17 giugno 2016

Non sparate sul regista - Simone Cerri

Il cinema americano ci ha abituato a personaggi, luoghi e situazioni improbabili, ma che nei film si ripropongono con una costanza sorprendente. Personaggi come il barista filosofo che dispensa consigli a destra e a manca, o il poliziotto all'ultimo giorno di lavoro prima della pensione che finisce inevitabilmente in mezzo a una sparatoria da cui non uscirà vivo. Luoghi ricorrenti come i motel con vista parcheggio o i locali notturni in cui si combatte più o meno clandestinamente. E infine situazioni che si ripetono fino alla nausea, come il conto alla rovescia prima dell'esplosione di una bomba o la macchina che decide di non partire proprio nel momento più sbagliato. Simone Cerri ci offre una carrellata di luoghi comuni che gli sceneggiatori di Hollywood continuano a proporre a un pubblico che, tuttavia, sembra non averne mai abbastanza.

Recensione

State vedendo un film ed ecco che entra in scena il bonario poliziotto a un passo dalla pensione: la maggior parte di voi non perderà nemmeno un secondo per bisbigliare "Ecco, ora questo muore" (i pochi che non lo faranno o non vedono un film dall'invenzione del sonoro oppure l'hanno detto così tante volte che ormai sono stufi di rimarcare l'ovvio). Per non parlare di quando il protagonista prende un taxi e a guidarlo ci trova il solito italiano caciarone con i santini appesi un po' dappertutto: alzi la mano chi non ha sollevato gli occhi al cielo pensando "E ti pareva".
Quando i film prodotti ogni anno sono centinaia, inventare trame e personaggi nuovi non è per niente facile e dato che "squadra che vince non si cambia" non si vede perché registi e sceneggiatori dovrebbero smettere di ricorrere a situazioni o figure che funzionano e che il pubblico sembra continuare ad apprezzare.
Questo non significa che gli spettatori siano così lobotomizzati da non accorgersi delle ripetizioni e non manca chi decide di dichiarare guerra all'industria cinematografica di massa giurando di non entrare mai più in un cinema se non per vedere pellicole coprodotte da Albania e Lituania, sottotitolate in mongolo e dirette da registi della Kamchatka. Si tratta però di casi isolati che non rientrano nemmeno nelle statistiche dei tycoon americani; tutti gli altri si rassegnano e subiscono in nome dell'intrattenimento, imparando a guardare il fenomeno con la dovuta ironia.
Tra di essi compare Simone Cerri, autore di questa piccola enciclopedia dell'ovvio nella quale compaiono i principali stereotipi che il cinema (soprattutto quello americano) ci ha propinato per anni, accuratamente divisi tra personaggi, luoghi e situazioni.

Armato di un'abbondante dose di ironia e uno spiccato amore per le metafore improbabili l'autore passa in rassegna le figure immancabili nei polizieschi d'oltreoceano, dal profiler di serial killer al barista filosofo fino a figure francamente un po' ridicole come l'assaggiatore di droga o l'homo erectus lucernaris (quello che durante le sparatorie, chissà perché, si piazza sempre sopra un lucernario a fare da bersaglio un po' per tutti); ripercorrendo luoghi ormai entrati a far parte dell'immaginario collettivo come le tavole calde coi loro bei divanetti colorati (che negli USA sono proprio così!) o i gli squallidi motel dispersi nel nulla, Cerri mette in luce l'assurdità di molte situazioni e l'improbabilità coi cui spesso nei film si risolvono anche gli intrighi più complessi, con totale disprezzo dell'intelligenza dello spettatore.

Il libro si conclude poi con un'imperdibile postfazione in cui l'autore ci ricorda che, a differenza di quanto sostenuto dal papà dei Muppets Jim Henson, la vita non è tutta un film e difficilmente ci imbatteremo in un'antropologa forense che combina il cervello di Margherita Hack con il fisico di Jennifer Lopez (del resto voi uomini mica ve la meritereste una donna così), così come l'avvocato della difesa raramente ha somiglianze con il Brad Pitt di Troy ma benedetto dalla mente di Stephen Hawking (anche se noi donne sì che ce lo meriteremmo un uomo così).

Il risultato è un trattato esilarante, il cui unico lato negativo è che mi ha fatto fare parecchie figuracce in metropolitana quando mi sono ritrovata a sghignazzare fra me e me sotto gli occhi degli altri passeggeri. Per fortuna si legge in un paio di giorni, a meno che non decidiate di tenervelo sul comodino per leggervene un paio di capitoli a inizio o fine giornata, migliorandovi notevolmente l'umore. Sebbene mi veda costretta a prendere le distanze da gravi affermazioni come il fatto che le carote sarebbero un contorno inutile o che Il silenzio degli innocenti sia un film mediocre (questa ben più grave), mi sento di consigliare caldamente Non sparate sul regista a tutti lettori, compreso chi non è fanatico di cinema, mentre non posso che suggerire all'autore di cambiare genere cinematografico, evidentemente di thriller e polizieschi ne ha visti fin troppi!

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Non sparate sul regista
  • Autore: Simone Cerri
  • Traduttore: eliminare campo se il libro è italiano
  • Editore: Las Vegas Edizioni
  • Data di Pubblicazione:Marzo 2016
  • Collana: I Jolly
  • ISBN-13: 9788895744353
  • Pagine: 196
  • Formato - Prezzo: Euro

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