5 dicembre 2015

Kebab per due - Daniela Tani

Hamed, pachistano emigrato a Firenze, si ritrova per una serie di circostanze a perdere il lavoro e la rete di protezione della comunità. Senza documenti in regola, pressato dalle richieste di soldi da parte della famiglia e infine incoraggiato dal suo amico e amante, che lo vuole ricco e ben inserito, entrerà in contatto con una realtà sociale totalmente diversa da quella in cui è vissuto fino ad allora e prenderà in considerazione la possibilità di sposare una donna italiana, Fiora. La posta in gioco è alta: il matrimonio gli assicurerebbe il tanto agognato permesso di soggiorno, una vita agiata e come premio finale la cittadinanza italiana. Ma non tutto andrà secondo i suoi piani. Attraverso lo sguardo di Hamed, il romanzo ci racconta, da un punto di vista inusuale, la quotidianità di tanti immigrati, fra contraddizioni, urgenze, sogni, opportunità e speranze. Con disincanto e semplicità, attraverso una narrazione che riesce ad avvincere anche nella sua apparente normalità, e senza indulgere a moralismi di sorta.

Recensione

A volte i libri più brevi hanno il potere di cogliere e raccontare la realtà molto meglio e con maggiore efficacia di quanto non facciano romanzi da diverse centinaia di pagine.
E' quanto succede con questo Kebab per due, un volumetto che non arriva alle 200 pagine e che si legge al massimo in un paio di giorni ma che continua a farsi sentire ancora diverso giorni dopo aver terminato la lettura.
Quella raccontata da Daniela Tani è una storia semplice, esposta senza tanti fronzoli eppure efficace. Si apre, sfogliando le pagine di questo racconto, una finestra sull'Italia di oggi, la realtà dell'immigrazione nelle sue mille sfaccettature, l'arte di arrangiarsi che da nostra caratteristica peculiare sembra diffondersi a macchia d'olio su chiunque varchi i confini del nostro paese, le nostre solitudini e insicurezze.

Kebab per due, infatti, si presenta come la storia di un giovane immigrato senza documenti che tenta in tutti i modi di ottenere un permesso di soggiorno ma è presto chiaro che essa è soprattutto una storia italiana in cui emergono tutte le nostre contraddizioni di paese un po' razzista, ricco di pregiudizi che però spesso non riescono a scalfire i caratteristici lassismo e (diciamolo) pigrizia che lasciano le regole (quando presenti) inapplicate.
Come spesso avviene giornalmente, nella vicenda di Hamed la generosità di pochi viene vista con sospetto o diffidenza quando non con scherno e sopportazione mentre diverse solitudini moderne si incrociano senza mai capirsi. C'è la solitudine di Fiora neo divorziata indipendente e determinata e quella di Hamed, la cui famiglia in Pakistan sembra vederlo solo come una possibile fonte di ricchezza mentre i compagni immigrati sono disposti ad offrire aiuto solo se non compromette la loro sicurezza. Infine c'è la solitudine della madre e della zia di Fiora per le quali l'avanzare dell'età comporta una progressiva perdita di indipendenza e la necessità di affidarsi a degli sconosciuti per le attività di ogni giorno.
Daniela Tani tratteggia con grande realismo situazioni molto diverse fra loro, grazie anche a una prosa leggera e incalzante e a un tono disincantato che però non giudica ed è molto attento a cogliere le contraddizioni di ognuno dei suoi protagonisti.
L'unica critica che mi sento di rivolgere al romanzo è che, nonostante esso sia narrato dal punto di vista di Hamed, alcuni tratti della sua personalità non vengono approfonditi come dovrebbero. Ad esempio mi è sembrato piuttosto strano che un ragazzo con esperienza praticamente nulla e proveniente da una cultura in cui il sesso è per molti aspetti un tabù, accetti la presa di coscienza della propria omosessualità e la sua incapacità di avere rapporti con il sesso opposto praticamente senza battere ciglio. Capisco che non era questo il tema su cui l'autrice voleva focalizzarsi e che comunque la forma del romanzo breve da lei adottata non consentiva particolari approfondimenti; apprezzo poi da un certo punto di vista l'accettazione dell'omosessualità come parte del quotidiano, rivolgendo al tema lo stesso pragmatismo che è stato riservato a tutti gli altri aspetti del romanzo, tuttavia la totale assenza di reazioni da parte di Hamed mi è parsa un po' irreale. Più in generale, si faticano a cogliere i veri sentimenti del protagonista che appare così assorbito dal suo scopo di ottenere un permesso di soggiorno (comprensibilmente) da non aver spazio per alcun altro tipo di emozione, tanto che spesso sembra che il giovane sia soprattutto infastidito da chi gli sta intorno a meno che non abbia una diretta utilità per raggiungere il fine da lui prefisso.

Al di là di questa considerazione, Kebab per due si è rivelato una lettura molto piacevole, coinvolgente e interessante nella sua capacità di mostrare le molte sfaccettature del nostro nuovo quotidiano e di suscitare riflessioni. Sicuramente un opera che consiglio.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Kebab per due
  • Autore: Daniela Tani
  • Editore: Autodafé
  • Data di Pubblicazione: ottobre 2015
  • ISBN-13: 9788897044635
  • Pagine: 176
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro: 15:00

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