21 gennaio 2011

Dal... videogioco al libro: Assassin's Creed

Firenze, 1476. Ezio Auditore ha diciassette anni, è figlio di un ricco banchiere alleato con i Medici, e trascorre molto del suo tempo assieme agli amici, tra divertimenti e bravate. Non ha un problema al mondo, e si gode la vita. Ma quella giovinezza spensierata termina bruscamente quando la sua famiglia viene ingiustamente accusata di aver cospirato ai danni del governo.
All'improvviso, è costretto a diventare adulto: deve nascondersi, difendersi, proteggere la sorella e la madre. Ma vuole vendetta. Si rifugia dallo zio a Monteriggioni, il borgo fortificato in alta Toscana, e scopre così che il padre era in realtà membro della setta degli Assassini, che da secoli si contrappongono ai Templari, dove militano sia i Borgia sia i Pazzi.
Da quel momento e per molti anni Ezio si aggira per l'Italia, silenzioso e invisibile ma non privo di amici, per uccidere a uno a uno i Templari, di cui il padre gli ha lasciato una lista; è aiutato da Leonardo da Vinci, che costruisce per lui armi sofisticate, e da Niccolò Machiavelli, anch'egli membro dell'ordine degli Assassini. La sua è una guerra spietata, soprattutto perché ora Ezio sa che la posta in gioco è molto più alta di una vendetta privata: il suo compito è impadronirsi - prima dei nemici - del misterioso Codice, che potrebbe dare a chi lo possiede un potere incommensurabile. Incommensurabilmente malvagio.
Epico come deve essere un romanzo storico, affascinante come deve essere un racconto ambientato nell'Italia rinascimentale, vertiginoso come deve essere un thriller, questo libro, basato sul celebre videogame Assassin's Creed II, è una vera e propria esperienza adrenalinica. Dalla prima all'ultima pagina.

Recensione

Ultimamente sta prendendo piede l'usanza di derivare romanzi di genere da videogiochi di successo. Per lo più si tratta di romanzi di fantascienza o di horror, ma è possibile trovare qualcosa di diverso. Così è per il caso di Assassin's Creed, videogioco fantastorico di grandissimo successo. Che anche questo settore dell'intrattenimento stia oltrepassando i suoi limiti, puntando su una ricerca della qualità che a qualcuno potrebbe sembrare esagerata per un semplie prodotto d'intrattenimento, è chiaro grazie al gioco in questione, perché nella sua lavorazione è stata coinvolta una vera e propria equipe di esperti di storici, così da ricostruire perfettamente gli scenari evocati. A questo punto, il passaggio da videogioco a libro risulta immediato ed inevitabile.

Assassin's Creed: Rinascimento è la trasposizione del secondo capitolo della saga, ambientato nell'Italia rinascimentale, tra la Toscana dei Medici, la Romagna e la Serenissima. Dietro lo pseudonimo Oliver Bowden si cela un affermato storico del rinascimento italiano che, per ovvie ragioni, ha preferito mantenere occulta la sua reale identità. Da solo l'autore riesce nei suoi compiti: trasportare in forma di romanzo tutta la storia del videogioco, aggiungervi qualcosa di originale, e soprattutto dipingere uno sfondo storico credibile e verosimile. La sfida è vinta pienamente, la bravura dell'autore si avverte già nei primi passaggi, con delle belle pennellate capaci di ricostruire la società, i costumi ed i luoghi dell'Italia rinascimentale, dalla Firenze dei Medici a Venezia. Ottima è anche la caratterizzazione dei personaggi: lungi dall'indugiare in un'approfondita introspezione che avrebbe appesantito l'intreccio (un intreccio che rimane comunque concepito per un videogioco), con poche parole e pochi gesti riesce a creare un ritratto verosimile ed affatto superficiale per ogni personaggio coinvolto. Non viene meno nemmeno con i personaggi storici: Leonardo Da Vinci, Lorenzo de' Medici, Rodrigo Borgia, Niccolò Machiavelli appaiono vivi e realistici quanto mai.

Leonardo da Vinci

Quanto alla trama, il merito va per lo più ai creatori del gioco: Bowden ha ripreso fedelmente tutte le scene del gioco, forse anche un po' troppo (è identico persino il finale prettamente fantastico, che forse stona un po' con un romanzo interamente storico). Per tre quarti del romanzo insomma si ha una esatta riproposizione del videogioco; tuttavia, è nell'ultima parte che l'autore ritaglia uno spazio per sé, occupando un lasso di tempo saltato dal videogioco. Una scelta azzeccata: i capitoli per così dire "inediti" gli danno l'opportunità di approfondire lo sviluppo del protagonista e di inserire altri personaggi, come il frate Savonarola, riuscendo a mantenere intatto il puzzle degli eventi storici.

In definitiva, chi ha giocato ad Assassin's creed ritroverà le stesse atmosfere del gioco e qualcosa in più; chi invece si accinge alla lettura senza conoscere il gioco originale, potrà godersi un ottimo romanzo storico arricchito di qualche elemento fantastico.

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