25 giugno 2011

La festa di Orfeo - Javier Márquez Sánchez

Inghilterra, 1956. Il governo britannico è sconcertato di fronte agli orribili delitti avvenuti in una contea alla frontiera scozzese.
Del caso sono incaricati Andrew Carmichael, un ispettore di Scotland Yard specializzato in crimini 'anomali', e il suo giovane collega, il detective Harry Logan.
Nello stesso tempo, una piccola casa cinematografica, la Hammer Films, ha deciso di cimentarsi nel rilancio del cinema horror producendo una innovativa versione a colori di Frankenstein. Ne sarà protagonista l’attore televisivo Peter Cushing, che viene invitato a prepararsi per la parte consultando alcuni specialisti al fine di ricercare le radici della paura umana.
Le strade dei poliziotti e dell’attore finiranno per incrociarsi fatalmente lungo una pista che conduce a 'La fête du Monsieur Orphèe', una misteriosa pellicola risalente agli anni del cinema muto, che sembra seminare una lunga, sanguinosa scia di morte e distruzione.

Recensione

La miglior garanzia del fatto che 'La festa di Orfeo' funzioni bene come romanzo horror è che non inventa nulla di nuovo. Ricombina piuttosto una serie di elementi già noti ai lettori di thriller, polizieschi e dell'orrore, dal grimorio maledetto (qui nella forma del film) al sotterraneo da sacrificio umano, dalla messa nera alla ricerca del manoscritto perduto tra gli scaffali polverosi di un archivio, meglio se nei dintorni della cupola di San Pietro.
Che il Maligno faccia le pentole senza coperchi è arcinoto, che anche lui abbia deciso di adeguarsi ai tempi producendo film è un po' meno prevedibile. Nella Gran Bretagna degli anni '50 un fatto di cronaca sconvolge i vertici di Scotland Yard al punto da indurli a mantenere il segreto sull'orrida vicenda: in un isolato villaggio scozzese i bambini durante una festa locale fanno a pezzi tutti i loro genitori, quindi crocifiggono il parroco a testa in giù, dopo averlo decapitato, e si danno fuoco in un orrendo autodafé nella chiesa.

Dopo una partenza così sfavillante era difficile mantenere il ritmo: invece l'indagine che coinvolge il detective Andrew Carmichael, specializzato in casi 'esoterici', e il suo vice Harry Logan mantiene uno sviluppo indiavolato, nel senso reale del termine. Man mano che si procede il lettore si trova avvinto in una trama sempre più incredibile e alienante ma la rapidità e la destrezza narrativa con cui si evolve la vicenda, tutta giocata intorno a un film maledetto, La fête du Monsieur Orphèe, sul quale circola la leggenda che sia stato scritto e prodotto da Satana in persona, non permette al lettore di mettere in crisi la credibilità della trama.

Rapidamente nel racconto viene coinvolto un attore, Peter Cushing, figura storica della BBC e del cinema horror di quegli anni, chiamato a interpretare il ruolo del Dr. Frankenstein in un remake - reale - nel quale esordisce sul grande schermo anche un ancora sconosciuto Christopher Lee (che qualche decennio dopo interpreterà il ruolo di Saruman in 'Il Signore degli Anelli').

Il fulcro di questo romanzo breve - o racconto lungo se preferite - è proprio la naturale rapidità con cui si susseguono gli eventi e la capacità, notevole in un esordiente, per quanto facilitata dalla natura di 'genere' della trama, di fondere in modo originale una serie di tematiche diverse ma convergenti.

La passione per il cinema e le sue curiosità, la trovata di sostituire il 'libro maledetto' in stile Necronomicon alla Lovecraft con il film maledetto - per altro già declinata con accenti spaventosi in un altro film 'The ring' nel personaggio terrificante di Samara Morgan -, i retroscena esoterici che vanno dalle pergamene medievale all'Archivio Vaticano, da angelologia e demonologia a scenari di fantascienza satanista si fondono in un connubio agile e intrigante, anche se intricato: il complotto per attuare un'apocalisse messo in piedi da Satana, l'angelo caduto, il divisore che vuole strappare la creazione al Creatore è in fin dei conti un topos, letterario e cinematografico insieme.

Manca un po' di profondità nella definizione soprattutto dell'investigatore, anche se tutto sommato non si tratta di un vero e proprio protagonista, però nel complesso i personaggi si muovono con vitalità all'interno della narrazione, da Peter Cushing al cattivo Sherrinford Meinster, dal professor Alberline al sacerdote esperto satanista, si tratta di figure credibili, soprattutto per via del fatto che prendono spunto in larga parte da fonti in celluloide.

Tutta la questione sulla natura del male, e di Satana, sua manifestazione suprema, rimane - com'è ovvio e in perfetto taglio da grande schermo - sullo sfondo, è tracciata solo in superficie: ma non è questo il fine dell'autore. Quello che vuole creare è un piccolo meccanismo fatto di citazioni e di spunti tratti dalla storia del cinema horror degli anni '50 e '60 anche in tema di satanismo - sono gli anni di Charles Manson e della strage a Hollywood che vide coinvolta anche Sharon Tate, compagna di un regista sulfureo come Roman Polanski -, che in questo senso funziona egregiamente.

Visionario, truculento e sanguigno, costruito con tutta una serie di riferimenti che non mancheranno di mandare in visibilio i cultori del genere, 'La festa di Orfeo' è il modo migliore per un cinefilo come l'autore di rendere omaggio alla cultura orfica e dionisiaca e al cinema horror che di quel mood si può considerare una compiuta espressione contemporanea.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: La festa di Orfeo
  • Titolo originale: La fiesta de Orfeo
  • Autore: Javier Márquez Sánchez
  • Traduttore: Giancarlo De Crescenzo
  • Editore: Gargoyle Books
  • Data di Pubblicazione: 2011
  • Collana: Nuovi Incubi
  • ISBN-13: 9788889541562
  • Pagine: 292
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 17,00

2 Commenti a “La festa di Orfeo - Javier Márquez Sánchez”

  • 29 giugno 2011 alle ore 09:36

    Grazie mille per la vostra critica così eccitante. Sono contento che ti è piaciuto il libro. Saluti

  • 30 giugno 2011 alle ore 10:51
    polyfilo says:

    wow... il commento al commento, da parte dell'autore!

    grazie a te di essere passato di qua...

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