6 giugno 2015

Dio di illusioni - Donna Tartt

Un piccolo raffinato college nel Vermont. Cinque ragazzi ricchi e viziati e il loro eccentrico e affascinante professore di greco antico, che insegna al di fuori delle regole accademiche imposte dall’università e solamente a una cerchia ristretta di studenti. Un’élite di giovani che vivono di eccessi e illusioni, lontani dalla realtà che li circonda e immersi nella celebrazione di un passato mitico e idealizzato, tra studi classici e riti dionisiaci, alcol, droghe e sottili giochi erotici. Fino a che, in una notte maledetta, esplode la violenza. E il loro mondo inizia a crollare inesorabilmente, pezzo dopo pezzo. Una storia folgorante di amicizia e complicità, amore e ossessione, colpa e follia, un romanzo di formazione che è stato uno dei più grandi casi editoriali degli anni Novanta.

Recensione

Dio di illusioni, il romanzo d’esordio di Donna Tartt, è considerato da molti il suo capolavoro, nonostante il prestigioso premio Pulitzer se lo sia aggiudicato vent'anni dopo con Il Cardellino.
Donna Tartt è bravissima nella caratterizzazione dei personaggi e in questa storia ha voluto descrivere un piccolo gruppo di giovani benestanti (con un’unica eccezione) di intelligenza superiore alla media che, per combattere la noia, si lasciano andare a comportamenti che definire trasgressivi sarebbe eufemistico. Questi sono: Henry, il manipolatore e il più ricco del gruppo, Francis, raffinato e gay, Bunny, allegro, volgaruccio e approfittatore, i gemelli Charles e Camille, sofisticati, biondi e belli, e Richard, infiltrato piccolo borghese californiano, affascinato dall’elitario gruppo da cui cerca di essere accettato e apprezzato.
Oltre all’interesse per la lingua greca antica, sotto la guida di Julian, professore ricco e snob che non vuole essere stipendiato, ma pretende di insegnare solo a un gruppo di allievi di numero contenuto ed elevate capacità linguistiche, ciò che lega i sei giovani è un complesso legame interpersonale. Richard ha un grosso debito di riconoscenza verso Henry ed è inoltre innamorato di Camille, Francis è innamorato di Charles, Charles è legato alla gemella Camille in modo piuttosto particolare, Camille è innamorata di Henry ed Henry ha un legame quasi filiale con Julian, l’insegnante carismatico, Bunny dipende dai soldi che riesce ad estorcere agli amici più danarosi.
Durante la prova di un baccanale che, come afferma Henry,
È un’idea tipica dei greci, e molto profonda. Bellezza è terrore. Ciò che chiamiamo bello ci fa tremare. E cosa potrebbe essere più terrificante e più bello che perdere ogni controllo?
viene ucciso involontariamente un agricoltore del luogo. La complicità li avvicina ulteriormente, ma due dei ragazzi, tuttavia, non hanno partecipato all’omicidio e uno è combattuto fra il ricatto e il desiderio di rivelare ciò che sa.
È Richard l’io narrante di tutta la vicenda. Egli fa partecipe il lettore circa i propri dubbi sull'essere manipolato in qualche misura dai singoli componenti del gruppo, ma non riesce a staccarsi da loro, ottenendo ciò che in famiglia gli è sempre mancato: accettazione, se non addirittura affetto. Tuttavia è costretto con frequenza a modificare la propria opinione sui compagni che, spesso ubriachi o drogati o sotto stress, sembrano nascondere secondi fini per non dire seconde personalità. Ma Richard è il primo a non essere sincero nei confronti del gruppo, asserendo di essere rampollo di una famiglia di ricchi petrolieri per non sentirsi da meno degli altri, ed è sempre pronto a scusare il modo di comportarsi dei compagni per giustificare anche il proprio.
Donna Tartt è anche bravissima nel descrivere i trucchi con cui il “male” si traveste da “bene”, per cui, nonostante l’omicidio gli crei orrore, Richard tende a empatizzare con i compagni, se non addirittura a giustificare la loro violenza.
Sono inoltre ben descritte le dinamiche che spingono i componenti del gruppo prima a sentirsi sempre più uniti e poi ad allontanarsi gli uni dagli altri. Una della cause del capovolgimento dei rapporti amicali è da imputare non tanto al senso di colpa per il delitto compiuto, quanto alla relazione con l’unico componente del gruppo di sesso femminile, la bella Camille.
Le critiche che vengono poste all’autrice sono per lo più indirizzate ad una certa lentezza nel suo modo di narrare. Lentezza, peraltro, che, a mio avviso, mette ottimamente in risalto la sensazione da parte del gruppo di estrema noia, che può essere considerata la molla di tutto il racconto.
Ciò che dal mio punto di vista ho trovato poco realistico, premettendo di non conoscere le modalità di vita nei college americani, sono gli eccessi in cui incorrono gli studenti, eccessi a cui nessuno sembra porre dei limiti. È come se fosse normale presenziare alle lezioni ubriachi o drogati. Non stiamo parlando di una scuola pubblica di un quartiere della periferia americana -di cui siamo stati ampiamente documentati se non altro dai film stranieri che trattano l’argomento del disadattamento scolastico-, ma di un luogo piuttosto esclusivo nel Vermont, che dovrebbe essere controllato dagli insegnanti e dalla sicurezza interna, come mi risulta avvenga in un'università americana.
Volendo fare un appunto all’autrice, ciò che può ritenersi discutibile è il modo drammatico in cui ha portato alla conclusione Dio di illusioni –difetto che si rileva anche ne Il Cardellino-, in quanto, nella ricerca di un finale ad effetto, ha fatto assumere ai personaggi dei comportamenti che appaiono poco coerenti con la personalità da loro espressa in precedenza.

Giudizio:

+4 stelle+ (e mezzo)

Dettagli del libro

  • Titolo: Dio di illusioni
  • Titolo originale: The Secret History
  • Autore: Donna Tartt
  • Traduttore: Idolina Landolfi
  • Editore: BUR
  • Data di Pubblicazione: 2014
  • Collana: Contemporanea
  • ISBN-13: 9788817106825
  • Pagine: 623
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 11,00

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