19 dicembre 2010

Dal libro all'... anime: Il Conte di Montecristo in Gankutsuou

L'articolo di oggi è particolare, e non dubito che farà storcere il naso a parecchi dal momento che il mondo dell'animazione e della fumettistica nipponica, da parte dei non addetti ai lavori, è profondamente soggetto a pregiudizi non meno che quello della lettura da parte dei non lettori. Solo in base a questo reputo necessaria una piccola introduzione.

Anime nasce dall'abbreviazione animēshon (animation traslitterato in giapponese), un neologismo entrato nel mondo nipponico alla fine degli anni Settanta, e che è andato a sostituire i vecchi termini dōga eiga (lett. film animato) o manga eiga (lett. film di fumetti). Nel mondo occidentale il termine viene a indicare specificamente il prodotto animato proveniente dal Giappone. Decine di siti (ma anche di libri, se è per questo) specialistici trattano in maniera più che esauriente la nascita del genere, e almeno il doppio si concentrano sullo sfatamento dei pregiudizi occidentali che vedono l'anime come un prodotto rivolto a un pubblico infantile, o, al contrario, pornografico. A quelli vi rimando, se siete interessati a maggiori informazioni: oggi parliamo di letteratura.

Molti di voi, sicuramente, saprebbero indicarmi su due piedi almeno un paio di adattamenti giapponesi dei grandi classici della letteratura occidentale: io mi limito a ricordarvi Piccole Donne (Little Women, Alcott), Anna dai capelli rossi (Anne of Green Gables, Montgomery), Peter Pan (Barrie), Robin Hood (autori vari, tra cui Alexandre Dumas). Ma i classici per l'infanzia (o riciclati per l'infanzia) non sono stati gli unici a essere riadattati: ed è qui che arriviamo a un prodotto di nicchia quale è Gankutsuou - Il Conte di Montecristo.



A dimostrazione del fatto che l'animazione giapponese è vasta ed eclettica quanto la letteratura stessa, e non certo confinata a prodotti per l'infanzia (tutt'altro), Il Conte di Montecristo si dimostra già dal tratto e dalle animazioni superbe un prodotto di gran pregio: l’applicazione dei retini sulle immagini in movimento rende la visione delle scene quasi ipnotica, un'orgia psichedelica di suoni e colori.

La trama, sia pure rivisitata in chiave fantascientifica, è molto aderente al romanzo: la principale novità è che il punto di vista principale non è quello di Edmond Dantès, al secolo Conte di Montecristo, ma di Albert de Morcerf, rampollo dello sleale rivale che ha forgiato le catene della sua rovina, e che durante un viaggio per assistere al Carnevale sulla Luna (proprio così: le nazioni europee diventano pianeti e razze aliene, poiché l'anime è ambientato in un futuristico anno 5053 tra Terra e spazio, pur conservando molti scenari tipici della Francia del XIX secolo) insieme all'amico Franz d'Epinay s'imbatte a teatro nell'affascinante quanto misterioso Conte di Montecristo, accompagnato da una compagna lui pari in bellezza e mistero, la giovane e silenziosa principessa greca Haydée; nessuno sa da dove provenga il ricchissimo sconosciuto, né a cosa debba la sua incommensurabile opulenza. Il conte si guadagna immediatamente l'incondizionata ammirazione di Albert e la sfiducia di Franz, che tuttavia è costretto a chiedere il suo aiuto per riscattare l'amico, rapito da briganti a scopo d'estorsione. Per sdebitarsi -e per rivederlo-, il ragazzo promette di presentarlo all'aristocrazia parigina quando il suo benefattore gli concederà il piacere della sua presenza a Parigi; l'anime è incentrato, molto più che il romanzo, sull'ambiguo rapporto paterno che si crea tra i due, sostituendo Albert al ruolo che nel capolavoro di Dumas ricopriva il giovane Maximilien Morrel.
Il conte, dalle sembianze vampiriche, è un personaggio estremamente affascinante, e ben restituisce la personalità e l'aura emanata dall'eroe di Dumas: seduce gli uomini con le sue ricchezze, le donne con la sua bellezza, manovrando gli uni e le altre a suo piacimento. Mosso dalla vendetta nei confronti degli uomini che gli hanno sottratto tutto, non esita a far uso di ogni mezzo per tessere ingegnose trame contro coloro che sono ora diventati le figure più potenti di Parigi.


Il trailer dovrebbe già ben dare un'idea della qualità del prodotto; ogni episodio, per rendere perfetta l'atmosfera, inizia con un riassunto in francese delle puntate precedenti; le musiche sono straordinarie, e non è raro imbattersi in pezzi sublimi come Kinderszenen di Schumann, Manfred Symphony di Tchaikovsky, Lucia di Lammermoor di Donizetti, il Concerto per piano n.2 di Rachmaninoff, il Preludes deuxieme livre di Debussy, o ancora il Robert le Diable di Meyerbeer. L'anime, diretto da Mahiro Maeda e prodotto dallo studio Gonzo tra il 2004 e il 2005, conta ventiquattro episodi della durata di poco più di venti minuti l'uno, ed è stato così apprezzato dalla critica da essere stato esportato in India, Messico, Venezuela, Argentina, Corea del Sud, U.S.A., e, fortunatamente, Italia.
Nell'italico paese i DVD (sei, contenenti quattro episodi ciascuno) sono stati ben doppiati e possono essere acquistati in una fumetteria o videoteca, o in alternativa sul sito stesso della Yamato Video, che li ha prodotti e distribuiti.

0 Commenti a “Dal libro all'... anime: Il Conte di Montecristo in Gankutsuou”

Posta un commento

 

La Stamberga dei Lettori Copyright © 2011 | Template design by O Pregador | Powered by Blogger Templates