15 giugno 2009

La fortuna non esiste - Mario Calabresi

"Non importa quante volte cadi. Quello che conta è la velocità con cui ti rimetti in piedi." Come si esce da una crisi, come si supera una perdita, un insuccesso, un fallimento? C'è chi ha avuto la forza di rimettersi in piedi dopo che l'azienda in cui lavorava ha chiuso, chi ha rifiutato di arrendersi dopo che la recessione lo aveva costretto a vendere la casa in cui viveva e a partire per chissà dove, chi ha ritrovato la forza di andare avanti dopo che un lutto sembrava avergli tolto una ragione per vivere. Due anni in viaggio attraverso l'America, trentasei Stati, l'elezione presidenziale più emozionante che si ricordi e tante vite di gente comune. Ma al centro di tutto questo per Mario Calabresi c'è una sola domanda: che cosa accade nel cuore di chi cade e trova la forza di rialzarsi? Magari con fatica, con dolore, ma con tenacia incrollabile e soprattutto senza aspettare la fortuna? Qual è il segreto di una nazione e della sua gente, capace da sempre - ma oggi più che mai - di reinventarsi da zero, di darsi una seconda chance, di eleggere un presidente nero contro ogni previsione, di rimettersi in cammino anche dopo che la più grave recessione del dopoguerra ha travolto la vita di milioni di persone?

Recensione

Sono molte le uscite letterarie dedicate alla crisi globale: saggi, romanzi, inchieste giornalistiche. La crisi economica è globale, ma le ricadute sui popoli sono diverse così come diversi sono i modi che le culture del mondo hanno di affrontarla e, in molti casi, sconfiggerla. La raccolta di storie curata da Mario Calabresi fornisce al lettore un quadro chiarissimo di ciò che è accaduto negli Stati Uniti di America negli ultimi due anni. Storie semplici di persone che altrimenti avremmo difficoltà ad immaginare 'a terra'. Persone come noi che da un giorno all'altro letteralmente si trovano senza una casa e nella migliore delle ipotesi a dormire in auto, in apparenza senza più prospettive.

Queste storie tristi sono legate da un filo conduttore: la capacità di reagire e risollevarsi.
Calabresi si ritaglia un ruolo in questo viaggio quello della guida. Una guida emotivamente distaccata che ci aiuta a leggere gli eventi e di conseguenza a tracciare le differenze con la cultura del nostro popolo. Anche in questo caso siamo agli antipodi. La nostra è una diversità culturale. Il nostro paese è stato interessato in maniera diversa e in maniera diversa stiamo reagendo.

Eppure è forte la tentazione, pagina dopo pagina di fermarsi a riflettere e pensare 'ma io come avrei fatto al loro posto? Cosa mi sarei inventato? In quanto tempo un italiano sarebbe riuscito a risollevarsi e in che modo?'. E' interessante leggere le domande che si pone un operaio americano che ha appena perso il lavoro.

Esiste ancora un posto dove le mie capacità di operaio specializzato dell'industria automobilistica possano darmi da vivere? Si era risposto di no, che una stagione dell'America era finita, che era inutile rincorrere un lavoro che se n'era andato per sempre. Allora era passato alla domanda successiva: di cosa c'è bisogno in questo paese che invecchia, nella mia città popolata di anziani e pensionati? Si è risposto correndo a iscriversi a un corso per diventare massaggiatore e fisioterapista. In pochissimi giorni è stato capace di cambiare vita, ha provato la delusione e lo sconforto della disoccupazione, ha archiviato un quarto di secolo di professione e ha trovato la sua nuova strada. Mi sembrava una storia originale, il gesto avventuroso di un uomo speciale. Poi ho trovato aspiranti cuochi, poliziotti, infermieri, tecnici dei pannelli solari, radiologi e agricoltori biologici. Ne ho trovati centinaia. Tutti nello stesso posto, tutti tra i banchi di una scuola, insieme ai loro figli o ai coetanei dei loro ragazzi.
Questo moto del 'singolo' di fronte alla crisi è ben descritta come 'resilienza' tipicamente americana, ma anche la politica di questo continente ci ricorda ancora una volta di essere diversa rispetto alla nostra: attenta e rapida nel fornire delle risposte. Obama ne è l'esempio. Obama ritorna ed è più volte citato, durante la campagna elettorale. E io penso con infinita tristezza invece a come la 'crisi' viene gestita in Italia (dai sindacati alle istituzioni) in frangenti simili a quelli dei racconti.

Ritengo che le storie raccolte in questo libro siano realmente una testimonianza preziosa: spunto per riflessioni utili alla nostra formazione di individui in un contesto sociale. Stimolanti per capire quanto il benessere alla fine ci anestetizzi, e addormenti la nostra capacità critica: "Non pensavamo che potesse esistere un modo migliore o diverso di fare le cose". Questo il vero errore che "ci ha fatto precipitare tutti: non aver mai coltivato il dubbio."
La lezione a quanto sembra è stata metabolizzata e riportata efficacemente nella testimonianza di un 'colletto bianco di Wall Street': "Forse era giusto che finisse così, per ricordare a Wall Street che la furbizia non vince sempre, che non si può pretendere di vendere qualunque cosa solo perché si è capaci di impacchettarla bene. Forse è un atto catartico, forse può servire a ripartire più sani."

Stile di scrittura estremamente semplice. Lettura scorrevole. Si legge in un paio di giorni, lettura impegnata ma mai pesante... da portarsi anche in vacanza sotto l'ombrellone!

Dettagli del libro

  • Titolo: La fortuna non esiste
  • Autore: Mario Calabresi
  • Editore: Mondadori
  • Data di Pubblicazione: 2009
  • Collana: Strade Blu
  • ISBN-13: 9788804588979
  • Pagine: 156
  • Formato - Prezzo: Brossura - 16.50 €

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