3 gennaio 2014

Speciale Horror: Il colore venuto dallo spazio - H.P. Lovecraft

Howard Phillips Lovecraft nacque a Providence nel 1890 e lì stesso morì nel 1937.
Il suo nome per gli appassionati dell'orrore è sinonimo di genio e di grandezza e rappresenta uno dei fondatori del genere moderno, insieme al quello di Edgar Allan Poe.
Nei pur brevi anni di produzione letteraria, legata anche all'instabilità del suo equilibrio mentale e a una vita piuttosto disagiata, trascorsa tra la sua Providence e New York, Lovecraft scrisse una notevole quantità di racconti brevi, pubblicati - talvolta anche rifiutati - su riviste di settore come 'Weird Tales' e 'Amazing Stories', diversi romanzi , tra cui 'La ricerca onirica dello sconosciuto Kadath', 'Il caso di Charles Dexter Ward' e 'Le montagne della follia', diversi componimenti poetici e un epistolario pressoché sterminato, intrattenendo rapporti con semplici lettori e altri grandi nomi della letteratura fantastica da Seabury Quinn a Clark Ashton Smith a August Derleth.
La sua fantasia visionaria lo portò a creare una mitologia alternativa fatta di entità cosmiche maligne e di dimensioni aliene, rispetto alle quali ogni legge fisica e ogni tentativo di comprensione da parte delle facoltà mentali umane risulta destinato a soccombere, di divinità oscure e presenze terrificanti, dagli Antichi Dei ai Grandi Antichi, che sono entrati a far parte dell'immaginario fantastico in modo permanente.
I loro nomi stridenti e fastidiosi, come Cthulhu, Yog-Sothoth e Nyarlatothep, e le evocazioni attraverso incantesimi in lingue blasfeme e dimenticate, contenuti in un vero feticcio del genere, il libro inventato 'Necronomicon Mortis' dell'altrettanto inventato stregone arabo Abdul Alhazred, hanno dato ispirazione a serie cinematografiche, come quella di 'La casa' e 'L'armata delle tenebre', a videogames e gruppi musicali hardrock, entrando a far parte della cultura popolare.
Tra i temi più importanti della sua produzione è centrale quello dell'alienazione, legata a contesti sociali ed economici che mettono in crisi la visione dell'uomo e del suo posto nell'ordine cosmico, che viene rappresentata dalle minacce che alla vita umana provengono da dimensioni ed entità sconosciute, al di là della portata di ogni comprensione scientifica e razionale.


'Il colore venuto dallo spazio' (The Colour Out of Space) è un racconto horror fantascientifico dello scrittore americano Howard Phillips Lovecraft che, pur non appartenendo al cosiddetto Ciclo di Cthulhu, gode di grande popolarità tra gli appassionati dello scrittore di Providence.
Scritto nel marzo 1927, fu pubblicato per la prima volta nel settembre dello stesso anno sulla rivista Amazing Stories. È considerato uno dei suoi racconti più celebri e meglio riusciti e ad esso si sono ispirati tre film.


Recensione

Il fatto che in questo racconto breve di Lovecraft manchino alcuni degli elementi soliti nella sua narrativa, da esseri mostruosi come gli Antichi Dei a riti osceni con formule in linguaggi incomprensibili, rende maggiormente onore alla sua maestria nel creare effetti di suspence e nell'instillare al lettore un senso di paura irrazionale.

Leggere Il colore venuto dallo spazio di sera, magari a letto, stando da soli, è davvero terrificante: non si riesce a non sussultare a ogni minimo scricchiolio nel silenzio e l'immaginazione galoppa verso la follia.
Tutta l'abilità dell'autore si mostra nel creare un crescendo di suspence a partire da una storia molto breve - in origine fu pubblicata su una delle riviste di racconti fantastici con cui Lovecraft collaborò assiduamente - e tutto sommato lineare: in una notte serena come tutte le altre, nella tranquilla campagna del New England (nei dintorni della città immaginaria di tanta produzione dell'autore, Arkham), un meteorite precipita sul terreno di proprietà di Nahum Gardner.

La partenza in sordina è dominata dalla scelta di una sorgente percettiva, quella visiva. Dalla pietra caduta nel pozzo della fattoria dei Gardner si sprigiona una sostanza il cui colore risulta completamente indefinibile per l'occhio umano. La pietra sembra disintegrarsi nel nulla ma rimane visibile a tratti una strana luminescenza, e si innesca un processo che passo passo trasforma tutte le terre dei Gardner in una desolazione abbandonata e guardata con terrore dagli abitanti della zona.
La vicenda è raccontata indirettamente da una voce narrante non identificata, quella del funzionario della ditta incaricata di trasformare tutta l'area nel bacino di una diga, che dovrebbe sommergere anche le terre maledette dei Gardner. Questi si imbatte in Ammi Pierce, contadino e un tempo vicino e conoscente dei Gardner, che ne racconta la storia, a tratti incredibile e terribilmente inquietante.

Il panorama geografico nel quale si svolge la vicenda riprende tutti gli elementi classici della narrativa di Lovecraft: la città inesistente di Arkham, nel New England, vicino alla Providence in cui l'autore visse buona parte della sua vita, le campagne bagnate dal fiume Miskatonic, gli scienziati della Miskatonic University, che non riescono a spiegare gli strani fenomeni che sembrano ammorbare le terre dei Gardner.

Buona parte della suspence si gioca sulla tensione tra città e campagna, in un rapporto di incomprensione e distanza, che rispecchia in qualche modo l'impossibilità della scienza, impersonata dai ricercatori di Arkham, di dare spiegazioni all'irrazionale e misterioso colore, che ognuno può vedere e pure rimane indefinibile al linguaggio umano.
Così, chiusi entrambi nell'incapacità di comunicare e dare un nome all'orrore strisciante che si annida in fondo al pozzo dei Gardner dalla caduta del meteorite, entrambi, contadini prima e gente di città poi, sono costretti ad assistere passivamente al suo espandersi, in un crescendo via via sempre più straniante e pauroso.
Dalle piante e e dagli animali le stranezze si diffondono come una piaga sul terreno di Nahum Gardner, lo rendono falsamente fertile ma ne avvelenano i raccolti e ne stravolgono i frutti. L'oscenità di piante che assumono colori e forme mai viste, di animali che lasciano impronte insolite, come fossero un sigillo di blasfemia, si diffonde lentamente, come una muffa maligna, fino a raggiungere gli esseri umani, la famiglia del contadino, che, incapace di reagire di fronte a un male che non si può nominare né descrivere, si avvia a una lenta decadenza, in cui i vari membri soccombono, uno dopo l'altro, a un orrore tanto inenarrabile quanto inesorabile.

Il finale suggella questo andamento narrativo instillando nel lettore un senso di inquietudine inattesa. Forse il pericolo spettrale proveniente dagli abissi dello spazio sconosciuto non ha finito di abitare le terre che stanno per diventare il bacino idrico di tutta la zona circostante. Forse è meglio non bere l'acqua dai rubinetti, se si tiene alla propria salute, fisica e mentale.

Se è vero che nei mostri osceni e nelle entità aliene dai nomi impronunciabli Lovecraft proiettava, come in immagini provenienti dalle pieghe profonde del tempo e dello spazio, orrori che nascono nell'oscurità dell'animo umano, questo racconto breve, privo di riferimenti al pantheon dei romanzi più famosi, dal Ciclo di Cthulhu alle Montagne della Follia, contiene tuttavia gli elementi della paura cosmica più tipici della produzione dell'autore, e mostra come questi siano in grado di trasformare le placide campagne del Nordest americano, famose per i colori del foliage autunnale, in una terra inquietante, in cui si nascondono i semi della follia.

Giudizio:

+5stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Il colore venuto dallo spazio
  • Titolo originale: The Colour Out of Space
  • Autore: Howard Phillips Lovecraft
  • Traduttore: Giada Riondino
  • Editore: Gruppo Editoriale L'espresso
  • Data di Pubblicazione: 2013
  • Collana: Twin Stories
  • Pagine: 112
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 2,80

1 Commenti:

  • 3 gennaio 2014 alle ore 15:46
    Iaia says:

    che bella la nuova grafica!!!!
    e inutile dire che questo lavoro di lovecraft mi ispira.... se ha meritato le tue 5 stelline ci deve essere 1 motivo ;)

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