4 gennaio 2012

Mirage - Howard Fast

Immaginate di recarvi al lavoro come tutte le mattine e di scoprire che il vostro ufficio non c'è più, anzi non è mai esistito. È ciò che accade a David Stillman, un grigio contabile in una ditta di New York che conduce un'esistenza solitaria e tranquilla e che un bel giorno precipita nel più nero degli incubi. Il suo ufficio in un grattacielo della città sparisce. Un suo amico viene brutalmente assassinato. Un'avvenente sconosciuta gli consiglia di darsi alla fuga se gli preme la vita. Ma chi vuole ucciderlo e perché? Il terrore e l'angoscia si fanno paralizzanti quando si rende conto di non sapere chi sia veramente David Stillman e di essere forse vittima di un passato di cui non ha memoria. Alla disperata ricerca della propria identità, sarà costretto a giocare una partita ad alto rischio il cui finale potrebbe essere la morte o la follia. Il romanzo fu pubblicato nel 1951 col titolo Fallen Angel, ma questo venne modificato quando ne fu tratto il film Mirage (1965) diretto da Edward Dmytryk e interpretato da Gregory Peck e Walter Matthau.

Recensione

L'hard-boiled è un genere che deve piacere. La fredda metropoli, gangster di poco cervello ma dal grilletto facile, detective malinconici che lavorano in uffici scalcinati, whisky che scorre a fiumi... ognuno di questi elementi ricrea all'istante nella nostra mente precise immagini e atmosfere, bastano poche parole e davanti ai nostri occhi sembrano scorrere le immagini di un vecchio film hollywoodiano in bianco e nero con Humphrey Bogart che ci guarda dritto negli occhi con quella sua aria cinica e la sigaretta penzolante di sbieco fra le labbra.

Leggere Mirage è proprio come rivivere una di queste pellicole (ed in effetti ne è stato tratto un film, niente Bogart in questo caso, ma Gregory Peck e Walter Matthau come protagonisti): lo stile è serrato e incalzante proprio come un tour de force alla Hitchcock e ognuno dei personaggi incarna perfettamente uno degli archetipi del romanzo noir, a partire dal protagonista, il classico individuo in apparenza normale fino alla banalità che si trova coinvolto in un incubo senza via di scampo. David Stillman è un contabile dalla vita tranquilla, perfino monotona, almeno fino a quando, in seguito ad un banale black-out, il mondo che era convinto di conoscere gli si rivolta contro, in modo così inaspettato e insensato da portarlo a sospettare di essere pazzo. Senza alcun motivo apparente David si ritrova braccato da killer spietati, al soldo di un deus-ex-machina freddo e calcolatore che resta nell'ombra fino alle battute finali.
In fuga e contemporaneamente alla ricerca della verità sul proprio passato David trova l'aiuto di un detective un po' scalcinato e, naturalmente, non potrà evitare di innamorarsi dell'immancabile "pupa", anch'essa con un passato da nascondere.

Mirage è quindi un cocktail perfetto per gli amanti dell'hard-boiled, che non mancheranno di assaporarne le atmosfere cupe, mentre susciterà le perplessità dei non appassionati che non potranno non notare l'artificiosità di personaggi e dialoghi. Personalmente, al di là di alcuni sviluppi della trama, assolutamente pretestuosi, e della stereotipizzazione dei protagonisti, ciò che ho trovato incredibilmente irritante sono i dialoghi, spesso insensati e soprattutto totalmente isterici.

Naturalmente fa parte di questo tipo di racconto avere ritmi parossistici ma in tutta sincerità fatico a capire come un uomo in grado di reagire con relativa calma alla presenza di un killer in casa propria non riesca a condurre la più banale delle conversazioni senza diventare irrazionalmente nevrotico dopo un paio di battute. Altro elemento ridicolo sono le figure femminili, a partire dalla dark lady Sheila, di cui ovviamente David si innamora senza nemmeno conoscerla. Ciò che trovo poco credibile in questo tipo di donna è la loro tendenza a presentarsi come algide figure che nascondono chissà quali turpi segreti, salvo poi sciogliersi, spaventate e tremanti, fra le braccia del protagonista che un attimo prima rivolge loro accorare dichiarazioni di amore eterno e l'attimo successivo le sta scuotendo violentemente per le spalle chiamandole "puttane". L'atteggiamento da macho è del resto tipico verso tutte le figure femminili del romanzo e potrà anche essere sembrato fascinoso un tempo, ma oggi non può che risultare artefatto.

Tornando quindi a quanto detto all'inizio di quest'articolo, l'hard-boiled deve piacere. Se ne siete cultori non fatevi scappare questo Mirage, non mancherà di soddisfarvi, a tutti gli altri consiglio un'accurata riflessione prima di imbarcarsi nella lettura: trama e ritmo ci sono ma non sono sicura che bastino a far dimenticare i limiti del genere.

Giudizio:

+2stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Mirage
  • Titolo originale: Mirage
  • Autore: Howard Fast
  • Traduttore: Viganò G.
  • Editore: Polillo
  • Data di Pubblicazione: 2010
  • Collana: I Mastini
  • ISBN-13: 9788881543656
  • Pagine: 190
  • Formato - Prezzo: Tascabile - 11,00 Euro

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