20 settembre 2013

Ragione e sentimento - Jane Austen

Scritto nel 1795 con il titolo di Elinor and Marianne, "Sense and Sensibility" ("Ragione e sentimento") viene pubblicato nel 1811. Come gli altri maggiori romanzi della Austen, descrive le vicende di un'anima ingenuamente romantica che, attraverso l'esperienza, giunge a comprendere infine la realtà dell'esistenza. Protagoniste sono le giovani sorelle Dashwood, Elinor e Marianne, che, alla morte del padre, sono costrette a fare i conti con le ristrettezze economiche nella loro nuova e modesta casa nel Devonshire. Qui conosceranno le pene e le gioie dell'amore e, imparando a conciliare la ragione con il sentimento, diventeranno donne. Attorno a questo processo di maturazione la Austen tesse una trama piena di grazia e ironia, in cui con la sua elegantissima prosa riesce ad analizzare e descrivere con straordinaria sottigliezza il contrasto e il dissidio tra istanze psicologiche e morali.

Recensione di Valetta

Nonostante questo sia il primo libro di Jane Austen, già emergono chiari quali sono i maggiori pregi di questa scrittrice, primo fra tutti la sua grande capacità di osservazione e comprensione dell'uomo e la sua abilità nel mettere su carta ciò che osserva attraverso i sui fantastici personaggi. Una cosa che mi stupisce sempre leggendo i libri della Austen è l'osservare che alla fine l'uomo è sempre uguale a se stesso. Non importa se il libro è scritto e ambientato a fine '700, e quindi le abitudini e i costumi sono enormemente diversi dai nostri (al punto a volte da sembrare ridicoli): le motivazioni, i sentimenti e i comportamenti degli uomini sono sempre gli stessi.

A prima vista si potrebbe dire che la rigida società di allora, con le sue convenzioni, la sua etichetta così piena di regole non c'entra nulla con la nostra società, sicuramente molto più spontanea e, secondo alcuni, evoluta. Con miei amici oggi non parlo certo come ci si parlava allora, i divertimenti sono diversi, i gusti sono diversi. Ma a guardar bene, le dinamiche sono sempre le stesse, le motivazioni di fondo e i sentimenti che ci guidano sono del tutto speculari. E' la cornice che cambia, non il contenuto.

A volte può far sorridere leggere certi dialoghi, vien da pensare che noi oggi diremmo la stessa cosa in modo molto più diretto e senza tante complicazioni, così come ogni tanto le paranoie che si fanno alcuni personaggi ci possono sembrare incomprensibili, ma tutto questo è più che accettabile e passa comunque in secondo piano perché la storia è avvincente e non si può fare a meno di affezionarsi e identificarsi nei personaggi.

La forte passionalità di Marianne o la timidezza e la concretezza di Elinor non sono certo solo caratteristiche di ragazze di tre secoli fa!

Giudizio:

+5stelle+

Recensione di Polyfilo

Se si legge 'Ragione e sentimento' in originale - cioè dunque 'Sense and sensibiliy' - si resta sorpresi, oltre che dalla facilità e dalla freschezza della lingua, che un lettore non fatica eccessivamente a seguire anche dopo ormai due secoli, dalla frequenza con cui ricorre nel romanzo una parola, 'agreeable', che non è semplicissimo tradurre in italiano.
Il concetto sottostante contiene sia il riferimento a un canone di gradevolezza e bellezza estetica sia il confronto, vitale in una società rigidamente strutturata come quella britannica a cavallo tra XVIII e XIX secolo, con l'accettazione sociale di stati d'animo, scelte e comportamenti.
La convenienza, morale sociale ed economica, si erge a criterio al quale conformare le proprie scelte di vita.

In riferimento a questa sorta di standard pratico, come ci si può aspettare dalla mentalità inglese, si sviluppa, per opposizione e confronto, il rapporto tra due sorelle, Elinor, la maggiore, e Marianne, più piccola, provenienti dalla buona società ma senza capitali e dunque destinate ad affrontare la vita anche e soprattutto in considerazione di ciò.

Le due giovani donne diventano icone e personificazione, nei contrasti e nella diversità di temperamenti e desideri, delle due forze evocate dal titolo stesso del romanzo, ragione e sentimento, o meglio, secondo l'originale 'sense and sensibility', che si avvicina più alle nostre idee di ragionevolezza e spontaneità. Elinor, la saggia tra le due sorelle - ma anche amiche del cuore -, non cede mai agli impulsi e vive tutta la sua sfera affettiva nella mediazione autoimposta degli atteggiamenti che ci si aspetta in società da una ragazza del suo rango, e il suo buon senso finisce per mitigare e irreggimentare anche le passioni, sempre vissute con il freno a mano, come quella senza speranza per Andrew Ferrars, di cui lei è innamorata e che accetta di non poter sposare per suoi precedenti impegni, pur riuscendo ad apprezzarne l'onestà e la lealtà anche nel dolore della perdita.

Questo atteggiamento così posato ed equilibrato trova la perfetta antitesi nell'impulsiva immediatezza della sorella, Marianne, dal temperamento artistico accentuato, che si dichiara indisponibile ad accettare vincoli di 'convenienza' nella scelta di amicizie e frequentazioni - materia di capitale importanza in una società così rigida come quella in cui è ambientato il racconto -, e soprattutto in amore. La passione in qualche modo sfrenata e adolescenziale per Willoughby, che lungi dall'essere l'eroe romantico quale era apparso all'inizio, si manifesterà nella sua debolezza di uomo, porterà Marianne a vivere si con maggiore intensità le vicende amorose, ma anche a gravi errori di giudizio, mettendone in pericolo la vita stessa.

Nel finale, pur nell'affetto sincero e trionfante che lega le sorelle tanto nel dolore quanto nella felicità, la partita va alla ragionevolezza di Elinor, che per quanto suo autolimitandosi, riesce da un lato a realizzare i suoi desideri e dall'altro a non scendere a compromessi con la morale della 'convenienza', mentre Marianne, maturata dagli eventi, dovrà concordare che la ponderatezza della sorella, lungi dall'essere un cedimento al conformismo imperante, è in realtà null'altro che uno sguardo più esperto e capace, grazie al tempo e all'esperienza, di valutare in profondità le vicende umane.

Oltre a questo conflitto antinomico che, anche per il lettore contemporaneo, risulta tutt'altro che privo di attualità e di interesse, grazie all'acume con cui Jane Austen ne indaga tutti i risvolti, sono godibilissime le descrizioni - su tutte quella del modesto cottage dei Dashwood e dei progetti di abbellimento di questo 'locus amoenus' - e gli accenti umoristici con cui l'autrice ridicolizza i criteri strettamente economici e superficiali su cui i suoi degnissimi personaggi basano le loro scelte più intime. Dalla ripartizione di un'eredità alla scelta di un partito da matrimonio, non mancano mai i calcoli sulle rendite che sarebbero necessarie per uno stile di vita 'conveniente' e gli interessi nella scelta delle relazioni sociali più adatte, ovviamente ammantate da ipocrite e poco credibili proteste di gratuità.

Anche in questo, negli ultimi secoli, l'animo umano non sembra essere cambiato di molto.

Giudizio:

+5stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Ragione e sentimento
  • Titolo originale: Sense and Sensibility
  • Autore: Jane Austen
  • Traduttore: Luciano M.
  • Editore: Mondadori
  • Data di Pubblicazione: 2007
  • Collana: Oscar classici
  • ISBN-13: 9788804526001
  • Pagine: 416
  • Formato - Prezzo: Brossura - 8,40 Euro

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