24 ottobre 2013

Speciale Premio Hugo: La messaggera delle anime - Lois McMaster Bujold

Pubblicato nel 2003, La messaggera delle anime ha vinto sia il premio Nebula che il premio Hugo quale miglior romanzo, primeggiando in quest'ultimo su Ilum. L'assedio e La rivolta di Dan Simmons, Singularity Sky di Charles Stross, Blind Lake di Robert Charles Wilson e Fuga dal pianeta degli umani di Robert J. Sawyer. Il libro è il secondo capitolo di una trilogia chiamata Il ciclo di Chalion, dal nome del regno dove sono ambientate le vicende: segue L'ombra della maledizione e precede L'incantesimo dello spirito. Il ciclo è ambientato in una terra che ricorda per i nomi dei personaggi e delle località la Spagna tardo medievale. La Bujold introduce nei romanzi una particolare religione basata su cinque dei (il Padre, la Madre, il Figlio, la Figlia e il Bastardo) che avrà un ruolo predominante nel ciclo, andando ad analizzare il rapporto che esiste tra libero arbitrio, destino e intervento divino.


Lois McMaster Bujold (Columbus, 2 novembre 1949) è una scrittrice statunitense di romanzi di fantascienza e fantasy. La sua opera più nota è il Ciclo dei Vor. Ha studiato letteratura inglese all'Università statale dell'Ohio.Ebbe le prime esperienze come scrittrice in collaborazione con la sua migliore amica Lillian Stewart quando frequentavano la scuola superiore, poi per molti anni abbandonò l'attività riprendendo negli anni Ottanta, inizialmente per hobby, ma scoprendo in breve che solo un'attività come professionista poteva soddisfarla. I suoi tre primi romanzi - L'onore dei Vor, L'apprendista ammiraglio, La spia dei Dendarii, tutti facenti parte del Ciclo dei Vor - sono stati scritti rispettivamente nel 1983, 1984 e nel 1985, ma vennero pubblicati solo a partire dal 1986 dall'editore Baen Books. Inizio così la carriera di una fra le più significative e premiate scrittrici di fantascienza di questi anni: per restare in tema, ha vinto più volte il Premio Hugo, nel 1991, 1992, 1995 e 2004.


La storia prende il via poco tempo dopo la conclusione del precedente capitolo. Protagonista della vicenda è la Royina Vedova Ista finalmente libera dalla maledizione che attanagliava la sua famiglia ma ancora afflitta dal ricordo dei terribili avvenimenti che hanno sconvolto la sua vita. Per sottrarsi al dolore e alle costanti attenzioni che le sono dedicate come Royina e come convalescente dalla lunga malattia, Ista decide di intraprendere, in incognito, un pellegrinaggio in compagnia di un Divino (appartenente all'ordine religioso) del Bastardo e di pochi fidati compagni. Per la prima volta da molti anni animata da nuovi pensieri e desideri, si lancerà in un viaggio che la porterà a fare i conti con il proprio passato e i propri rimorsi: seguendo terribili visioni riguardanti un castello sconosciuto e un uomo morente una serie di terribili circostanze la porterà a incontrare Arhys dy Lutez, figlio di quel Lord dy Lutez che lei ha contribuito ad uccidere.

Recensione

La mia iniziale difficoltà nell'approcciarmi a questo romanzo è legata al non aver letto il primo episodio, come preferisco fare in caso di romanzi seriali. La McMaster Bujold appartiene alla schiera di autori che non amano riprendere dettagli dei romanzi precedenti, ma preferiscono proseguire la narrazione senza soluzione di continuità. Devo però riconoscerle il grande merito di saper trasmettere anche al lettore ignaro delle vicende precedenti l'atmosfera e le tensioni create nel primo romanzo.

Il romanzo prende il via nei momenti successivi al funerale della madre della Royina vedova Ista, che troviamo sulla torre di guardia a scrutare la carovana del fratello prendere la strada verso la Baocia. Subito si comprende che, nonostante la sua carica, la Royina è prigioniera in casa propria, segregata tra quelle quattro mura, che immagino lugubri e un po' muffite, e costretta in un cerimoniale rigido quanto stantio. Ma c'è di più, un passato che poco a poco emerge nella sua tragicità: Ista è stata creduta "malata", ossia pazza, per anni e seppure ormai libera dalla maledizione che l'aveva ridotta in quello stato, tutti ancora la trattano con sospetto, come se fosse sull'orlo di una nuova crisi.
L'incontro con una comitiva di pellegrini fa prendere a Ista la decisione di compiere anche lei un pellegrinaggio lungo i luoghi santi della regione: ma quanto dipende dalla sua volontà e quanto invece sia opera degli Dei sarà chiaro solo più avanti. Fatto sta che la Royina parte, finalmente, accompagnata da una damigella che, prima di quel momento, lavorava come corriere, un Divino un po' bizzarro e due giovani nobili che comandano la scorta armata al suo seguito. Il Divino capisce fin da subito che Ista ha delle doti speciali, che lei stessa rinnega e maledice.
Il pellegrinaggio sembra arrivato ormai a compimento quando una disavventura porta Ista e parte del suo seguito a Porifors, dove accadono fatti strani e inspiegabili.
I cinque Dei che governano il mondo sono decisamente invadenti e, a sentire Ista, inopportuni; è uno di loro a guidare la Royina fino Porifors e a ridarle quel dono che lei non vorrebbe mai le fosse toccato.

Raramente mi sono imbattuta in una protagonista così scostante e irritante: non nego che Ista ha i suoi buoni motivi di lamentarsi, ma è il suo atteggiamento da vittima sacrificale un po' piagnona e con la puzza sotto il naso che mi ha dato particolare fastidio. Solo alla fine, quando pare accettare la sua sorte e prende il timone della metaforica nave sgangherata che le è toccata, la sua personalità tosta emerge e si riguadagna un po' di simpatia.

Per fortuna c'è Liss, la ragazza-corriere-dama di compagnia, che, decisamente estranea a un ambiente di rigide etichette porta una boccata di aria fresca. Il Divino di divide con lei la palma del personaggio più originale, un po' sgangherato ma sicuramente di polso. Ciascuno degli altri comprimari meriterebbe un commento positivo, ma finirei per dilungarmi troppo: tutti sono comunque ben caratterizzati, ognuno forte delle proprie peculiarità che, nonostante i nomi che ho trovato di difficile memorizzazione, si fanno riconoscere e soprattutto ricordare anche a romanzo chiuso.

Molto lento e un po' noioso nella prima parte, nella seconda la storia prende un ritmo serrato e non manca di sorprendere. Se Ista fosse riuscita a guadagnarsi la mia simpatia, probabilmente avrei dato un giudizio più alto.

Giudizio:

+3stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: La messaggera delle anime
  • Titolo originale: Paladin of Souls
  • Autore: Lois McMaster Bujold
  • Traduttore: Rossana Terrone
  • Editore: Tea
  • Data di Pubblicazione: 2003
  • Collana: Teadue
  • ISBN-13: 9788850213436
  • Pagine: 450
  • Formato - Prezzo: Brossura - 9.50 Euro

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