miglior scenografia;
- Quattro premi su undici nomination per "Vita di Pi": Miglior regia, Migliore fotografia, Migliori effetti speciali, Migliore colonna sonora.
Posso commentare solo Lincoln per cui trovo giusti i due premi: Daniel Day Lewis è sempre spettacolare, il film era bello ma abbastanza tradizionalista nella forma, classico Spielberg, non credo meritasse il miglio film o la regia.
La Hathaway la trovo di solito insipidina ma non ho visto I Miserabili quindi chssà...
Io pure l'ho sempre trovata insipida, ma l'Oscar per i I Miserabili è meritatissimo.
Non posso dire altrettanto di Jennifer Lawrence...
Quanto a Lincoln, ennesima dimostrazione che i personaggi storici vincono sempre. Ma per Spielberg è un flop totale.