Nel giorno del suo duecentesimo compleanno vogliamo dedicare allo zio Charles una bella retrospettiva, sperando di fare cosa gradita ai suoi fan e di incuriosire un po' coloro che ancora non lo conoscono.
La vita
Il più grande romanziere inglese di epoca Vittoriana ed uno dei più grandi di sempre, Charles Dickens nasce a Landport (Portsea) il 7 febbraio 1812. I primi anni di vita trascorrono in una cornice quasi idilliaca, grazie all'impiego del padre presso l'ufficio paghe della Marina che gli consentono di garantire al figlio alcuni anni di educazione privata presso la William Gile's School. Ben presto però le fortuna della famiglia subiscono un'inversione di rotta: John Dickens perde il lavoro ed è costretto a trasferirsi con la famiglia a Camden Town (Londra); i debiti però continuano ad aumentare e nel 1824 John viene imprigionato nel carcere di Marshalsea dove, secondo l'usanza dell'epoca, andrà a vivere anche il resto della famiglia. Solo il giovane Charles non alloggia in modo fisso nel carcere ma viene ospitato da alcuni parenti. Tuttavia, per pagarsi vitto e alloggio è costretto a lasciare la scuola e a cercare lavoro presso una fabbrica di lucido da scarpe. Le condizione inumane a cui venivano sottoposti i bambini-lavoratori, così come l'esperienza delle sue visite a Marshalsea, lo segneranno profondamente e influenzeranno in modo significativo sia le trame che i temi trattati nelle sue opere. Successivamente Dickens fu in grado di riprendere la sua educazione, grazie alla quale si procurò un primo lavoro come copista, seguito poi da quello di giornalista freeleance prima addetto alle cronache giudiziarie e poi quelle politiche. Nel frattempo inizia la stesura dei primi racconti, tutti pubblicati a puntate su giornali: Sketches by Boz e il primo vero romanzo Il circolo Pickwick. E' il 1836 e da quel momento il successo di Dickens come romanziere non si ferma più tanto da arrivare in pochi anni anche oltreoceano. Lo scrittore si recherà infatti in America una prima volta nel 1842 e una seconda volta nel 1867. Entrambe le visite riscossero enorme successo nonostante lo scrittore manifestasse con convinzione il suo appoggio all'abolizione della schiavitù. Mai dimentico delle proprie origini Dickens, infatti, fu sempre attento alle esigenze dei più deboli e si dedicò con costanza ad opere di filantropia, la più significativa delle quali è sicuramente la fondazione di una casa di redenzione per donne cadute in disgrazia che si proponeva di fornire una cultura e i mezzi per reinserirsi nella società a donne che, secondo i puritani standard vittoriani, avevano compromesso la propria reputazione.
Particolarmente significativo fu però il secondo viaggio negli Stati Uniti, durante il quale Dickens si esibì in un tour trionfale per il paese leggendo brani delle proprie opere. Fin dal 1858, in effetti, Dickens aveva iniziato a girare l'Inghilterra offendo letture pubbliche dei suoi romanzi; grazie alle sue capacità istrioniche e alla popolarità delle sue opere gli eventi incontrarono sempre il favore del pubblico, tanto che l'autore stesso continuò a dedicarvisi con impegno indefesso anche quando la sua salute iniziò a declinare e fu colpito da un primo infarto. Un secondo infarto lo colpì l'8 giugno del 1870, dopo aver trascorso una giornata a lavorare al suo ultimo romanzo, rimasto incompiuto, Il mistero di Edwin Drood. Morirà il giorno dopo e verrà seppellito, contro la sua volontà nell'Angolo dei Poeti, nell'abbazia di Westmister.
Le opere
Quando si parla di Charles Dickens non so mai da che parte iniziare; in fin dei conti stiamo parlando dell'uomo che ha reinventato il Natale, che per primo ha sbattuto in faccia ai sudditi del trionfale impero britannico la povertà in cui versava una parte "dimenticata" della popolazione, che ha donato al cinema un'inesauribile miniera da cui trarre ispirazione, e che, incidentalmente, è il mio scrittore preferito.
Dickens riversa tutto se stesso nelle sue opere, questo vale sia per la scelta delle trame e delle ambientazioni, per la quale le sue esperienze personali si sono rivelate una fonte inesauribile di ispirazione, sia per le tematiche affrontate Le difficoltà economiche della famiglia, l'arresto del padre a causa dei debiti e soprattutto la traumatica esperienza del lavoro minorile hanno prodotto un costante interesse per le condizioni di vita dei più poveri; anche dopo essere diventato uno scrittore di successo Dickens non ha mai perso la naturale empatia verso le classi sociali disagiate mentre la sua genialità come narratore gli ha permesso di tradurre questo suo interesse in racconti così memorabili e descrizioni così efficaci da essere in grado di contribuire concretamente a portare il problema della disuguaglianza sociale all'attenzione dell'opinione pubblica e del dibattito politico, favorendo in questo modo le riforme che negli anni successivi verranno approvate.
Dickens attorniato dai suoi personaggi nel quadro "Dickens' dream" di R. Buss |
Zio Paperone nei panni di Ebenezer Scrooge |
Tutte le sue opere sono caratterizzate da trame complesse ed intricate, ricche di colpi di scena e stravoLgimenti del destino; queste caratteristiche derivano anche dal fatto che quasi tutti i romanzi furono pubblicati per la prima volta a puntate su riviste e periodici, da qui la necessità di mantenere sempre viva l'attenzione del pubblico nel corso delle settimane. Dickens seguiva con particolare attenzione l'umore dei suoi lettori ed era di solito pronto a dare loro ciò che volevano; i suoi romanzi erano di fatto dei work in progress nel senso che venivano completati man mano che le varie puntate erano pubblicate e questo non sempre si ripercuoteva sulle sue trame in modo sempre. A volte infatti l'autore si lasciava andare ad inversioni di rotta e colpi di scena non proprio convincenti, chiaro segno di tentativi di aggiustamento a metà percorso. Inoltre, sempre nel tentativo di assecondare il suo pubblico, egli indulgeva talvolta in un sentimentalismo tipicamente vittoriano, piuttosto stucchevole alle orecchie del lettore di oggi. Tipicamente vittoriana era anche la sua visione della figura femminile che si concretizza nella sua penna nell'ideale dell'angelo del focolare: mite, fedele e comprensiva, una compagna amorevole e fidata (rare ma significative eccezioni sono la fenomenale Betsey Trotwwod di "David Copperfield", la volubile Bella Wilfer de "Il nostro comune amico", la disincaNtata Louisa Gradgrind di "Tempi difficili"). Sotto questo aspetto non si può negare che egli sia stato sorpassato da altri scrittori suoi contemporanei, ad esempio Trollope o Thackeray, che si sono dimostrati in grado di oltrepassare la limitata prospettiva vittoriana proponendo modelli femminili ben più indipendenti e anticonvenzionali. E' per questi due fattori, più che per ogni altro, che le opere dickensiane accusano a volte il passaggio del tempo ma in tutta sincerità mi pare che essi siano pienamente compensati dal gusto dello scrittore per la commedia, dalla sua ironia sorniona, spesso espressa tramite incisi folgoranti, dalla sua abilità satirica.
Samuel Pickwick tiene un discorso ai membri del suo circolo |
Mr Micawber |
Il maggior numero di capolavori lo troviamo però fra le opere che fanno parte del periodo della maturità. Trattarle, anche solo in modo superficiale nelle poche righe che ho a disposizione è un'impresa impossibile, per questo mi limiterò a citare i miei preferiti, quelli che a mio parere non dovreste per nessun motivo farvi scappare. Fra tutti spicca sicuramente Casa Desolata (Bleak House,1853, del quale pubblicheremo a breve una recensione dettagliata), romanzo nel quale Dickens sfrutta la sua esperienza giovanile di cronista giudiziario per costruire una trama mai così intricata allo scopo di ridicolizzare la labirintica burocrazia e la basilare inutilità del sistema giuridico inglese.
Copertina de Il Nostro Comnue Amico |
Concludo segnalandovi il romanzo, a mio parere, meno meritevole da cui tenervi lontano come dalla peste: La bottega dell'antiquario (The Old Curiosity Shop, 1841). Direi che in questo caso ci troviamo di fronte ad uno dei più stucchevoli esempi di sentimentalismo vittoriano, ed infatti l'opera fu un grande successo al momento della pubblicazione, ma già nei decenni successivi l'eccessivo melodramma che la caratterizza fu ridicolizzato da più parti. Celebre è la battuta di Oscar Wilde che osservò "Dovreste davvero possedere un cuore di pietra per non scoppiare a ridere alla morte della piccola Nell".
Lasciandovi all'elenco completo dei romanzi in ordine cronologico, vi segnalo infine questo splendido articolo che il magazine della BBC dedica allo zio Charles: Charles Dickens: Six things he gave the modern world.
- Il circolo Pickwick
- Le avventure di Oliver Twist
- Nicholas Nickleby
- La bottega dell'antiquario
- Barnaby Rudge
- I racconti di Natale
- Martin Chizzlewit
- Dombey e figlio
- David Copperfield
- Casa Desolata
- Tempi Difficili
- La piccola Dorrit
- Le due città
- Grandi Speranze
- Il nostro comune amico
- Il mistero di Edwin Drood (incompleto)
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