5 marzo 2012

La stella nel pugno - Robert Sharenow

Karl Stern, quattordicenne di Berlino, non ha mai pensato a se stesso come a un ebreo. Ma ai nazisti non importa che non abbia mai messo piede in una sinagoga o la sua famiglia non sia praticante. Demoralizzato dalle continue aggressioni subite a causa di un'eredità che non riconosce come sua, il ragazzo cerca di dimostrare ai coetanei quanto vale. E quando ha l'occasione di essere allenato da Max Schmeling, campione mondiale di boxe ed eroe nazionale della Germania nazista, pensa sia l'occasione giusta per il suo riscatto agli occhi dei suoi compagni ariani. Presto però la violenza del regime esplode e il ragazzo si troverà diviso tra il suo sogno di successo nella boxe e il dovere di proteggere la sua famiglia...

Recensione

Protagonista del libro è Karl Stern, un quattordicenne berlinese sul finire degli anni Trenta. Karl è ebreo, eppure è un ragazzo come tanti, fosse solo per il suo aspetto ariano, alto, slanciato, biondo, e per l'indifferenza della sua famiglia nei confronti delle tradizioni ebree. Un ragazzo come tanti, soprattutto, che vive le esperienze della sua difficile età di transizione: a metà tra l'infanzia, che sembra sfuggirgli dalle mani e che resiste solo grazie allo smisurato affetto per la sorella e alla loro condivisa passione per i fumetti, e l'adolescenza, che lo colpisce in pieno con il pugno dei suoi ormoni. Mentre si compie l'ascesa inarrestabile del Partito Nazionalsocialista, Karl vive la sua vita ordinaria e combatte i demoni propri dell'adolescenza; sfugge ai bulli che lo tormentano a scuola; insegue impacciato l'amore per l'attraente Greta; affina la propria identità, lontano dall'ombra paterna; partecipa, da bravo figlio, ai problemi della famiglia, il lavoro del padre, modesto gallerista, e le crisi depressive della madre.

Emerge chiaramente, a questo punto, la formula vincente del romanzo: l'impianto del bildungsroman. La stella nel pugno si presenta, a un livello di lettura, come un romanzo di formazione che si dipana nei quattro anni centrali dell'adolescenza del protagonista, che si muove e si agita tra la scuola, la famiglia, gli spazi esterni, inospitali del mondo adulto e l'accogliente dimensione interiore. Su questo impianto si innesta la storia, più di distruzione che di formazione, di una nazione che si consegna al furore del nazismo. Plaudo alla scelta dell'autore di concentrarsi sul periodo antecedente la seconda guerra mondiale, concentrandosi piuttosto sugli anni che portarono all'inesorabile affermazione del principio della supremazia della razza ariana. Una scelta dovuta, a ben vedere, per la destinazione del romanzo, un pubblico giovane al quale raccontare, in maniera nuova, avvincente, realistica senza essere pesante, uno dei periodi più oscuri della storia umana.

Chiave di volta del romanzo è il complesso personaggio di Max Schmeling, una figura storica che ben si presta alla messa in scena voluta dall'autore. Sarà il leggendario pugile a incarnare le ambiguità e le infinite sfaccettature di una realtà complessa, quale quella che ha vissuto la Germania nazista. Nel suo apparire e sparire, nel suo essere salvatore puro e idealizzato del giovane Karl, modello e punto di riferimento assoluto, e allo stesso tempo stendardo della supremazia ariana, usato e dismesso a piacimento dall'ideologia al potere, Max mostra il volto molteplice di quella Germania che, prima ancora dei campi di concentramento, dello stato di guerra, degli uomini che "eseguivano solo degli ordini", aveva ceduto senza alcuna resistenza all'apoteosi dell'ideologia nazista, che raggiunse il culmine, per quegli anni, nella notte dei cristalli. Molto lodevole è poi la scelta di insistere nel descrivere l'atmosfera dell'epoca, ponendo altrettanta attenzione alla persecuzione di zingari, dissidenti politici, presunti comunisti e omosessuali - soprattutto questi ultimi, spesso dimenticati nelle facili commemorazioni contemporanee dell'Olocausto, ricordati in questo romanzo attraverso l'intrigante personaggio de La Contessa, una drag queen che si inserisce a pieno titolo nella schiera di figure positive che lasciano il segno nella vita di Karl.

Il risultato è dunque un romanzo dinamico, fresco, ben scritto, che manifesta la sua destinazione giovanile nelle tante illustrazioni, senza però disdegnare riflessioni di una certa portata. La gravità delle situazioni affrontate non risulta mai pesante, grazie alla scelta di descriverle attraverso gli occhi del giovane Karl. L'unico neo che sento di dover porre sotto luce è il finale: brusco, affrettato, un eccesso di buonismo evidente nel ruolo salvifico attribuito all'America, patria della libertà, in un apparente lieto fine che tace sugli orrori che iniziano laddove termina la pagina.

Giudizio:

+4stelle+

Dettagli del libro

  • Titolo: La stella nel pugno
  • Titolo originale: The Berlin Boxing Club
  • Autore: Robert Sharenow 
  • Traduttore: P. A. Livorati 
  • Editore: Piemme
  • Data di Pubblicazione: 2012
  • Collana: Freeway
  • ISBN-13: 9788856620528
  • Pagine: 398
  • Formato - Prezzo: Brossura - 15,50 Euro

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