23 novembre 2014

National Book Award 2014: i vincitori


Il National Book Award è un premio letterario statunitense, assegnato annualmente dal 1950, volto a riconoscere e promuovere la letteratura americana di qualità. Concorrono al premio opere scritte da cittadini statunitensi e pubblicate negli Stati Uniti tra l'1 dicembre e il 30 novembre dell'anno corrente, distinte in quattro categorie: narrativa (fiction), saggistica (nonfiction), poesia (poetry) e letteratura per ragazzi (young people's literature). Dal 1988 è stata anche istituita una medaglia alla carriera (Medal for Distinguished Contribution), riconoscimento assegnato a "coloro che hanno arricchito l'eredità letteraria americana con una vita di servizio, o un corpus di opere".
Il 19 novembre sono stati annunciati i vincitori del'edizione 2014:

  • Narrativa: Redeployment di Phil Klay (The Penguin Press/ Penguin Group)
  • Saggistica: Age of Ambition: Chasing Fortune, Truth, and Faith in the New China di Evan Osnos (Farrar, Straus and Giroux)
  • Poesia: Faithful and Virtuous Night di Louise Glück (Farrar, Straus and Giroux)
  • Letteratura per ragazzi: Brown Girl Dreaming di Jacqueline Woodson (Nancy Paulsen Books/ Penguin Group)
  • Medaglia alla carriera: Ursula LeGuin, per lo "straordinario impatto su diverse generazioni di lettori e, in particolare, di scrittori, degli Stati Uniti e di tutto il mondo. Ha mostrato come una scrittura eccellente possa annullare l'antiquata - e mai realmente valida - linea tra arte popolare e letteraria. Si sentirà la sua influenza per decenni a venire".

  • Vediamo insieme il vincitore e i finalisti per le categorie narrativa:


    Redeployment di Phil Klay (The Penguin Press/ Penguin Group)

    Redeployment conduce il lettore nella prima linea delle guerre in Iraq e in Afghanistan, chiedendoci di capire cos'è accaduto, lì e ai soldati che sono tornati. Intrecciati tra temi quali brutalità e fede, colpa e paura, impotenza e sopravvivenza, i personaggi di queste storie tentano di trovare un significato nel caos.
    In Redeployment, un soldato che ha dovuto sparare ai cani perché si nutrivano di cadaveri umani deve imparare cosa vuol dire tornare alla vita domestica dei sobborghi, circondato da persone "che non hanno la minima idea di dove sia Fallujah, dove sono morti tre membri del tuo plotone." In After Action Report, un caporale cerca di espiare un assassinio che non ha commesso, per scagionare il suo migliore amico. Un marine degli Affari Mortuari ci racconta la sua esperienza nel recupero di cadaveri di soldati americani e iracheni. Un cappellano vede la sua fede nel Christianesimo, e la sua abilità nel portare sollievo attraverso la religione, messa alla prova dalle azioni di un feroce colonnello. E in Money as a Weapon System, densa d'humour nero, a un giovane ufficiale dei Servizi Stranieri viene affidato l'assurdo incarico di aiutare gli iracheni a migliorare le loro vite insegnando il gioco del baseball. Queste storie rivelano la complicata combinazione di monotonia, burocrazia, cameratismo, rimorso e disperazione che può accompagnare il ritorno in patria di un soldato.

    Phil Klay, classe 1983, è un veterano della Marina americana e ha servito nella provincia irachena di Anbar come Ufficiale degli Affari Pubblici. I suoi lavori sono stati pubblicati su Granta, sul New York Times, sul New York Daily News e su altre testate.


    La traduttrice di Rabih Alameddine (Bompiani)

    Dopo il successo di Il cantore di storie, con questo nuovo romanzo Rabih Alameddine ci trasporta in Libano, a Beirut, e, all’inizio, in un vecchio appartamento della città. È qui che incontriamo Aaliya, una donna di settantadue anni, i capelli tinti di blu, una traduzione da iniziare, forse, e una storia da raccontare. Aaliya ci parla della sua vita: anni e anni dedicati a leggere i capolavori della letteratura mondiale per poi tradurli, in silenzio, per puro amore, senza che alcuna traduzione veda mai la luce della pubblicazione; mentre per le vie della città cadevano bombe e si udivano gli echi di una guerra capace di trasformare giovani pacifici in spie e assassini. Una guerra che ha costretto una donna sola come lei, di professione libraia, appassionata di libri, a dormire con un fucile accanto al letto per difendersi da attacchi improvvisi. Una guerra che ha costretto Aaliya a rimandare l’appuntamento con l’amore. Siamo ciò che leggiamo, disse un saggio, e Aaliya è questo: una creatura meravigliosa, fatta di carta, eppure viva, piena di umorismo, che si nasconde da tutto e tutti dentro una vecchia giacca di lana e dietro la letteratura, cercando nei libri l’amore che la sua famiglia non è stata in grado di darle. Entrare nella casa di Aaliya, sedere accanto a lei, condividere la sua paura e il suo coraggio, ascoltare la sua storia straordinaria e assoluta è un’esperienza intensa che conferma il talento affabulatore di Rabih Alameddine.

    Rabih Alameddine (1959), scrittore e pittore americano di origine libanese, è autore di Hakawati: Il cantore di storie (Bompiani); I, the Divine; Koolaids: The Art of War; The Perv: Stories.


    Tutta la luce che non vediamo di Anthony Doerr (Rizzoli)

    È il 1934, a Parigi, quando a Marie-Laure, una bambina di sei anni con i capelli rossi e il viso pieno di lentiggini, viene diagnosticata una malattia degenerativa: sarà cieca per il resto della vita. Ne ha dodici quando i nazisti occupano la città, costringendo lei e il padre a trovare rifugio tra le mura di Saint-Malo, nella casa vicino al mare del prozio. Attraverso le imposte azzurre sempre chiuse, perché così impone la guerra, le arriva fragorosa l’eco delle onde che sbattono contro i bastioni. Qui, Marie-Laure dovrà imparare a sopravvivere a un nuovo tipo di buio. In quello stesso anno, in un orfanotrofio della Germania nazista vive Werner, un ragazzino con i capelli candidi come la neve e una curiosità esuberante per il mondo. Quando per caso mette le mani su una vecchia radio, scopre di avere un talento naturale per costruire e riparare questi strumenti di fondamentale importanza per le tattiche di guerra, un dono che si trasformerà nel suo lasciapassare per accedere all’accademia della Gioventù hitleriana, e poi partire in missione per localizzare i partigiani.
    Sempre più conscio del costo in vite umane del suo operato, Werner si addentra nel cuore del conflitto. Due mesi dopo il D-Day che ha liberato la Francia, ma non ancora la cittadina fortificata di Saint-Malo, i destini opposti di Werner e Marie-Laure convergono e si sfiorano in una limpida bolla di luce.
    Lirico, potente, malinconico, squarciato da improvvise speranze, il romanzo di Doerr è un ponte gettato oltre lo smarrimento che accomuna tutti, una delicata partitura che ci sussurra come, contro ogni avversità, viviamo alla ricerca di un gesto luminoso che ci avvicini agli altri.

    Anthony Doerr (1973) è autore delle raccolte di racconti Memory Wall e The Shell Collector, del romanzo About Grace, del memoir Four Seasons in Rome.


    Station Eleven di Emily St. John Mandel (Alfred A. Knopf/ Random House)

    In una notte nevosa un famoso attore di Hollywood cade e muore in scena durante una rappresentazione di Re Lear. Ore dopo, il mondo come lo conosciamo inizia a dissolversi. Muovendosi avanti e indietro nel tempo - dai primi giorni da star dell'attore a quindici anni nel futuro, quando una troupe teatrale conosciuta come i The Traveling Symphony vaga nella desolazione di ciò che rimane - questo romanzo emozionante ed elegiaco traccia le strane svolte del fato che connettono cinque persone: l'attore, l'uomo che ha cercato di salvarlo, la prima moglie dell'attore, il suo più vecchio amico, e una giovane attrice della Traveling Symphony, presi nel reticolo di puntamento di un pericoloso sedicente profeta. Talvolta terrificante, talvolta tenero, Station Eleven racconta una storia sulle relazioni che ci sostengono, sull'effimera natura della notorietà, e sulla bellezza del mondo così come lo conosciamo.

    Emily St. John Mandel, canadese anglofona di classe '79, è autrice di La musica delle parole (Leggereditore), The Singer's Gun, The Lola Quartet.


    Lila di Marilynne Robinson (Farrar, Straus and Giroux)

    Terzo dei tre romanzi della Robinson ambientati nella fittizia città di Gilead, Iowa, Lila narra la storia di una giovane ragazza, sola e senza casa dopo anni di vagabondaggi per le campagne, che entra nella chiesa di una piccola città e dà vita a una storia d'amore e a un dibattito che riplasmeranno la sua vita. Diventa la moglie di un ministro del culto, John Ames, e inizia una nuova esistenza cercando di dare un senso alla vita che ha preceduto la sua recente sicurezza.
    Abbandonata da bambina, Lila fu salvata da Doll, una giovane e astuta vagabonda, e da lei cresciuta in un'infanzia di povertà. Insieme trascorsero una vita in fuga, vivendo alla giornata con nient'altro che il loro legame di sorellanza e una lama seghettata a proteggerle. Nonostante gli attacchi di violenza meschina e i momenti di disperazione, la loro vita insieme fu anche intrisa di momenti di gioia e d'affetto. Quando Lila arriva a Gilead, inizia a lottare per riconciliare la vita della sua famiglia acquisita e i loro giorni duri con la dolce visione del mondo cristiana di suo marito.

    Marilynne Robinson (1943), già premio Pulitzer per Gilead, è scrittrice e saggista. Oltre a Padrona di casa (Serra e Riva), la Robinson è autrice di un trittico ambientato nella fittizia cittadina di Gilead: Gilead (Einaudi), Casa (Einaudi), Lila. Insegna scrittura creativa in Iowa.



    [Sinossi dei romanzi inediti in Italia tratte dal sito del National Book Award, traduzione a cura di Sakura]

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