Il Resto del Carlino e la Libreria Coop di Pesaro, in occasione del San Valentino, hanno varato un'interessante iniziativa; hanno infatti invitato i lettori a comunicare in redazione il loro libro del cuore: il primo libro che li ha fatti innamorare, che è rimasto loro dentro o che ha segnato la loro vita sentimentale.
Noi del Ghetto, ispirati dall'iniziativa, abbiamo pensato di pubblicare un articolo con i nostri libri del cuore, perché possiate conoscere un po' meglio questi recensori che elevano un libro o ne stroncano un altro, per farvi sorridere, o magari perché possiate prendere spunto per le vostre letture, chissà?
E voi, lettori? Qual è il vostro libro del cuore?
- Sakura87 scripsit:
indiani, bambini resuscitati e gatti zombie, prometteva incubi a non finire e il sicuro veto alla lettura da parte dei genitori. Il libro fu divorato in tre giorni, e non solo convinse la ragazzina che evidentemente non tutti i libri contenevano piccole donne e buone azioni, intraprendenti bambini all'avventura, orfani in cerca di una famiglia e piccoli principi in cerca di pecore, ma le permisero di realizzare che, se poteva terminare un libro con un bambino zombie di tre anni che divorava a morsi la madre, poteva anche smetterla di dormire col lumicino acceso.Oggi quella ragazzina va per i ventiquattro, ha quasi finito di leggere l'opera omnia di Stephen King, e si è convinta a provare a rileggere Piccole Donne. Le è anche piaciuto."
- Daniele scripsit:
Un colpo di fulmine! Personalmente Chiedi alla polvere di John Fante è il libro che amo di più e che mi ha fatto innamorare della lettura. Poetico, comico, romantico, duro come solamente la vita riesce ad essere. E infatti molta della vita di John Fante è dentro Arturo Bandini, protagonista del libro nonché uno dei personaggi più memorabili della letteratura americana. Così gradasso da credersi un grande scrittore dopo appena un libro pubblicato ma anche così insicuro da rimangiarsi tutto non appena un'affascinante messicana entra nella sua vita scombussolandola. Smargiasso e insicuro proprio come Fante, autore geniale ma incostante, che modella su di sè un personaggio autentico e credibile protagonista in una Los Angeles degli anni'30 descritta come pochi autori sono riusciti a fare, che accoglie nel caldo abbraccio dei sogni e soffoca nella polvere del deserto che satura l'aria delle sue strade.Sicuramente si può odiare Bandini ma non si può rimanere indifferenti davanti alle sue tragicomiche (dis)avventure, così come si può odiare Fante, ma non si può rimanere indifferenti davanti al suo infinito talento di scrittore. Un libro assolutamente da leggere."
- Pythia scripsit:
Tutto ebbe inizio una sera d'inverno, quando, camminando per Venezia con il mio professore di pittura e un'altra compagna di corso, in una vetrina scorgiamo Io uccido. Entrambi lo commentano in modo positivo, mentre io riferisco di essere in attesa che un amico me lo presti.
Il giorno dopo arrivo in aula e trovo la sorpresa: sul mio armadietto, in bella vista, sta il romanzo di Faletti, che con la sua copertina luccicante sparge attorno riflessi con inquietanti sfumature rossastre. Sorrido e, appena possibile, ringrazio il professore del prestito.
Qualche giorno dopo, il romanzo era di nuovo nelle mani del proprietario, che si
informa dei miei gusti letterari: sì, amo i thriller. La settimana successiva, un nuovo romanzo ha preso il posto di "Io uccido" sul mio armadietto: fa sicuramente meno effetto, un'edizione economica di Il santuario delle ragazze morte, di Stephen Dobyns. Lettura inquietantissima e cupa, di cui ricordo in particolare le atmosfere angoscianti e un killer spietato da far concorrenza a quelli di Patterson. Ai brividi provocati dalla trama si aggiunge quello provocato da un pensiero che non vuol sapere di lasciarmi in pace: il maniaco omicida usa fare un insolito dono alla persona cui rivolge le proprie attenzioni. Che i libri prestatimi dal mio professore siano un messaggio subliminale a indicare qualcosa di più profondo? Altro che le scene splatter, questo è stato il mio incubo fino al giorno della restituzione. Il professore mi chiede se io abbia gradito la lettura: con fermezza e una sincera espressione nauseata gli rispondo di no.I giorni successivi li trascorro con l'ansia di trovare un nuovo presente, ma sul mio armadietto resta solo la tavolozza sporca. Tiro un sospiro di sollievo, anche se il mio animo curioso non trattiene un moto di disappunto per non poter sapere come la storia sarebbe proseguita."
- Valetta scripsit:
passato il periodo delle fiabe, proprio non riuscivo a trovare un libro "per ragazzi" che catturasse la mia attenzione per più di 10 pagine? Dopo un certo periodo di apatia mentale, frugando nella biblioteca dei miei sono incappata in questo libercolo, Il Natale di Poirot, e l'ho divorato. Il fascino dell'enigma insolubile, il classico delitto da camera chiusa, i piccoli indizi seminati fra le righe, le celluline grigie di Poirot al lavoro, tutto in questo libro mi ha affascinata e la zia Agatha è diventata la mia compagna di letture esclusiva per i 2 anni successivi. Poi beh, sono arrivati Dickens, Poe, la Austen, Dostoevskij, ma è stato questo giallo a farmi capire che senza libri non avrei potuto vivere. Inadatto ad una ragazzina di 11 anni? Forse, ma garantisco che crescendo non sono diventata una pazza assassina ed emotivamente sono sempre stata molto più stabile delle compagnucce che divoravano Principessa Laurentina."
- Polyfilo scripsit:
E fu colpo di fulmine: una di quelle passioni adolescenziali, una sorta di imprinting, che ti accompagnano per tutta la vita.
Ne ho imparato interi passi a memoria a forza di rileggerlo e di rivedere il film, mirabile anch'esso. Mi sono laureato in letteratura latina medievale e ancora oggi, sotto uno strato di ceneri sempre più spesso, le braci non smettono di ardere: 'in omnibus requiem quaesivi, nusquam inveni nisi in angulo cum libro (ho sempre cercato la pace, non l'ho mai trovata se non in un angolo con un libro)'..."
- Livia Medullina scripsit:
- Vittoria scripsit:
- Morwen scripsit:
Era un piovoso pomeriggio di domenica dell’autunno 1996 e mi trovavo dai nonni per il tradizionale pranzo con la famiglia. Di solito ingurgitavo in due bocconi il primo, snobbavo il secondo e mi acciambellavo sulla poltrona più vicina con un romanzo: uniche pause concesse, per il bagno e per il dolce. Quella precisa domenica, però, mi ero scordata a casa tutti i miei Gaia Junior e simili delle collane per ragazzi pubblicate dalla Mondadori negli anni Novanta. Terminata senza soddisfazione la lettura di “Famiglia Cristiana” decisi che era giunta l’ora di attaccare la piccola scorta di libri dei miei avi. Sullo scaffale c’erano alcuni romanzi in più volumi, che avrei apprezzato in seguito, ma che non mi ispirarono per nulla allora: Delitto e Castigo, Don Chisciotte, I Miserabili tutti nella loro severa rilegatura di pelle scura. In fondo allo scaffale un libro diverso, con la sua copertina di finta pelle bluette, a disegni dorati. Proprio il genere di libri antichi e polverosi che mi piaceva sfogliare in biblioteca. Era una vecchia edizione Fabbri di Orgoglio e pregiudizio, di Jane Austen. Lo divorai, letteralmente, in un paio di pomeriggi domenicali, catapultata in un mondo fatto di campagne, balli serali, bei vestiti, sottile ironia e uomini come Mr Darcy. Ed è ancora adesso il libro che ho riletto più volte e che non mi stanca mai, anche se crescendo ho imparato ad apprezzarne aspetti diversi."
- Tancredi scripsit:
- Heleonor scripsit:
professore perduto, ore spese a sentire lezioni che, almeno inizialmente, sembravano in dialetto turco, trovo finalmente il tempo per andare in libreria (e non dal copista). La mia libraia di fiducia mi allunga questo libretto, La forma dell'acqua, torno a casa, lo comincio e... colpo di fulmine, anzi no, amore.E' stato, ed è ogni volta, come tornare a casa. Un posto comodo e confortevole, dove conosci tutti e riconosci i sapori e gli odori. Dove un caro amico ti porta a fare una passeggiata tra una chiacchera e l'altra, e tu ti lasci condurre certa che alla fine capirai il giro che hai fatto.
Insomma: una boccata d'aria fresca."
















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