26 marzo 2014

Colpa delle stelle - John Green

Hazel ha sedici anni, ma ha già alle spalle un vero miracolo: grazie a un farmaco sperimentale, la malattia che anni prima le hanno diagnosticato è ora in regressione. Ha però anche imparato che i miracoli si pagano: mentre lei rimbalzava tra corse in ospedale e lunghe degenze, il mondo correva veloce, lasciandola indietro, sola e fuori sincrono rispetto alle sue coetanee, con una vita in frantumi in cui i pezzi non si incastrano più. Un giorno però il destino le fa incontrare Augustus, affascinante compagno di sventure che la travolge con la sua fame di vita, di passioni, di risate, e le dimostra che il mondo non si è fermato, insieme possono riacciuffarlo. Ma come un peccato originale, come una colpa scritta nelle stelle avverse sotto cui Hazel e Augustus sono nati, il tempo che hanno a disposizione è un miracolo, e in quanto tale andrà pagato.

Recensione

La colpa, caro Bruto, non è delle stelle, ma nostra, che ne siamo dei subalterni.
Giulio Cesare, di William Shakespeare

Adorerete questo libro. E' brillante, divertente e al tempo stesso profondamente toccante, finirete col divorarlo in due o tre giorni spargendo ettolitri di lacrime per tutta la durata della lettura.
E allora mi chiederete: perché solo tre stellette? Non è un po' un insulto oltre che un'ipocrisia da parte mia che in passato ho assegnato voti più alti a opere sicuramente inferiori solo perché mi avevano favorevolmente stupito o inaspettatamente coinvolta?
Il mio "problema" con questo libro è che ho la sensazione che esso sia avvolto da un tale sovraccarico emotivo da rendere impossibile qualunque valutazione critica tanto che il lettore si sente obbligato a giudicarlo un capolavoro pur di non apparire insensibile. Ma, come ho detto per La ragazza delle arance di Gaarder, è giusto assegnare cinque stelle ad un romanzo "solo" perché ci ha fatto piangere?

A parte il fatto che dovete essere per lo meno dei killer al soldo della mafia per non farvi commuovere dalle vicissitudini di un gruppo di ragazzini che combattono contro il cancro, l'impressione generale durante la lettura di Colpa delle stelle è che si trattasse di un libro molto furbo.
Hazel, Gus e Isaac, i tre personaggi principali, sono coraggiosi ma non troppo coraggiosi, sofferenti ma non lamentosi, intelligenti ma non altezzosi e affrontano la loro malattia con quel misto di malinconia e umorismo nero che il cinema soprattutto associa solitamente ai malati terminali, che è poi il modo in cui ci piace immaginarceli perché diciamocelo francamente: è molto più facile supportare e offrire conforto a persone che non si lamentano troppo e che non ci ricordano ogni giorno la loro interminabile sofferenza. Ad essere onesti, il romanzo comunque mostra sprazzi di dolore, disperazione e cruda realtà (il vomito, l'incontinenza, la vergogna...) ma nella maggior parte dei casi è tutto spazzato via da qualche commento brillante dei protagonisti, giusto il tempo perché il lettore provi una qualche forma di pietà (che poi è ciò da cui questi ragazzi cercano di fuggire) e possa passare oltre.

Nonostante l'abbondanza di aforismi più o meno profondi come lo stra-citato "Il dolore chiede di essere sentito" che gli adolescenti di tutto il mondo potranno riportare sui loro diari, non mi è del tutto chiaro a cosa l'autore mirasse con questo romanzo.
Sono assolutamente d'accordo che di temi come questo non si parli mai abbastanza, e che qualunque opera ci costringa a riflettere sulle condizioni delle persone affette da malattie incurabili e dell'odissea attraversata dai loro cari sia una buona cosa che ci ricorda che possiamo dare qualcosa anche noi oltre a della pietà non richiesta ma, al di là di queste considerazioni, il libro di Green mi è sembrato un po' superficiale.

Il tema principale del racconto è il desiderio naturale di ogni persona di non essere dimenticata una volta che non sarà più su questa terra e la difficoltà di fare qualcosa di veramente significativo che lasci un segno indelebile del nostro passaggio quando si è destinati a vivere nemmeno vent'anni. La differenza principale fra Hazel e Gus sta appunto nel modo in cui i due ragazzi affrontano la questione, che per Gus diventa quasi un'ossessione che lo spinge a cercare il gesto più spettacolare per poter essere ricordato, mentre per Hazel si riconduce al vuoto che ella potrebbe lasciare nella vita di coloro che la amano con la sua morte e ai sensi di colpa che ne derivano. Entrambe le opzioni aprono un ventaglio di possibilità che è al tempo stesso accattivante e struggente.
Il dilemma è molto interessante e probabilmente irrisolvibile, in ogni caso la sensazione è che Green si limiti a tratteggiarlo senza veramente rifletterci, usandolo come contorno per eventi un po' prevedibili come un ultimo viaggio in una Amsterdam da cartolina e personaggi altrettanto stereotipati come l'idolo letterario dei due protagonisti che ovviamente si rivela essere un perfetto imbecille.

Alla fine di tutto però, lo ribadisco, il libro mi è piaciuto, soprattutto mi è sembrato che l'autore abbia fatto un buon lavoro nel descrivere la vita di tutti i giorni di un malato di cancro e il senso di ingiustizia e frustrazione che deriva dall'avere una condanna a morte pendente sulla propria testa con la consapevolezza di non aver fatto nulla per meritarla (la colpa a volte non è nostra ma davvero delle stelle). Il romanzo ha un passo veloce e incalzante, aiutato dai dialoghi frizzanti in cui Green esibisce la sua abilità linguistica forse sbrodolando un po' perché i suoi adolescenti, per quanto assolutamente adorabili, spesso parlano irrealisticamente come un libro stampato o, meglio ancora, come parlerebbe l'autore stesso.

Giudizio:

+3stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Colpa delle stelle
  • Titolo originale: The Fault in Our Stars
  • Autore: John Green
  • Traduttore: Giorgia Grilli
  • Editore: Rizzoli
  • Data di Pubblicazione: 10 ottobre 2012
  • Collana: Rizzoli narrativa
  • ISBN-13: 9788817060578
  • Pagine: 347
  • Formato - Prezzo: Copertina rigida - 16.00 Euro

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