9 marzo 2012

Studio Illegale - Federico Baccomo 'Duchesne'

Andrea Campi è un professionista serio.
Giovane avvocato nella sede milanese del prestigioso studio legale internazionale Flacker Grunthurst & Kropper, si occupa di importanti operazioni societarie per conto dei più grandi colossi industriali.
Aveva ambizioni, aveva amici, aveva una ragazza.
Lavora fino a notte fonda, mangia pizza e sushi sulla scrivania, vive con un bonsai e parla con il muro.
Ma arriva il giorno in cui Andrea si trova coinvolto in un nuovo progetto particolarmente importante e delicato che investe la sua immobile routine spezzandone via certezze ed equilibri. Tra una vita privata sempre più a rotoli e la catastrofe lavorativa incombente, Andrea arriverà a fare i conti con la sua vita, l’unica professione per la quale non ha mai sostenuto un colloquio.

Recensione

La parte più bella del racconto di Duchesne è il suo profondo, innervato e ironico realismo. Il che per un libro che nasce da un blog e si ispira a una vicenda dal sapore profondamente autobiografico è abbastanza ovvio.

Ma non è scontata, soprattutto per un'opera prima, la maturità con cui la narrazione si sviluppa intorno al personaggio, cesellandone un ritratto distaccato e scanzonato e insieme profondamente vivo.

La storia è molto semplice: Andrea Campi passa quasi direttamente dalla laurea in giurisprudenza a una carriera in cui si richiedono molto sacrifici per salire in alto e nel presente del racconto si trova quasi agli arresti domiciliari in uno studio di avvocati associati specializzato in diritto societario internazionale.

Quanto di più alieno si potrebbe immaginare rispetto a un romanzo coinvolgente.

Invece la materia 'legalese' è solo lo sfondo. Quello che Duchesne costruisce attraverso il protagonista alle prese con l'assillante domanda: "la mia vita è tutta qui, tra le quattro mura di uno studio condiviso?" è il ritratto di un ambiente milanese e di una classe sociale molto caratterizzati, quello delle professioni nelle vie del centro urbano, dei colletti bianchi e dello stile di vita borghese. Il ritratto di un modello esistenziale basato sul prestigio del successo e sul potere d'acquisto dei benefit aziendali, rispetto al quale la domanda che si fa sommessamente strada nel suo cervello è se ne valga la pena davvero.

Il tutto si consuma nel giro di una complessa operazione di finanza internazionale che finisce in Dubai e coinvolge anche avvocati e manager rampanti di altri studi legali e società. Il gioco in cui l'avvocato Andrea Campi, 'Endriu' come lo chiama il suo senior Sobreroni, si trova avviluppato, è molto semplice: dopo ogni progetto la promessa, fatta anche a se stesso, di fermarsi e chiedersi qualcosa su obiettivi a lunga distanza si trova rimandata perché subito arriva un'altra operazione da seguire, è segno di fiducia da parte dello Studio e non ci si può esimere da partecipare con entusiasmo e intraprendenza: sono in gioco le prospettive di carriera.

Il futuro, come le domande, è sempre rimandato e il presente annega tra lotte con colleghi intriganti, cene fredde e pesci che muoiono di fame in una bolla, mail rifatte all'ennesima potenza e conference call fatte di inglese maccheronico. Il coraggio di tirarsi fuori da questo vortice inconcludente fatto di promesse vischiose, di finte amicizie e vere solitudini, viene da un incontro e dà la spinta, di fronte alla reale, seppur banale, ineluttabilità dello scorrere della vita, a rinunciare a un soffocante bozzolo di certezze (auto)imposte per l'esercizio più impegnativo della libertà di buttare l'anima al di là di un'orizzonte altrimenti piatto.

E, senza neppure ricorrere a un finale melenso ma lasciando aperte all'incertezza le nuove possibilità che danno sapore all'esistenza, Duchesne - soprannome che nel libro significativamente deriva da una maschera assunta per un evento aziendale - accompagna il racconto con uno stile piano e sobrio, semplice, privo di ammiccamenti stilistici ma dotato di una notevolissima capacità mimetica.

I personaggi e i (pochi) luoghi, anche quelli laterali, si stagliano nitidi davanti agli occhi del lettore, almeno quello milanese - e questo, cioè lo strettissimo legame all'ambiente professionale, è forse l'unico limite al godimento del racconto - e la scrittura è semplice e forte, forse ingenua in alcuni punti, ma comunque coinvolgente e realistica.

Indimenticabili il concerto dei Ricchi&Poveri, le tirate motivazionali di Sobreroni a 'Endriu' e, soprattutto, i numerosi siparietti intercalati nella narrazione che trascrivono, come in tribunale, brevi dialoghi ascoltati casualmente davanti alle macchinette del caffè durante le pause.

Spicchi di vita aziendale da mescolare molto bene prima di vuotare fino in fondo il calice. Di plastica.

Giudizio:

+5stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: Studio Illegale
  • Autore: Federico Baccomo 'Duchesne'
  • Editore: Marsilio
  • Data di Pubblicazione: 2009
  • Collana: Tascabili Maxi
  • ISBN-13: 9788831796750
  • Pagine: 318
  • Formato - Prezzo: Brossura - Euro 12,00

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