17 giugno 2013

Breve guida al suicidio - Giuseppe Galato

Scritto sotto forma di saggio, Breve guida al suicidio è una delirante analisi che, prendendo spunto dal tema del suicidio, unisce alla comicità psicanalitica e filosofica di Woody Allen il sarcasmo nonsense dei Monty Python, il tutto catapultato in un universo per certi versi accostabile a quello di Guida galattica per gli autostoppisti di Adams.
Il tema del suicidio diventa pretesto per seguire le storie di vari personaggi all’interno di un mondo non dissimile dal nostro in cui cinismo e satira sociale la fanno da padrone: politica, storia, religioni, società capitalistica, vengono stravolte nella messa in scena ma non nel senso.

Recensione

“Breve guida al suicidio” è un “finto saggio” umoristico su un tema che, essendo tabù per i benpensanti, si presta facilmente alla satira: il suicidio, appunto. L’autore, Giacomo Galati, ha composto la sua opera in vari capitoli nei quali, attraverso una serie di mini-racconti come esempio, ci guida verso la sua personale interpretazione in chiave ironica del “trapasso self-made”.
Quindi il lettore politicamente corretto è avvertito: niente isterismi nel caso in cui trovi amorale il contenuto.
Invece tutti gli altri potrebbero essere invogliati ad alzare la copertina e sfogliare le pagine di “Breve guida al suicidio”, soprattutto quelli che, leggendo la quarta di copertina, adorano e si prostrano ogni volta che i nomi ivi riportati vengono menzionati, cioè Douglas Adams, Woody Allen e i Monty Python. Purtroppo siamo molto lontani dall’estro artistico che ha fatto grandi questi nomi.
La prosa, molto curata, è costruita intorno all’uso nella frase di una principale in cui vengono esposti i protagonisti -dai nomi che sono citazioni a volte simpatiche e altre volte stucchevoli a personaggi reali- e i fatti  collegata ad una subordinata in cui i suddetti finiscono in una situazione risolutiva che dovrebbe suscitare ilarità, la cosiddetta “punchline”. Questo processo viene descritto con sagacia dal comico britannico Jimmy Carr nel suo spettacolo del 2007 “Comedian” (se il vostro inglese è molto buono cercate “Jimmy Carr explains the anatomy of a jokes”). Le “punchline” sono deboli o risapute e poco ispirate. Insomma, non graffiano come la quarta di copertina promette e non suscitano ilarità o creano spunti di riflessione. In cento pagine ho sorriso giusto quattro o cinque volte e solo per le battute secche, come nel caso del sottocapitolo “Avvelenamento”. Rimane però discretamente riuscito il capitolo finale, dal titolo “Cosa avviene dopo il suicidio”, nel quale vengono messe alla berlina le credenze sulla morte delle più importanti religioni, non religioni, sindacalisti e ordini socio-economici. Le note alla fine di ogni capitolo sono abbastanza superflue e aggiungono troppe cose alla carica umoristica, facendola ricadere su stessa in un effetto grottesco secondo me non del tutto voluto.
In conclusione, “Breve guida al suicidio” aveva solleticato la mia curiosità e creato delle aspettative visti i riferimenti pesanti che porta con sé in quarta di copertina. Personalmente mi ha deluso, visto che l’umorismo nero che ne permea le pagine è più ingenuo che corrosivo. Ha dei momenti positivi e si può leggere in un’oretta, ma secondo me manca il bersaglio grosso.

Giudizio:

+2stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Breve guida al suicidio
  • Autore: Giuseppe Galato
  • Editore: Edizioni La Gru
  • Data di Pubblicazione: 2013
  • ISBN-13: 9788897092568
  • Pagine: 100
  • Formato - Prezzo: Brossura - €13,00

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