25 gennaio 2012

Antiche sere - Norman Mailer

Nella piramide di Khufu, in Egitto, più di trentatré secoli fa un uomo, forse uno spettro, si aggira smarrito tra il mondo dei vivi e la terra dei morti.
La sua vita gli appare come un lampo: nascita, morte e imbalsamazione, il corpo immerso nel natron, i ferri e gli uncini che svuotano il cranio. Con un linguaggio curato fin nei minimi particolari, l'autore ci guida tra i misteri dell'antico Egitto, in un mondo di intrighi, passioni, divinità, magie e orrori.


Recensione

L'antico Egitto messo in scena dalla penna di Mailer si presenta con una veste inusuale: se l'immagine più comune che se ne ha in genere è quella delle mummie immerse nei sarcofagi in uno stato di sospensione eterna, dei reperti archeologici e delle pitture tombali sui muri delle piramidi, dal racconto della vita - delle molte vite in realtà - di un alto funzionario vissuto ai tempi della X dinastia, Menenhetet, emerge un'immagine molto diversa dal solito.

Il romanzo si apre proprio con la scena dell'imbalsamazione raccontata dal morto stesso alle prese con l'estrema transizione, secondo il Libro dei morti, raccolta di preghiere e riti legati alla vita ultraterrena.
Uno spettro vagola nella necropoli di Giza: è quello del protagonista, Menenhetet III, e incontra l'omonimo, suo bisnonno Menenhetet I, che diventa a sua volta protagonista lasciando al discendente il ruolo di narratore: oltre a condividere il nome infatti le due anime hanno molto più di un vincolo di parentela, perché il più giovane è la reincarnazione del suo avo e le loro menti sono collegate da una sorta di condivisione di pensieri, sensazioni e desideri, attraverso il rapporto comune con Hathfertiti, insieme nipote e madre.
Dopo un lungo proemio mitologico che ripercorre i miti di Iside e Osiride, il racconto diventa la storia del primo Menenhetet e della sua ascesa sociale da un lurido villaggio sulle rive del Nilo fino all'incontro, come auriga, con il faraone Ramsete II.

La cornice è offerta da un invito a corte rivolto da Ramsete IX alla famiglia del generale Menenhetet I, ormai anziano, per quanto sfuggito agli oltraggi dell'età grazie a schifose pratiche esoteriche, che arriva dinanzi al faraone accompagnato dalla nipote Hathfertiti, dal marito di questa e dal figlioletto, il piccolo Menenhetet III, l'anima in pena dell'incipit.
Il ricevimento visto dagli occhi di un bambino si snoda dalle udienze pubbliche, al colloquio privato con il faraone fino a una cena lussuriosa: vanno in scena le ambizioni contrapposte ma parallele del generale e dell'avvenente nipote, Hathfertiti. Entrambi mirano a sedurre il faraone, Menenhetet per riuscire a raggiungere la più alta carica di corte, il visirato; Hathfertiti invece per ottenere le nozze con il sovrano il posto di favorita nel suo harem.
Durante la notte inizia il racconto autobiografico dell'anziano generale sul suo lungo servizio agli ordini del leggendario Ramsete II - Setpenere, a partire dalla battaglia di Kadesh contro gli Ittiti fino alla carriera negli onori di corte prima come guardiano dell'harem del faraone, poi come primo accompagnatore della sovrana Nefertari.

Questa parte rievocativa occupa una lunghissima porzione del testo e si conclude con la vittoria parziale di uno dei contendenti per il favore di Ramsete IX, il che porta poi anche alla conclusione del racconto con una sorta di identificazione del narratore bambino con il suo antenato, che è anche un ritorno - come in una sorta di ring composition - all'inizio della narrazione e alla morte del protagonista.

Più che la trama, a tratti cerebrale e pigra come il Nilo durante la stagione di secca, l'aspetto più interessante di questo libro è, a parere di chi scrive, la capacità stilistica di lanciare, attraverso l'edonismo estremo della corte dei faraoni, uno sguardo acuto sulle spinte emotive e le pulsioni contraddittorie dell'animo umano, diviso tra ambizione e lascivia, tra desiderio e potere, le due facce di una stessa medaglia.

Mailer tratteggia le sponde del Nilo secondo molti dei luoghi comuni sull'antico Egitto: la sensualità ancora ingenua e priva di pregiudizi rende leciti e privi di sfumature morali tutti gli atti che ai nostri occhi appaiono con l'etichetta della depravazione e avvicina la narrazione a una sorta di giardino edenico, in cui i personaggi si muovono evanescenti come le figure a due dimensioni delle pitture egizie.

Incesto, tradimento, sopraffazione sessuale, omosessualità vanno in scena con una vasta gamma di colori ma senza rimorsi né rimpianti e si combinano con la magia della seduzione femminile di Nefertari o della concubina Makhrut e della fascinazione del potere di personaggi come Ramsete II, il grande Faraone, al quale lo stesso Menenhetet concede tutta la fedeltà di anima e corpo.
La fisicità prepotente dei corpi nudi o appena coperti di sontuosi lini e riscaldati dal sole africano produce un'infinità di afrori e profumi, che dai padiglioni della reggia all'ombra dei papiri e dalle luride capanne d'argilla si alzano verso un cielo popolato da divinità umane, troppo umane, affamate di sensazioni e percezioni.
Sembra questa dimensione così veementemente fisica l'eredità che pervade ancora, con il fetore della decomposizione, le vaste necropoli, vere città dei morti, lasciata ai posteri da quelle generazioni. Anche per un provocatore avido di esperienze artificiali e assuefatto ai viaggi psichedelici l'alba dell'edonismo reaganiano - Antiche sere viene scritto nel 1983 e non incontra un grande successo di critica - delinea inevitabilmente all'orizzonte il suo tramonto, come il carro di Amon-Ra che dopo la sfolgorante corsa che ha illuminato il giorno degli uomini si immerge nell'oscurità dell'eterna lotta con il serpente Apep.

Giudizio:

+3stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Antiche sere
  • Titolo originale: Ancient evenings
  • Autore: Norman Mailer
  • Traduttore: P. F. Paolini
  • Editore: Bompiani
  • Data di Pubblicazione: 200
  • Collana: Tascabili Bompiani
  • ISBN-13: 9788845244889
  • Pagine: 592
  • Formato - Prezzo: Paperback - Euro 9,04

2 Commenti a “Antiche sere - Norman Mailer”

  • 25 gennaio 2012 alle ore 11:55
    Unknown says:

    Non mi ricordavo più di questo libro.
    Ricordo che lo lessi da giovanissima, di nascosto dai miei genitori (per ovvie ragioni).
    Era il fascino del proibito.
    Chissà come lo giudicherei adesso, dall'alto dei miei anni.

  • 25 gennaio 2012 alle ore 12:19
    polyfilo says:

    infatti anche le copertine che usano nelle proposte sul club degli editori erano molto provocanti...

    credo che da quel punto di vista sia una delusione perchè per trovare i primi episodi a contenuto sessuale si devono passare almeno un centinaio di pagine di tutt'altro tenore!

    però a un egittofilo credo possa piacere...

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