8 febbraio 2017

Ti lascio una canzone. Un festival per il commissario Peppenella - Peppe Lanzetta

Da una lacrima sul viso... ho capito i tuoi segreti... La frase di un vecchio successo di Bobby Solo, lasciata accanto al corpo della vittima, è solo il primo dei messaggi inviati dal serial killer al tormentato commissario Peppenella. Un assassino che strangola le vittime con un foulard dai colori arcobaleno e firma i suoi crimini con il verso di una vecchia canzone del Festival di Sanremo, ogni volta diversa. Patty Pravo, Massimo Ranieri e Don Backy sono i nuovi incubi dell'investigatore alle prese con un rompicapo che somiglia a un quiz della tv. Riuscirà Peppenella a venirne a capo? Il terzo romanzo del commissario Peppenella. La voce intatta e tagliente di un grandissimo autore per un giallo corale e disperato.

Recensione

Siamo arrivati all'appuntamento annuale con il festival della canzone italiana ed è giusto, quindi, che venga segnalato questo romanzo in cui un assassino firma i suoi crimini con i versi di famose canzoni italiane spesso lanciate proprio in occasione del festival di Sanremo. Le strofe della prima canzone che compare nel romanzo sono quelle di Una lacrima sul viso cantata da Bobby Solo e portata al successo a Sanremo nel 1964, ma poi segue Il pullover di Gianni Meccia, quindi Rose Rosse per te di Massimo Ranieri, Fotoromanza di Gianna Nannini, Patty Pravo, Don Backy e via dicendo, per finire con Una rosa blu di Michele Zarrillo.
A seguire le indagini è il commissario Ugo Peppenella, protagonista di due precedenti romanzi di Peppe Lanzetta. Peppenella è un uomo che ha subito diverse tragedie, la più drammatica delle quali è stata la morte della moglie, e la seconda per gravità quella della reclusione a vita dell’unica figlia. In Ti lascio una canzone scopriamo tuttavia un altro componente della famiglia, Arturo, il fratello di Ugo. Anche Arturo ha problemi familiari ma di genere diverso da quelli di Ugo. I due fratelli, che si erano persi di vista anni prima per reciproche incomprensioni, si scontrano per questioni economiche e sono scintille.
Aiutanti del commissario sono gli agenti Caputo e Martusciello, che Vittorio Sgarbi definirebbe ignoranti come capre, nonché Saltalamacchia, barese tifoso dell’Inter –e pertanto inviso agli altri colleghi che parteggiano per la squadra partenopea-, petulante nella sua continua e comprensibile richiesta di trasferimento nella città natale, tanto che persino Peppenella non lo aveva in simpatia.

In realtà Saltalamacchia era un bravo Cristo,che faceva bene il suo lavoro e, siccome anche il commissario si era napoletanizzato sui livelli più bassi, risultava essere un diverso. Uno che voleva fare le cose per bene, cioè come andavano fatte.

Ugo Peppenella, che cerca di soffocare la depressione derivante dalle sue disgrazie con il cibo e la birra, è un uomo obeso, che trova tuttavia un certo conforto nella propria professione, riuscendo a risolvere spesso le indagini in cui è impegnato, grazie all’intuito di cui sembra averlo fornito madre natura, a parziale compensazione della sua sfortuna. È dotato di grande ironia che lo aiuta a stemperare la melanconia che lo assale quotidianamente di fronte alle ingiustizie della vita.

Sostanzialmente il romanzo si regge sui rapporti interpersonali di Peppenella e, in particolare, su quelli che ha con i suoi sottoposti, cui cerca di spiegare le problematiche politiche ed economiche che attanagliano il nostro paese. Sotto questo punto di vista l’ironia di Peppe Lanzetta ricorda quella di Giuseppe Marotta in Gli Alunni del sole, dove un ex bidello racconta ad alcuni amici la mitologia classica rapportandola ai fatti quotidiani. Del resto la somiglianza non può stupire, essendo entrambi i due scrittori nativi di Napoli, città da dove provengono alcuni dei più grandi umoristi italiani.
Le cose non sono cambiate in Italia dopo oltre duemila anni: ai tempi di Roma al popolo si davano panem et circenses, mentre adesso, dice Peppenella con amarezza ai suoi agenti:

Vi danno il Festival di Sanremo, le partite di pallone il venerdì, sabato, domenica, qualcuna il lunedì, poi il mercoledì c'è la Champions...

Un romanzo scorrevole, divertente e con quel tanto di ironia da compensare la depressione del protagonista e la melanconia di fondo per l'impossibilità di modificare gli eventi. L’appunto che si può fare alla storia è che la parte inerente alle indagini poliziesche rimane un po’ in sordina a vantaggio di quella umoristico narrativa e il caso non arriva ad una vera soluzione. Ciò fa ritenere che Peppe Lanzetta darà un seguito alla vicenda dove, per il momento, si assiste a un depistaggio che crea non pochi problemi al commissario Peppenella il quale, per scoprire l'artefice di quattro omicidi, cerca di dare un senso alle parole dei ritornelli delle canzoni indicate dall'assassino provando a mescolarle fra loro.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Ti lascio una canzone. Un festival per il commissario Peppenella
  • Autore: Peppe Lanzetta
  • Editore: CentoAutori
  • Data di Pubblicazione: 2016
  • Collana: L'Arcobaleno
  • ISBN-13: 9788868720773
  • Pagine: 288
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 13,00

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